Capitolo 9 - Interrogatorio

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La prima cosa che Alyce vide quando riprese conoscenza furono un paio di occhioni verdi che la squadravano. Erano occhi grandi, coronati da ciglia maestose e profondi come una foresta senza fine. Il loro sguardo era preoccupato, ma al contempo curioso e attento. Aveva anche un che di infantile, accentuato forse dalle sue pupille dilatate e dalla posizione degli occhi stessi, che erano leggermente troppo vicini tra loro. Non erano occhi adulti e la cosa la destabilizzò, perché un bambino la stava guardando? Dove si trovava? Cos'era successo?

Il terrore le solleticò la mente e la costrinse a guardarsi freneticamente intorno, aspettandosi di veder comparire da un momento all'altro Raven, l'ammiraglio o il terribile uomo dagli occhi neri. Le immagini di quel sogno, che ricordava però più un delirio o un'insieme di visioni, tanto erano reali, parevano marchiate a fuoco nel suo cervello, che le riproponeva in continua successione. Anche le sensazioni che aveva provato erano ancora vive il lei. Angoscia, paura, frustrazione, debolezza, senso di pericolo si agitavano dentro il suo corpo, capitanate dal dolore, che le manovrava come un infernale burattinaio fa con le proprie marionette. Sentiva il suo fisico spossato e intorpidito, come se fosse appena uscita da una lunga lotta o avesse sconfitto una grave malattia, mentre la sua testa pareva stretta nella morsa di un gelido cerchio di ferro.

Eppure, per quanto osservasse lo spazio circostante, nessuna delle tre terribili figure compariva nel suo campo visivo, che era invece invaso da quella che doveva essere un'infermeria. Le pareti di legno, prive di finestre e rischiarate da numerose lampade a olio, erano infatti tappezzate di tavole incartapecorite che mostravano il corpo umano e le sue funzioni. Il tavolo, che si trovava alla sua sinistra, pullulava di tomi dai titoli altisonanti in una lingua dal sapore antico, di bende e di altri strumenti del mestiere, alcuni dall'aria davvero bizzarra. Alla sua sinistra invece c'era un armadio di legno scuro e, accanto a esso, il pirata sfregiato che aveva aiutato in battaglia.

"Finalmente vi siete svegliata, signorina." Esordì un'acuta voce femminile, che l'assassina non aveva mai sentito.

Si voltò verso di essa e incrociò nuovamente gli occhi smeraldini. Appartenevano a una ragazzina, che non dimostrava più di tredici o quattordici anni. Aveva i lineamenti piccoli e delicati, come se qualcuno avesse deciso di dipingerli con pennelli sottili, labbra strette, naso sottile, volto leggermente paffuto. I suoi capelli invece erano biondi, lunghi, mossi, raccolti in una coda bassa. La ragazza si domandò chi fosse, perché paresse così preoccupata per lei e soprattutto cosa ci facesse una bambina come lei in un'infermeria, insieme a un pirata.
Alyce provò a parlare, ma dalla sua gola secca uscì solo un breve rantolo, seguito da una violenta tosse che le sconquassò i polmoni e la costrinse a piegarsi improvvisamente in avanti. La piccola fu subito da lei, le poggiò una piccola mano sulla schiena e le porse un bicchiere colmo d'acqua. La testa dell'assassina prese a vorticare e la sua vista si annebbiò per un istante. La giovane si aggrappò a quel bicchiere d'acqua come un naufrago si aggrappa ai resti galleggianti della sua nave e bevve con avidità. Quando ebbe finito, le parve di essere rinata, ma decise ugualmente di distendersi di nuovo nel rudimentale e duro lettino, su cui si rese conto di essere.

"Ero così in pensiero per voi. -proseguì la biondina- La vostra ferita sulla spalla aveva fatto infezione e voi sembravate soffrire molto. Avete delirato per giorni in balia della febbre alta, ma per tutto il tempo vi ho curata e mi sono presa cura di voi. Adesso dovreste stare bene, la temperatura si è abbassata e tutte le ferite si stanno rimarginando correttamente. Potreste sentirvi indebolita, ma vi assicuro che è normale, il vostro corpo ha bisogno ancora di qualche giorno per riprendersi."

Alyce strabuzzò gli occhi, quella ragazzina, all'apparenza così piccola e ingenua, era riuscita a salvarla da morte certa. Senza domandarsi chi fosse e perché fosse in quelle condizioni, l'aveva medicata, l'aveva assistita, aveva cercato di alleviare la sua agonia. Chiunque fosse, la ragazza ne era certa, le sarebbe stata grata per questo per sempre.

The Jaguar's ShadowWo Geschichten leben. Entdecke jetzt