EXTRA 2 - To Fall in Love

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Leggo per l'ennesima volta la stramaledetta riga: "Si può definire come moto della proiezione P' di un punto P che si muove con velocità angolare ω..." ma prima anche solo di finirla, mi ritrovo a tracciare linee distratta, formando piccoli disegnini floreali sul bordo del dannato libro di fisica. A quel punto, abbandono la matita tra le pagine e chiudo il manuale, spostandolo con stizza e chinandomi, la fronte premuta contro la scrivania fredda.

Sospiro.

Studiare per i test di ammissione è uno strazio. Eppure, se voglio diventare qualcuno, dovrò farlo. Tiro su il busto e mi accascio di peso sullo schienale della sedia girevole, stiracchiando le braccia verso l'alto. Guardo fuori: è una bellissima giornata di tardo Agosto, eppure eccomi qua. Chiusa dentro casa come un topo.

Improvvisamente, il cellulare abbandonato sul letto – l'unico metodo per concentrarmi è averlo molto lontano – squilla: è arrivato un messaggio. Mi alzo e mi fiondo a pancia in giù: la lunga coda di cavallo mi ricade sulla spalla. Cerco di spostare i capelli incastrati fra le labbra mentre sblocco il telefono e leggo.

"Pequeña! Allora? Esci con me domani? Ho un disperato bisogno di trucchi nuovi!"

Mugugno disperata, ribaltandomi di schiena sul materasso comodo, i piedi penzoloni. Mi affretto a scriverle una risposta. "Dana, quante volte devo dirtelo che devo studiare? Sei il diavolo!"

Abbandono nuovamente il telefono sul letto, e mi alzo. Vado allo specchio, senza nessun motivo apparente se non quello di trovare una scusa per non sedermi di nuovo a leggere di moti e seno e coseno...

La maglietta di Hurricane è probabilmente larga tre o quattro volte me. Ci sprofondo dentro: nella mia immagine riflessa, sembro Cucciolo dei Sette Nani, con quelle maniche perennemente troppo lunghe per le braccia. Però, su questa maglia c'è il suo profumo. Prendo il colletto tra le dita e la annuso: il cuore sembra gemere in protesta.

Non lo vedo da ben una settimana: gli ho tassativamente vietato di presentare anche solo un suo ciuffo di capelli nella mia camera. Quell'individuo mi distrae.

Rido al pensiero di qualche settimana fa, quando era sdraiato sul mio letto – con i piedi in fuori, essendo fin troppo alto – e sbuffava peggio di una ciminiera, aspettando che finissi di studiare. Si era messo a leggere, girandosi e rigirandosi in tutte le posizioni: a un certo punto mi ero voltata a guardarlo e l'avevo trovato con le gambe poggiate alla parete, la testa in giù penzoloni dal letto e il libro al contrario davanti al viso.

Il bello è che riusciva anche a leggere così, col sangue probabilmente arrivato alle orecchie.

Il telefono tintinna nuovamente, facendomi sobbalzare e riemergere dai pensieri. Mi allungo per prenderlo.

"Studiare? No, tu non stai studiando, tu stai progettando un'arma di distruzione di massa. Non ti vedo da una VITA. E siamo anche vicine! Pensa quell'anima in pena del tuo ragazzo. Sarà distrutto! Lo trascuri! E peggio, trascuri ME! La ragione della tua esistenza, la tua migliore amica!"

Ridacchio e scuoto la testa. Appare subito dopo un altro messaggio, sempre suo.

"Neanche oggi vi vedete?! Un anno e sette mesi insieme sono tanti! Invitalo da te, no? D'altronde, abbiamo fatto insieme quel giro al negozio di intimo e comprato quella meraviglia per qualcosa, o sbaglio?" con tanto di faccine ammiccanti.

Arrossisco, continuando a ridere. "Vedrò di rimediare, va bene, ragione-della-mia-esistenza? E pensa alla tua vita sessuale, non alla mia! Comunque... domani da me, e muovi il tuo culone da nera in fretta. Papà fa il barbecue. Ti voglio qui a mezzogiorno, intesi?"

STORM (Completa)Where stories live. Discover now