Peluche.

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STEVE.
Portai Diana a fare colazione fuori dalla sede dello S.H.I.E.L.D.,"Mangi tanto eh",aveva finito bene otto donut's,"Si,ho scoperto di avere un buon appetito",era buffa,"Senti Steve","Mh?".
Le chiesi bevendo il mio caffè macchiato,"E se quelli dell'Hydra mi portassero via-","Non dirlo nemmeno per scherzo!".
Sobbalzò sulla sedia,"Va-va bene...Ma se dovesse succedere,e se tornassi quella di una volta,un assassina spietata,tu dovrai fare una cosa per me",si pulì la bocca,"Di cosa si tratta?".
Si fece seria.
"Uccidimi,senza pietà".
Sgranai gli occhi.
"Lo so che quello che ti chiedo è troppo,ma in passato ho ucciso un sacco di persone e non so nemmeno per cosa...Non merito di vivere.In tutti questi anni,mi sono sporcata le mani di sangue,quindi per favore,rispetta la mia richiesta",appoggiò la mano sulla mia.
Ero spiazzato.
Non mi sarei mai aspettato una richieste del genere.
Non potevo e non volevo credere a ciò che aveva detto.
"Diana i-",si alzò,"Andiamo?Voglio provare gli stivali dell'armatura di Tony",corse fuori dal bar,pagai il conto e la seguii,"Fury ti ha dato il permesso per uscire tutto il giorno?".
Fece una piroetta su se stessa,"Ha detto che posso andare in giro per New York,solo con te e solo se...",si piegò ed abbasso la linguetta degli scarponi,vidi una cavigliera elettronica,"Cos'è?".
"Ha detto che serve per impedirmi di utilizzare i miei poteri,così evito di creare la Terza Guerra Mondiale,qua a New York",alzai un sopracciglio,"Blocca anche il tuo potere di leggere nel pensiero e di manipolare la mente?".
Annuii,"Sono una normale persona che però può uccidere qualcuno a mani nude",sorrise,roteai gli occhi al cielo e risi.
Non so perché,ma ad un tratto attraversò la strada a tutta velocità,"DIANA!".
Macchine e taxi iniziarono ad urlare contro,le andai dietro scusandomi con loro,"Perdonatela non è di qua.Scusate",la vidi con la faccia attaccata ad una vetrina di un negozio,"Diana!Ma che ti passa per la testa?!".
Le urlai contro,come fanno i genitori quando il proprio figlio o figlia fanno una scemenza,ma non ricevetti risposta,guardai anche io la vetrina,era un negozio di pupazzi.
Guardai la vetrina e poi lei,era come incantata,"Quando mi hanno presa,anche io avevo un peluche,ma poi,non so più che fine abbia fatto",mi disse con un tono pieno di tristezza.
Le diedi due colpetti sulla spalla,mi guardò con quei suoi occhioni,"Ti va di entrare?".
Mi saltò addosso a mo di koala,"Siii!Andiamo!".
Entrammo e non appena varcò la soglia di quella porta,iniziò a fare l'intero giro del negozio.
A pensarci bene,Diana era veramente una bambina in un corpo di una ragazza,forse a volte si comportava così,per il semplice fatto che le è stata negata un'infanzia come tutti gli altri...
"Eccolo!Steve guarda!".
Andai verso la sua voce,la vidi che stringeva al petto un grande pupazzo,era in procione,"Bello,lo vuoi?".
"Posso?".
Chiese con le guance leggermente rosse,mi avvicinai a lei e l avvolsi con le spalle con il braccio,"Certo".
Preso il peluche,decidemmo di andare verso casa,"Allora Diana,come lo chiamai il procione?".
Mi prese sottobraccio,"Rocket"....

My hero.Where stories live. Discover now