Tough Love

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Paulo sospirò mettendosi una mano fra i capelli. Tutto quello che l'argentino desiderava era andarsene a casa e rilassarsi. La partita giocata contro il Milan lo aveva lasciato totalmente privo di energia.

Infilandosi una mano nella tasca dei pantaloni, tastò le chiavi di casa e le tirò fuori, mentre un piccolo lamento gli sfuggì dalle labbra, trovando il suo unico conforto nel pensiero che da lì a poco si sarebbe lasciato morire sul proprio letto. Uno sguardo confuso si fece spazio sul suo volto quando si avvicinò finalmente al materasso, nel sua camera da letto. Il lenzuolo era tutto disfatto e nascondeva una figura magrolina rannicchiata.

Celine era sdraiata fra le coperte, i capelli sparsi disordinatamente sulla faccia. Paulo ridacchiò, spostandole le ciocche dal volto dolcemente.

"Celine." Sussurrò scuotendola leggermente, facendole aprire gli occhi e interrompendo così il suo sonnellino, "Che ci fai qui?"

Lei si rannicchiò più vicina a Paulo, che allora la sollevò appena, iniziandola a cullare sul proprio grembo, "Serena si starà chiedendo dove sei." Aggiunse ottenendo solo un gemito di lamento in risposta, alla menzione del nome di sua sorella.

"Sa che non sono a casa." Mormorò sul suo collo, "Ho visto la partita. Quel goal è stato spettacolare." Paulo le baciò la fronte mentre una piccola risata venne fuori dalla sua gola.

"Solo per te."

"Abbiamo litigato." Celine cominciò allora tirandosi su seduta, "E ha iniziato a farmi tutte queste domande da pazza." Paulo l'ascoltava attentamente, un sorriso premuroso sulle sue labbra mentre la osservava parlare così arrabbiata, senza che nemmeno se ne rendesse conto.

"Glielo hai detto?" Le chiese quando lei, tutta rossa in viso, si prese una pausa per riprendere fiato. Celine scosse la testa. Non avrebbe mai ferito Paulo né tantomeno avrebbe messo a rischio la sua carriera; e non avrebbe mai neppure osato raccontare a qualcuno di loro due, se significava non avere problemi e vivere la relazione nell'ambiente più tranquillo possibile.

"No." Celine scosse la testa ancora una volta giocherellando con le dita di Paulo, "Quando non le ho più risposto mi ha portato in una clinica." Serena l'aveva trascinata in quel posto subito dopo la chiamata con la madre, quando si era rifiutata di rispondere alle sue domande.

"Quindi prendi la pillola?" Domandò con un sorriso scaltro lui, "Non devo più sprecare i miei soldi in profilattici?" Celine gli colpì il petto, con gli occhi ancora chiusi.

"Non è divertente." Bisbigliò sul suo collo.

"Dovremmo provare?" Chiese lui, le mani scivolarono lungo le curve del corpo della ragazza e si fermarono quando toccarono l'orlo del suo intimo. Le dita che sfioravano la sua pelle morbida.

Il respiro di lei si fece più pesante quando percepì le sue mani fredde sulla propria pelle tiepida; Paulo ghignò soddisfatto, "Ti piace?" Celine annuì aprendo gli occhi marroni.

Le sue labbra tracciarono una scia sul collo di lei, mordicchiandolo appena. Celine chiuse ancora una volta gli occhi per il piacere, mentre la mano di lui percorreva la sua pelle dorata.

Poi si allontanò un poco per osservarla. L'amava, amava quella donna. Celine sollevò le palpebre, alzando le sopracciglia per fissare lo sguardo sui suoi occhi verdi. Lo amava. Nonostante tutti i rischi che c'erano per loro, là fuori.

Tirando i suoi pantaloni, Celine tentò disperatamente di levarglieli, "Le cinture più economiche si tolgono più facilmente." Si lamentò sconfitta e Paulo procedette a sfilarseli da solo.

Poi, non perse neanche un secondo e fece connettere le loro labbra, succhiandole con avidità quello inferiore; Celine emise un gemito. Strinse il suo bicipite e inarcò la propria schiena chiudendo ogni spazio rimasto tra loro.

Piacere le bollì nel sangue e si propagò per tutte le sue vene, facendola sentire viva e importante. Paulo si staccò un istante a causa del suo bisogno di aria, mentre Celine si lasciò sfuggire quei gemiti che fino ad allora si era tenuta dentro.

"Dio, ti amo." Mormorò il ragazzo tirando l'orlo delle mutande in pizzo che la sedicenne stava indossando, lanciandoli poi da qualche parte sul pavimento, proprio affianco agli altri vestiti di cui si erano già spogliati.

Celine lo guardò intensamente, non appena lui iniziò a togliersi la maglietta bianca. Lo fece sdraiare ancora una volta, lei sopra di lui, il volto nascosto nel suo collo, respiri contro respiri. Con una mano iniziò a tracciare i contorni del suo tatuaggio sul torace, mentre le loro pelli si sfioravano incandescenti.

Paulo si sistemò meglio, dopo aver invertito le loro posizioni, entrando lentamente dentro di lei; le morse un labbro, "Paulo.." Sussurrò il suo nome estasiata.

Sostenendo il proprio peso con le braccia, appoggiate al lato della testa di lei, cominciò a muoversi con movimenti sempre più rapidi, mentre delle imprecazioni miste a parole dolci venivano sussurrate al collo di Celine.

Lei schiuse le labbra, passandogli una mano fra i capelli. Piccoli suoni e respiri corti uscivano dalle sue labbra carnose. Paulo prese a baciarle il collo, sapendo che lei fosse spaventata tanto quanto lui dall'amore che provavano l'uno nei confronti dell'altro.

Sentì il respiro aumentare ancora, trattenendo frattanto un profondo gemito gutturale; si scambiarono le posizioni un momento e Celine si mosse lentamente percependo la frizione tra i due.

Le mani di lui le tenevano i fianchi saldamente e lei fremette sotto il suo tocco. Paulo si meravigliò del corpo che possedeva, per una ragazza della sua età, maturo e appagante da toccare. Cambiò nuovamente le posizioni, aumentando il ritmo lussurioso.

Celine ansimò liberamente, Paulo piegò la testa più vicino a lei, "Dimmi che nessuno ti scoperà mai come faccio io, o ti amerà come faccio io." Sussurrò, "Non importa l'età. Dimmi che non hai mai amato nessuno come ti amo io, come io mi preoccupo per te. E che sei fottuta tanto quanto me, per amarti così tanto."

Celine tremò, "Amo te, amo te e solo te." La sua voce era ansimante, "Per sempre." Il suo respiro era irregolare, ma ogni singolo muscolo del suo corpo era pervaso di una gioia rara e innaturale, ma comunque così preziosa.

"Ci-ci sono quasi." Mormorò poi spingendolo più vicino a sé. Paulo gemette, le spinte sempre più veloci.

"Per sempre." Rispose lui quando Celine si accoccolò più vicina ancora. I loro corpi grondanti per il sudore, i capelli appiccicati alla fronte.
Sapevano entrambi quanto fosse sbagliato, eppure stare insieme sembrava così giusto.

red lips - paulo dybalaWhere stories live. Discover now