Dal Diario Personale di O. Jones

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Le Isole Maledette sono un arcipelago composto da 48 + 1 isole, situato nell'oceano Atlantico, esattamente a metà strada tra le coste brasiliane e quelle nordafricane. Vennero scoperte nel 1550 da una spedizione spagnola diretta in Argentina, che però non vide in queste isole, che sono per lo più montuose e di dimensioni medio-piccole, una fonte stabile di guadagno. Così, nei primi anni del 1600, furono vendute all'Inghilterra, che ne fece un elaborato sistema di carceri, per sopperire al sovraffollamento delle prigioni inglesi, e uno scalo commerciale per i mercantili diretti in Sudamerica. Quindi, 47 isole presentano al loro interno un carcere e un piccolo nucleo urbano, nel quale vivono le guardie carcerarie, mentre la quarantottesima isola, chiamata la Torre di Guardia, è il quartier generale della marina inglese, che tiene i contatti con la Madre Patria, sorveglia le varie isole e le amministra. Successivamente, la Corona mise in vendita appezzamenti di terreno all'interno dell'arcipelago, nel quale emigrarono aspiranti contadini e pescatori, attirati dal basso costo di tali territori. Il nome dell'arcipelago risale alla colonizzazione inglese, in quanto in esso si trovano i criminali peggiori d'Inghilterra, per lo più assassini a sangue freddo.

I nomi delle singole isole invece sono più particolari. Poiché la Corona non vedeva di buon occhio l'arcipelago (infatti questo non viene segnalato nelle carte geografiche), ha deciso di affibiare a ogni isola il nome di un santo o di un martire morto nelle persecuzioni cattoliche inglesi tra il 1535 e il 1681.

Durante il 1600, iniziarono a subire frequenti attacchi da parte di ciurme di pirati di ogni nazionalità, attratte dalle ricchezze che gli abitanti stavano lentamente andando ad accumulare e dal continuo passaggio di navi mercantili inglesi. Le violente incursioni distrussero molte carceri e permisero ai prigionieri di fomentare rivolte che abbatterono dall'interno le galere e favorirono le fughe. I criminali evasi o saccheggiarono i territori antistanti e ne presero il controllo, oppure si unirono ai pirati.
La marina, nonostante i rinforzi, non riuscì a contenere la feroce ondata, che nel giro di cinquant'anni portò alla devastazione di più della metà delle prigioni. L'Inghilterra, tuttavia, decise di non ritirarsi dall'arcipelago e di usare la Torre di Guardia e le poche isole ancora sotto il proprio dominio per cercare di riconquistare il terreno perduto. Al giorno d'oggi, Anno Domini 1720, vige un clima pieno di tensioni: alcune isole, ad esempio quella di St. Edmund, sono veri e propri covi di malviventi, dove l'anarchia e la criminalità regnano sovrane; in altre isole, come l'Isola di Smeraldo, l'Inghilterra è scesa a patti con potenti bande criminali, alle quali ha promesso l'immunità in cambio del controllo formale sul territorio; altre isole ancora, infine, tra cui la stessa Torre di Guardia, sono sotto il controllo diretto della Corona, senza che questo intacchi l'attività dei pirati, che instancabilmente cercano di soddisfare la loro fame di denaro.

L'economia è abbastanza elementare e varia da isola a isola. Basicalmente, la popolazione si procura da mangiare attraverso la pesca, attività più florida e produttiva dell'arcipelago, gli allevamenti di alta quota di bovini e ovini e, a bassa quota, ove possibile, di suini ed equini; su terrazzamenti collinari adibiti coltivano cereali, mais e patate. Oltre all'agricoltura e all'allevamento vediamo un brulicare di osterie, taverne, fucine e bordelli nelle isole più malfamate, di svariate attività commerciali e mercati nelle isole rispettabili, fino ad arrivare a ristoranti di lusso, raffinati locali e perfino scuole private all'interno delle zone più ricche.

Sono presenti svariati culti religiosi, così come svariate sono le lingue parlate, dal momento che la popolazione è estremamente variegata. Troviamo infatti chiese sia cattoliche che anglicane, le quali provvedono su molte isole a istruire la popolazione; alcune moschee musulmane costruite da mercanti dell'Asia Minore e religioni minori importate dal Sud America, di matrice Azteca e Maya. Le lingue parlate invece sono principalmente inglese, spagnolo e portoghese. Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile se le Isole Maledette, a dispetto del loro nome, non fossero state sulla rotta dei più importanti traffici intercontinentali.
Il clima è fortemente influenzato dall'oceano, ma ha comunque una limitata escursione termica e un'alta piovosità, il che giova sia alla vegetazione che alla fauna. Le temperature massime in estate si aggirano intorno ai 30 gradi, mentre in inverno non scendono sotto i 15 gradi. Questo clima permette lo sviluppo di ampie aree boschive, che convivono insieme a vaste spiagge bianche e a impervi rilievi montuosi.


The Jaguar's ShadowWhere stories live. Discover now