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Raga usciamo, vi prego, non posso stare a casa, finirei per impazzire.

Invio questo messaggio privo di gioia su whatsapp, e il cellulare inizia a suonare all'impazzata

Toni: Stasera suono all' excelsior! Venite lí! Cena chic gratis! E ci sará anche un mio caro amico che mi accompagnerà in qualche pezzo con la chitarra, forse anche lui porterà degli amici! Ci sarà da divertirsi!

Cami: Siii ho sempre sognato andare in quel posto! È una figata pazzesca e ci va sempre un sacco di gente conosciuta! Sono belli questi amici Toni? Dettagli, vogliamo dettagli!

ah beh allora... quasi quasi rimango a casa a tagliarmi le vene. Ps: io non voglio nessun dettaglio.
Rispondo con la stessa gioia messa nel primo messaggio,mentre mi incammino verso casa.

Cami: Stai zitta. Ci vediamo alle 20 lí PUNTUALE! E NON TI VESTIRE SEMPRE DI NERO SANTO DIO!

Dopo questo messaggio isterico di Cami mi ritorna il sorriso, devo andarci, infondo sempre meglio di deprimermi a casa. Adesso che finalmente ho deciso, mi ricordo di non avere nulla che possa mettere per andare in un posto come quello. Mi aggiro per via Padova alla ricerca di qualche vestito che colpisca la mia attenzione dalle bellissime vetrine decorate dei negozi. Mi fermo davanti una boutique molto carina e colorata, non si direbbe il mio stile ma scelgo di entrare, se mi vesto di nero stasera credo che Camilla mi butti fuori del locale. Entro salutando cordialmente la commessa e chiedendole qualcosa di elegante ma non troppo sgargiante per me, e la donnina sulla cinquantina mi accontenta all'istante mostrandomi tre scelte: un tubino bianco latte con una decorazone argentea sulla vita fatta di tantissime perline unite che formare uma cinturina, un abito a balze blu e un'altro rosso scintillante un po' troppo corto per i miei gusti. Scelgo di provare il bianco, immaginandolo giá nel mio armadio per sempre, é davvero bellissimo, scende dritto lungo i miei fianchi fasciando le mie curve in modo meraviglioso. Ebbene si, abemus vestito.

