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- Bene, direi che potete andare adesso. - Sorrise la psicologa mentre apriva uno dei cassetti della scrivania, riponendo al suo interno i documenti appena compilati.

Haisha e Akuma si diressero allora verso l'uscita, ma non avevano ancora varcato la soglia, che la voce della dottoressa Kumaru li fermó.

- Tanto perché tu lo sappia, Haisha... - Disse la donna assottigliando leggermente lo sguardo. - Questo non è un hotel, ma un centro di recupero minorile. Sappiamo che sei un assassino. Non sei qui perché abbiamo deciso di prendere te al posto di Tenshi, ma perché, dopo che il direttore ha parlato con la centrale di polizia, è stato deciso di affidarti a noi anzichè ad un riformatorio qualsiasi. -

All'udire quelle parole, lo sguardo di Haisha vacilló e il ragazzo si ritrovò a boccheggiare, aprendo la bocca con l'intento di giustificarsi, negare di aver ucciso lui quei ragazzi dell'orfanotrofio o dire una qualsiasi altra cosa, ma incapace di emettere alcun tipo di suono.

- Kumaru! Possibile che devi essere sempre così dura!? - Esclamò a quel punto Shika alzandosi di scatto dalla sedia.

- Tu sei troppo dolce se è per questo. - Ribattè all'istante la corvina voltandosi di scatto e rivolgendo anche alla collega un'occhiataccia.

La bionda sussultò leggermente nel ritrovarsi improvvisamente quello sguardo di ghiaccio puntato contro, quindi si voltó verso i due ragazzi, che ancora stavano fermi davanti alla porta, e fece loro segno di andare.

~

Quando i due arrivarono in mensa, vi trovarono solo pochi ragazzi, seduti tutti allo stesso tavolo e intenti a chiacchierare e ovviamente a fare colazione.

Haisha, senza neanche bisogno che Akuma glielo indicasse, andò subito a sedersi nel tavolo posto dall'altro lato della mensa, il più lontano possibile da quegli altri.
Ma nonostante fossero così distanti, i due continuarono a sentire anche da lì le loro voci forti e chiare.

Non stavano parlando di nulla in particolare in realtà, ma solo di cosa avrebbero fatto quel giorno, di quanto le psicologhe fossero insopportabili e via dicendo.
Haisha ormai quasi era riuscito ad ignorarli completamente, quando ciò che disse uno di loro attirò all'istante la sua attenzione.

- Ehi, secondo voi perché quello lì è tornato? -

A quella domanda sulla tavola scese il silenzio e gli altri ragazzi iniziarono a guardarsi l'un l'altro, come in attesa che uno di loro prendesse la parola.
Ci vollero alcuni istanti prima che qualcuno si decidesse finalmente a rispondere.

- Bè, semplicemente lo avranno riacciuffato, no? - Disse una ragazza con un'alzata di spalle.

- Ma perché solo lui? - Ribattè il ragazzo. - Non so se ve lo ricordate, ma era quella pulce a dire in continuazione quanto gli piacesse ammazzare gente... Per non parlare poi di quando passeggiava canticchiando per i corridoi in piena notte! -

- Io credo che alla fine sia meglio così. - Si intromise un altro ancora. - Sono felice che quel moccioso non sia tornato. Era così inquietante... -

Haisha alzó allora lo sguardo verso Akuma e sussultò nel notare quanto le nocche gli fossero diventate bianche nel semplice gesto di afferrare il cucchiaino, sembrava quasi che stesse per spezzarlo da quanto forte lo stava stringendo.
Probabilmente, se solo avesse potuto parlare, a quell'ora sarebbe già "esploso" contro di loro.

- E quell'altro invece? - Chiese poi un altro ragazzo. - Non mi sembra di averlo mai visto... -

- E lo credo bene! - Esclamò una alzando gli occhi al cielo. - Ti ricordo che sei qui da tre anni e non credo proprio che ultimamente tu abbia avuto chissà quante occasioni per uscire a socializzare. -

Loser //Yaoi//Where stories live. Discover now