l'imprevedibile Casanova

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Floria, 47° piano. Aincrad.

“Ahhh! Non ricordavo che il Giardino Fiorito fosse così bello!”

Asuna e Kirito passeggiavano sotto il sole cocente tra le strade a mattoni rossi che s’incrociavano fra le miriadi di fiori colorati del 47° piano.

“Già, senza dubbio gli sviluppatori devono essersi dati molto da fare per raccogliere tutti i profumi dei fiori, per non parlare del design, e trasformarli in dati virtuali”

“Kirito-kun, sei sempre così tecnico. Pensa a goderti solo il momento” sospirò Asuna.

Lo Spriggan nero arrossì e fece di tutto per non incrociare lo sguardo della sua ragazza. Le loro mani si sfiorarono, ma non le allontanarono: le loro dita si cercarono e si intrecciarono. I due ragazzi sorrisero.

“E’ proprio per questo che ti ho portata qui, oggi. E’ una giornata così serena e ho pensato che ci potessimo rilassare da soli…”

A quelle parole Asuna non ribatté, ma si godette in silenzio la vista delle immense praterie color arcobaleno e del cielo “non-ti-scordar-di-me” con una piacevole stretta allo stomaco. Notò altre coppiette che, come loro camminavano a braccetto parlottando; sembravano felici. Si chiese se anche loro apparissero così e strinse la mano di Kirito, avvicinandosi di più a lui e allargando il suo sorriso. Arrivarono all’entrata nord del primo villaggio del piano, ma non vi si incamminarono, preferendo seguire una piccola via che si allontanava verso il dungeon; prima di uscire dalla safe-zone, però, deviarono in un sentiero seminascosto tra il folto degli alberi, salirono su una collinetta e finirono in un piccolo spazio affacciato sulle strade sottostanti dove i giocatori provavano le proprie skills per aumentare di livello. Nessuno li avrebbe raggiunti lì ed era anche difficile vederli, quindi potevano ammirare i prati fioriti senza essere disturbati da mostri o avventurieri.

Asuna aprì l’inventario e fece apparire una coperta rossa a quadri che avrebbe funzionato anche da tovaglia quando avessero avuto fame. La sistemò a terra e vi ci si sedette sopra, aspettando che anche Kirito facesse lo stesso. Quando ciò accadde, appoggiò la testa sulla sua spalla senza sentire alcun imbarazzo e Kirito le passò un braccio attorno alla vita.

“Finalmente possiamo stare un po’ soli…”

“Già..”

Kirito si girò verso di lei e il suo volto si avvicinò lentamente a quello della sua ragazza, fino a che le loro labbra si incontrarono. Era uno dei soliti lunghi baci dolci che ormai Asuna conosceva a memoria, ma ogni volta che sentiva il respiro di Kirito sulla propria pelle e osservava i suoi occhi socchiudersi, l’attimo eterno prima del bacio, avvertiva le stesse emozioni come se fosse la prima. Cinse il collo di lui con le sue braccia e lo strinse con più forza: erano soli, non aveva bisogno di alcun pudore. Lui dovette pensarla allo stesso modo, perché la attirò a sé in modo che i loro corpi fossero a stretto contatto e cercò di farla stendere sotto di lui, approfondì il bacio…

“Mamma! Papà!”

A quel richiamo Kirito e Asuna sobbalzarono e si staccarono come se si fossero scottati, allarmati e imbarazzati per essere stati colti in flagrante. Da una delle tasche del cappotto di Kirito, spuntò Yui, ancora assonnata, che si massaggiava un occhio nel tentativo di svegliarsi completamente e che sembrava non essersi accorta di niente; svolazzò fuori e abbandonò la forma di Pixie per tornare a quella di una bambina qualunque nel suo semplice abito bianco e si sedette affianco ai suoi “genitori”, che nel frattempo si erano sistemati.

“Yui-chan! Ben svegliata”

Asuna abbracciò sua figlia, contenta di vederla nonostante li avesse interrotti, mandando sguardi d’intesa a Kirito che si avvicinò e salutò a sua volta la bambina.

Oneshots SAOWhere stories live. Discover now