Arrivo al locale addirittura cinque minuti in anticipo, e appena mi vedono i ragazzi, non riesco a capire se siano più sorpresi del fatto che sia arrivata presto o perché sono vestita elegante e non di nero.
- Non guardatemi così idioti! - urlo mentre mi avvicino alla mia comitiva pronta ad entrare
-Ok adesso siamo sicuri che questa tipa sia Giulia, la solita cafona - Esclama Matteo provocando una risata generale.
Questo posto decisamente non fa per me, ma devo dire che è davvero spettacolare, colonne color crema praticamente in ogni angolo, pareti decorate, quadri splendidi su ogni superficie. Prendiamo posto in un tavolo al centro della sala. Toni ha invitato un'amico che porterà anche un'altra persona, e tutti, soprattutto Cami, sono stranamente allegri e nervosi allo stesso tempo, elettrizzati. Mi posiziono accanto a lei, cercando di non fare caso al fatto che guarda in continuazione la porta del locale, forse per vedere questi due ragazzi entrare.
Mi accorgo che sono entrati perché parlando con lei improvvosamente sgrana gli occhi come se avesse visto un mostro, non è sorpresa, come del resto tutti, sono soltanto agitati.
Mi giro anch'io a vedere gli ospiti e rimango di sasso. Non riesco a capire chi è quel ragazzo accanto ad Adan, perché guardo soltanto lui, tutti sono oscurati da lui. Si avvivina al tavolo seguendo l'amico, mi guarda senza staccarmi gli occhi di dosso. È sorpreso, lui non sapeva nulla, al contrario di questi stronzi al mio fianco, loro sapevano già tutto, l'ho capito dalla loro reazione. Adan si siede, davanti a me, saluta tutti evitando però di staccare i suoi occhi dai miei.
Io non apro bocca, sono troppo sconvolta e a disagio. Sussurro nell'orecchio di Camilla di voler andare in bagno e prima che possa replicare sono già in piedi, di scatto, verso l'uscita del locale.
Potevo inventarmi una scusa migliore, sono uscita invece di andare in bagno e si è notato tantissimo, ma non m'importa, voglio solo stare un po' sola con i miei pensieri. Mi siedo su una panchina difronte al ristorante, rispondo ai mumerosissimi messaggi che stanno intasando il mio cellulare tranquillizzando Camilla e Matteo che si sentono palesemente in colpa per aver organizzato questa cosa, mi chiedono scusa, mi spiegano tutto, Toni ha invitato questo ragazzo e lui gli ha chiesto se poteva far venire anche Adan, e alla notizia Matteo e Cami non se lo sono fatto ripetere due volte.
Rispondo di non essere arrabbiata con loro, ma di voler stare un po' da sola, il che è verissimo, so che quello che hanno fatto è stato solo e unicamente per il mio bene.
Infilo la mano nella tasca della giacca di jeans cercando le mie cuffiette, premo play a una playlist a caso, e riconosco quella voce, quella dannatissima voce che da settimane ormai sta affollando la mia mente, mi alzo in piedi strappandomi gli auricolari dalle orecchie com forza, lasciando che cadano a terra spaccandosi. In preda ad un'attacco di rabbia mi risiedo, incrociando le braccia per il freddo.
Dopo pochi minuti di un silenzio rumorosissimo avverto un calore avvolgente dietro la schiena. È una sciarpa, Adan la avvolge con cura facendo attenzione a non lasciare nessuna parte del mio collo scoperta. Poi, si siede accanto a me, poggiando una mano sul mio ginocchio, inclinandosi verso di me. Il suo tocco è caldo, piacevole ma allo stesso tempo elettrico, spiazzante.
- Dovresti avere più cura per le cose che possiedi- esclama ironicamente indicando le mie cuffiette sgangherate a terra mentre si accende una sigaretta.
- Ne vuoi una?- mi porge una malboro con aria interrogativa
Non fumo, l'ho fatto qualche volta ma raramente, solo quando sono nervosa e solo a scrocco.
- Si grazie - dico senza guardarlo, mi accingo per prenderla ma lui se la avvicina alla bocca, la accende e poi me la porge sorridendo
- tieni tesoro, si vede che non sei una fumatrice, te la accendo io- si rivolge a me sempre con toni ironico, ma più dolce e accattivante.
- Cosa ti fa pensare che non fumi?- Domando, impertinente come sempre.
Prima di rispondere mi prende la mano, la apre e inizia ad accarezzarne ogni centimetro. Ogni leggera carezza mi infiamma dentro, una sensazione indescrivibilmente bella.
- la tua mano- continua accarezzandola dolcemente - non è ruvida, ma morbida come un cuscino in piuma d'oca, la tua pelle è così pulita, alcuna imperfezione e alcuna puzza di fumo, e poi a prima vista non sembri una di quelle che ha bisogno di fumare- - ah- rispondo io totalmente deconcentrata dalle sue carezze -
- interessante - continuo, non riesco a far uscire altre parole dalla mia bocca, sono completamente in balia delle mie emozioni, adan stavolta lascia la mia mano sinistra per iniziare dinuovo ad accarezzarmi il ginocchio, disegnando cerchi piccoli e grandi con i polpastrelli.
Avvicina il suo volto al mio, obbligandomi a guardarlo negli occhi, e inizia a parlare, le parole gli scivolando dolcemente da quelle labbra carnose. Continua a disegnare con le dita sulla mia gamba, ma con più intensità, e ogni tocco è una scossa elettrica.
- Quanto vorrei scoprire cosa c'è dietro quel sorriso beffardo, quell'armatura che indossi costantemente- il suo tono è di una dolcezza infinita, passionale.
Continua a parlarmi ad un centimetro dal mio viso, ho una voglia incredibile di prenderlo per la giacca e baciarlo per ore, ma ha ragione, la mia armatura me lo impedisce.
- vorrei tanto spaccarla in mille pezzi -
Mi dice mentre stacca la mano dalla mia gamba per metterla dietro al mio collo, e in un'istante mi tira a sé di scatto bacia, mi bacia, e mi bacia ancora, con passione, quasi a volersi sfogare di tutto quello che è successo prima, di tutte le incomprensioni. Il suo bacio è potente, vorrei continuasse per sempre.
Non so quanto tempo é passato, ne ho perso la cognizione, sono in un'universo parallelo e metre tutto scorre intorno, noi continuiamo a baciarci incessantemente, quasi avendo paura che smettendo scopriremo che tutto questo è solo un sogno.
Adan stacca la sua bocca dalla mia per baciarmi il collo, poi accarezzandolo ripeturamente con il pollice mi sussurra all'orecchio - Perché non mi hai più chiamato? Perché sei fuggita così dal ristorante? Vorrei fossi sincera con me, non aver paura di dire ciò che pensi anche se potrebbe farmi male. - mi dice sincero, dev'esserci rimasto male per la storia del libro, quanto mi dispiace di aver combinato quel casino.
- Non ci crederai mai probabilmente ma l'ho perso in metro il giorno dopo. L'ho letto in una notte, è davvero un libro fantastico, e prima di salvare il numero purtroppo l'ho dimenticato sul vagone come l'imbecille che sono. Mi sono ripetutamente insultata per questo, e pensavo di non avere mai più un'altra occasione con te. Soprattutto oggi quando sei andato via senza salutare avevo perso le speranze- rispondo amareggiata, e all'improvviso mi blocca. - speranze?- domanda incredulo.
Stavolta qualcosa mi spinge ad aprirmi del tutto, ha ragione, devo abbassare la guardia ogni tanto, lo devo a me stessa e a lui.
- Si, speranze. Dalla prima volta che sei entrato nella mia dannata libreria non sei più uscito dalla mia mente. Per settimane ho ascoltato una canzone in loop senza sapere che quello che la cantava era il ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa. Quando ho perso il libro ho sofferto molto, perché seppur non ci conoscessimo da tantissimo tempo tu sei entrato nella mia mente e non ne sei più uscito, pensavo potessi essere un lampo di luce in mezzo al mio buio.- Vomito parole a caso, che non escono dalla mia mente ma dal mio cuore. Stavolta una lacrima solca il mio viso, alla vista, Adan la blocca con l'indice, accarezzandomi la guancia, guardandomi negli occhi con uno sguardo che non si può descrivere e mi porta a sé, tra le sue calde braccia.
- Quindi se il libro ti è piaciuto, noi abbiamo una cena da fare.- Si alza in piedi urlando a squarcia gola, scappa verso il ristorante dicendomi di aspettarlo lí, e in meno di due minuti è fuori e con delle chiavi in mano che tintinnano ad ogni sua falcata corre verso di me.
- abbiamo un'appuntamento da fare! Su! Monta in sella! Mi indica una moto poco distante da noi, nera lucida, fantastica. Mi porge il casco e me lo allaccia con cura, stringendomelo e poi mi invitandomi poi a salire.
Milano di notte è bellissima, le luci della citta illuminano la notte buia creando un'atmosfera surreale.

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