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Stiles sgattaiolò fuori dalla sua stanza, facendo attenzione a non essere beccato da Aiden e Ethan, i maggiordomi-spia (secondo la visione che Stiles aveva di tutta la faccenda, ovviamente) di suo padre, e ad evitare con cura la cucina, dove sicuramente era appostato Aiden che non avrebbe esitato a riferire ad Ethan (e di conseguenza a suo padre) i suoi spostamenti (fughe, Stiles, si tratta di vere e proprie fughe...gli sembrava quasi di sentire la voce di Scott che glielo ripeteva per la milionesima volta)

Il fatto che suo padre fosse un ricco e famoso imprenditore poteva essere un problema, soprattutto se poi era anche un genitore terribilmente apprensivo. Che Stiles fosse leggermente indisciplinato era risaputo (ribelle, Stiles, sei un ribelle...avrebbe protestato Aiden, ma lui esagerava sempre), e non c'era modo che non si cacciasse nei guai almeno una volta al giorno, ma da quando suo padre aveva iniziato a ricevere quelle minacce non aveva più avuto pace nè la minima libertà di movimento.

Insomma, era pur sempre un ragazzino di diciassette anni, con un gruppo di amici, una propensione a cacciarsi nei guai pressochè unica e una logorrea che avrebbe fatto invidia a Sheldon Cooper. Senza contare, ovviamente, che era iperattivo. Davvero iperattivo. Della serie che non sta mai ferma, non smette un secondo di parlare a manetta e processa una quantità assurda di pensieri (incoerenti, perlopiù) in pochi nanosecondi.

L'ultima trovata di suo padre, poi, era una guardia del corpo. Sul serio? Come nei film? Okay, per un attimo poteva anche sembrare divertente, ma se poi Stiles si fermava un minuto a riflettere sulle implicazioni...beh, a quel punto diventava un incubo.
Soprattutto perchè aveva deciso di indagare. Sì, aveva tutte le intenzioni di scoprire il mittente di quelle lettere minatorie e consegnarlo alla giustizia. Insomma, il suo sogno era sempre stato entrare nelle forze dell'ordine, e ora che aveva un vero caso tra le mani (non come quella volta in cui Lydia aveva perso la sua pelliccia -rubata, Stiles, è stata rubata- o la clinica veterinaria in cui Scott lavorava era stata vandalizzata da un gruppo di ubriachi) non poteva rinunciarci a causa di un tizio che gli sarebbe stato appiccicato al culo come un'ombra.

Quel giorno suo padre lo aveva avvisato che gli avrebbe presentato tale Derek Hale, il suo nuovo bodyguard, e lui non aveva alcuna intenzione di farsi trovare lì. Aveva appuntamento con Isaac, che gli avrebbe presentato un suo amico esperto di computer. Le minacce, infatti, arrivavano via mail da un server criptato e lui aveva tutta l'intenzione di venire a capo della faccenda. Non avrebbe rinunciato per nulla al mondo, e di certo non per un tizio assunto per seguirlo dappertutto. Anche perchè se suo padre avesse saputo cosa stava facendo probabilmente lo avrebbe relegato in casa per anni.

Stiles accese il telefono, controllando i messaggi, e ne trovò due.

Da: Papà

Stiamo arrivando, fatti trovare in soggiorno.

Da: Isaac

Amico, ti aspettiamo per le quattro.

Stiles ignorò il messaggio di suo padre e mandò un veloce "ok" al suo amico, aprendo velocemente la porta di ingresso e...scontrandosi con qualcosa di duro. Qualcosa che somigliava terribilmente ad una persona.

-Stiles?-chiese, stupito, suo padre, con ancora le chiavi di casa strette in una mano.

Il ragazzino, però, si limitò ad una risatina nervosa, alzando lo sguardo sulla cosa contro cui si era scontrato e incontrando un paio di occhi smeraldo che lo scrutavano e delle folte sopracciglia che...sì, lo stavano decisamente giudicando.

-Papà.-esordì poi Stiles.-Stavo giusto...venendo ad aprirvi.-mentì, risultando veramente poco credibile.

Noah Stilinski alzò gli occhi al cielo.-Certo, con le scarpe e la giacca addosso.-

-Beh, devi ammettere che fa piuttosto freddo in questa stagione e secondo il mio modesto parere questa casa è gelata. Sai, sarà perchè è antica.-

-L'hanno costruita cinque anni fa.-gli fece notare il padre, sbuffando.

