9 - Koharu

1.5K 218 59
                                    

- Quindi mi stai dicendo che tutti quelli che vivevano all'orfanotrofio con te sono stati assassinati? -

- Già. -

- E che tu hai convissuto per tre giorni con dei cadaveri? -

- Già. -

- E che quando hai sentito la polizia dire che l'assassino doveva essere per forza l'unico ragazzo a non essere presente, anziché entrare e spiegare la tua versione dei fatti, sei scappato via? -

- Già. -

- ...Scusa, ma allora te la sei proprio cercata... - Sospirò Koharu lasciandosi cadere su una sedia girevole.

- Non è vero! - Esclamò Haisha. - Se fossi entrato, mi avrebbero arrestato all'istante! -

- Ma che dici? - Ribatté lei alzando gli occhi al cielo. - Su quei corpi quasi sicuramente dovevano esserci ancora le impronte digitali del vero criminale. Sarebbe bastato un semplice controllo per stabilire che non eri stato tu. -

- Ecco... In realtà... - Mormorò il moro chinando leggermente lo sguardo.

- Non ci credo! - Esclamò la bionda mentre si piegava in avanti, strabuzzando gli occhi. - Tu hai toccato quei corpi il giorno stesso che sono morti!? -

- La... La mattina dopo... - Disse il ragazzo in un bisbiglio.

- Congratulazioni. - Disse allora lei voltandosi verso i due fratelli. - Non avete accolto in casa un semplice assassino, bensì uno psicopatico. -

All'udire quelle parole Haisha, in piedi di fronte a Koharu, chinò leggermente il capo, non sapendo cosa dire per giustificarsi.
Bé, non che avesse alcuna giustificazione.

"L'ho fatto di nuovo... Ancora una volta avrei potuto benissimo passarla liscia e invece mi sono rovinato da solo... Sono davvero un..."

- Ehi. - Lo riportò alla realtà la voce della sedicenne.

Il ragazzo allora sollevò lo sguardo verso di lei, strabuzzando gli occhi nel notare che gli stava sorridendo.

- Guarda che stavo scherzando. -

- Il tuo umorismo non lo capisce nessuno, dovresti smetterla. - Intervenne a quel punto Tenshi.

- Chiudi il becco mostriciattolo. - Ribatté la ragazza voltandosi di scatto verso di lui e rivolgendogli un'occhiataccia ammonitrice.

Quindi si voltò nuovamente verso il quindicenne, addolcendosi all'istante nel vedere la sua espressione, frustrata e malinconica al tempo stesso.

- Non dicevo sul serio. - Ripeté sorridendo. - Anzi, a dirla tutta anche io ballerei volentieri sulla tomba di un paio di persone... -

- Ma sei un medico! Non puoi dire certe cose! - Si intromise nuovamente il corvino.

- Tenshi! Sto cercando di fare la psicologa, puoi tacere per cinque minuti!? -

E a quella sgridata il bambino sussultò, andandosi subito a nascondere dietro il fratello, che invece osservava la scena con uno sguardo impassibile.

- Dicevamo... - Sospirò Koharu mentre si voltava per l'ennesima volta verso Haisha. - Se hai intenzione di rimanere con quei due ancora per molto, cosa che sinceramente ti sconsiglierei ma sono affari tuoi, allora significa che ci rincontreremo spesso. Quindi è il caso che ti avvisi subito, per evitare ulteriori malintesi.
Allora, sappi che: il 70% delle cose che escono dalla mia bocca sono delle scemenze... E utilizzo questo termine solo perché c'è un bambino qui con noi... Il 10% sono sgridate... -

- Io direi anche il 100%... -

- Tenshi! -

- Ecco, è proprio di questo che parlavo... -

- E va bene, allora facciamo che il 20% delle cose che dico sono delle sgridate. -

- A me sembra ancora un po' poco... -

- Ok! - Esclamò la ragazza, a dir poco esasperata. - Allora facciamo che il 50% sono scemenze, il 45% sono sgridate e il 5% sono cose sensate. Vi va bene così?! -

- Io abbasserei quel 5% a uno 0.000000001%. -

- Tenshi... -

- Inizio a correre? -

- Sì, io conto fino a dieci. -

A quella risposta il bambino sussultò e, dopo essersi guardato rapidamente intorno, subito iniziò a darsi alla fuga per le stanze della clinica, mentre la ragazza dall'uno passava direttamente al dieci, per poi mettersi all'inseguimento.

- Che matti. - Rise leggermente Haisha mentre si sedeva sul divanetto della sala d'aspetto.

Akuma invce accennò un sorriso, per poi sedersi a sua volta.

E così, essendo uno amante del silenzio mentre l'altro quasi muto, nessuno disse nulla e i due rimasero semplicemente seduti l'uno accanto all'altro, ascoltando con un sorriso divertito sulle labbra il vociare concitato che veniva dalle altre stanze della clinica, ovvero le grida di Tenshi e i rimproveri di Koharu, ai quali si aggiunsero dopo alcuni minuti quelli di sua madre, la proprietaria della clinica, che a quanto pareva alla fine si era resa conto di dover intervenire se non voleva che la cosa continuasse ancora a lungo.

Così per alcuni istanti scese il silenzio più assoluto e Haisha chiuse gli occhi, come per assaporarlo a pieno.

Ma non duro a lungo, infatti solo pochi secondi dopo una voce ruppe come con prepotenza quel silenzio che il moro avrebbe quasi potuto definire idilliaco.
Una voce che, benché appartenesse a Koharu, Haisha associò a ben altre persone.


- Hai perso! - Stava esclamando infatti la ragazza da una delle stanze più vicine. - Pi! E!... Erre... Ehm... Sai che ti dico? Lasciamo il lavoro delle cheerleader alle cheerleader... Hai perso!!! -

Uno così non può portarle che guai...

- Che bambina... - Sospirò Tenshi.

Farebbe meglio a stargli alla larga, qui lo facciamo tutti...

- Ma da che pulpito, perdente! - Ribatté la ragazza scoppiando poi a ridere.

Pensi che è così perdente da non essere riuscito neanche a salvare suo padre da un banalissimo raffreddore...

- E va bene! Ho perso! Sei contenta adesso? -

In fondo... è solo un perdente...

- Contentissima, caro io mio perdente! -

L O S E R

P E R D E N T E

H A I S H A

MORITE! MORITE TUTTI QUANTI!!!


E poi tutto d'un tratto accadde qualcosa.
Qualcosa che lo riportò alla realtá con fermezza e delicatezza al tempo stesso.

Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla sinistra, quindi venne tirato leggermente verso destra e alla fine, senza che lui stesso capisse come, si ritrovò a poggiare il capo su una spalla.

- Aku... -

Ma non finì neanche di pronunciare il suo nome, che l'albino scosse leggermente il capo, come a dirgli di rimanere in silenzio.

Quindi il moro annuì leggermente con il capo, per poi chiudere gli occhi, mentre il suo corpo lentamente smetteva di tremare.

Solo il suo cuore non smise e, anzi, prese a battere con ancora più foga di prima.

Loser //Yaoi//Where stories live. Discover now