Flashback {9}

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Lyon corse all'impazzata, allacciandosi la giacca con ancora le lacrime agli occhi. Non prestava attenzione a ciò che gli accadeva intorno, la sua mante era immersa nei ricordi. Ripensava all'orfanotrofio, la sua prima casa, le persone che lo avevano visto crescere, gli amici che aveva incontrato. Rivedeva il suo villaggio, la natura che lo accerchiava, le persone intente a svolgere i loro compiti. I bambini che scorrazzavano per le strade, qualcuno sbatteva contro le bancarelle altri rubbacchiavano qualcosa...
Le lacrime scendevano copiose dalle sue orbite, infrangendosi al suolo. Anche il cielo sembrava essersi intristito con lui, ingrigendosi tappezzato da consistenti nuvoloni. Il vento era gelato, violentemente lo colpiva a intervalli irregolari e per poco non rischiò di cadere a terra in balìa delle raffiche.

«NON PUÒ ESSERE VERO!!» Gridò, colpendo il tronco di un albero.

Ma anche se lui continua a negarlo, era ormai da svariate notti che degli orribili incubi lo tormentavano. Incubi?
No, flashback!
Ricordi tornati a galla, momenti dolorosi intenti ad invadergli la mente. Si inginocchiò, la testa china verso il suolo. I riccioli nocciola gli coprivano il volto, ma i grossi goccioloni argentati lo tradivano.

«A cosa serve piangersi addosso?» Si chiese, alzandosi da terra.

Riprese a camminare, le braccia conserte per proteggersi dal freddo. Dopo un po' raggiunse una spiaggia, la sabbia scolorita era invasa dalle ombre delle grosse nubi grige, pronte a scaricare la pioggia da un momento all'altro. Si guardò intorno, diversi relitti come vecchie casse o travi di legno invadevano il paesaggio tropicale, ma in particolare due lenti di vetro luccicavano a un passo da lui. Il castano si gettò sull'oggetto, ovvero i suoi occhiali, erano intatti. Li guardò per un po', i suoi amici...quelle lenti gliele avevano regalate loro!
Forse loro erano gli unici che realmente lo volevo per ciò che era, gli unici a cui non aveva infranto l'esistenza. Doveva tornare da loro, ma come?
Non aveva zattere o altri mezzi per abbandonare l'isola ed Hero non era di certo una soluzione ragionevole a cui chiedere aiuto.

"Allora, non ho una zattera, ma posso farmene una" Constatò, guardando sorridente le travi intorno a lui.

Colpo dopo colpo, asse dopo asse, quando il sole stava per giungere il culmine della giornata e la pioggia era ormai iniziata a scendere placida, una zattera di aliane e legno si ergeva sua riva. Lyon era pronto, guardò un ultima volta lo spazio che lo circondava, scorgendo la radura in cui aveva incontrato il demone.
Stava scappando da lui?
A quel pensiero tentennò un attimo, lui non voleva lasciarlo. Non voleva abbandonarlo lì, senza uno straccio di spiegazione.
Ma perché gli importava?
Si sentiva come se dentro di lui vi fosse una gabbia per farfalle e, malgrado queste avessero la via di fuga assicurata, svolazzavano leggere nel suo stomaco.
Cos'era quella strana sensazione che cresceva in lui?
Paura? Forse, oppure no...
Senza accorgersene era già salito sulla zattera, intento a prendere il largo, ma le onde erano già alte e la pioggia sempre più forte.

«LYON!» Gridò Hero dalla riva, vedendolo ormai nel bel mezzo del finimondo.

«VATTENE HERO!!» Gridò il castano, dandogli le spalle.

«NO! Io non ti lascerò andare verso morte certa» Il demone si detta uno slancio, spiccando il volo verso la zattera.

Un onda più che minacciosa arrivò prima di lui, ingoiando il giovane leone in un sol boccone.

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Zalve people,

State plonti

Lyon: Why?

because good things will happen!

Lyon: Noooope! Fuck is there! I'm out!! Nope! Fuck! Fuck you!

Emm...mi sa che il leoncino è ciclato  ._.

Hero: Probably...

Lyon: *fissa Hero*

Hero: *lo prende a mo' di sposa e lo porta via*

Era ora Hero!! *Applausi*






PS: non sono certa che domani esca il capitolo, se riesco uscirà di sera, Sorry -3-

"Ꮍꮻꮜ ꭺꭱꭼ ꮇꭹ ꭰꭱꮜꮐ" (Ꮋꭼꭱꭹꮻ𝙽)Where stories live. Discover now