-Beh, papà, cinque anni sono un'eternità no? Insomma, pensa a quante cose possono succedere in cinque anni...un'invasione aliena, un'apocalisse zombie...e poi, ehi, io cinque anni fa portavo ancora quell'orrendo apparecchio per i denti ed avevo quei capelli rasati che erano un attentato alla pubblica decenza, quindi sono cambiate un sacco di cose! E poi oggigiorno le case invecchiano più in fretta...sai, l'inquinamento, l'effetto serra...-

-D'accordo Stiles, entra in casa e fai entrare anche noi. E, per l'amor del cielo, smetti di parlare.-

Stiles mise su un piccolo broncio, poi si rese conto che in tutto quel tempo non aveva tolto le mani dal petto dell'uomo dalle sopracciglia parlanti e si schiarì la voce, arrossendo e facendosi da parte.

Suo padre lo afferrò per un gomito e lo fece sedere sul divano del soggiorno, facendo cenno all'altro uomo di sedersi con loro e scusandosi a nome del figlio per quella scenetta.

-Allora, Stiles, lui è Derek Hale ed ha il compito di proteggerti. Da oggi ti seguirà ovunque tu vada, quindi cerca di non farlo impazzire.-esordì suo padre.

Stiles lanciò un'occhiata a Derek, che non aveva mai distolto lo sguardo da lui, e si grattò la nuca, imbarazzato.-Senti, papà, ne abbiamo già parlato...non ho bisogno di una guardia del corpo.-protestò debolmente. Poi si rivolse a Derek, impacciato.-Senza offesa.-
Il più grande si limitò a fissarlo e inarcare un sopracciglio. Davvero eloquente, grazie tante.

-E io ti ho già detto che non è una decisione che spetta a te. Sai che lo faccio per il tuo bene. A maggior ragione adesso che devo partire per lavoro.-replicò Noah, fermo.

-Avevi detto che non saresti andato!-ribattè Stiles, sgranando gli occhi. Lo sguardo del padre si addolcì e allungò una mano per accarezzargli brevemente la testa.

-Lo so, mi dispiace. Sai che non posso mandare qualcun altro e i clienti giapponesi non possono...-iniziò, subito interrotto da Stiles, che scosse la testa.

-Ho capito. Lo so, scusa.-disse, abbassando il capo sulle sue scarpe e iniziando a giocherellare con le dita come faceva ogni volta che era nervoso.

-Però potresti venire con me.-propose Noah, come aveva già fatto almeno un milione di volte.

-Ho la scuola papà.-scrollò le spalle Stiles.-E poi finirei per stare chiuso in un albergo tutto il giorno.-e non avrei la possibilità di indagare aggiunse mentalmente.

-Sì, hai ragione.-acconsentì Noah.-Comunque avrai Derek con te, quindi non dovrai temere niente.-

-Quanto starai via?-domandò Stiles, ignorando volutamente l'ultima frase del padre. 

-Due settimane, forse un pochino di più se riesco a contattare anche i clienti di Kyoto e ad ottenere un incontro.-

-Oh.-annuì soltanto Stiles, facendo del suo meglio per nascondere la delusione e cercando di pensare ai lati positivi. Se non altro avrebbe potuto indagare in tutta libertà (dopo essersi liberato della sua nuova babysitter muscolosa e musona naturalmente)-E quando parti?-

Noah Stilinski sembrò esitare nel rispondere a quella domanda, evitando lo sguardo del figlio il più possibile.-Stasera.-disse alla fine, abbassando la testa quando vide chiaramente il sussulto del figlio.

-Ma domani...-provò a dire Stiles, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dal tradimento.

-Non posso modificare la data.-tagliò corto Noah, alzandosi in piedi e allungando una mano per accarezzare nuovamente la testa del figlio ma ritirandola subito dopo e limitandosi a un sospiro sconfitto.-Bene, adesso devo tornare al lavoro, quindi vi lascio da soli a conoscervi meglio, dato che passerete insieme un sacco di tempo.-tentò di sorridere infine, voltando le spalle a entrambi e dirigendosi all'uscita, dove lo aspettava Chris, la sua guardia del corpo.

Stiles si accasciò sul divano, sospirando. Il suo cellulare segnava le quattro e Isaac gli aveva già mandato un messaggio per sapere dove fosse ma lui non aveva più intenzione di andare. Digitò velocemente un paio di frasi all'amico, che sapeva avrebbe capito perfettamente, e gettò un'occhiata a Derek, che non aveva smesso un secondo di scrutarlo con sguardo critico, quasi lo stesse valutando. Stiles gli lanciò un'occhiataccia, benchè non ce l'avesse davvero con lui, e si alzò velocemente, salendo le scale in un attimo e sbattendosi la porta di camera sua alle spalle. Sentì Aiden che gli gridava di non sbattere le porte e alzò gli occhi al cielo. Si prospettava veramente una giornata fantastica.

Bodyguard ~ SterekWhere stories live. Discover now