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Nonostante la sua aria seria e gli occhi che mi stanno implorando di reagire, io mi limito ad appoggiare la schiena alla parete di vetro e restare a guardarlo come se fosse letteralmente uscito di testa. Non riesco a registrare le sue parole come se fossero vere e, anzi, mi sembra che tutto ciò faccia parte da un enorme scherzo, di cattivissimo gusto. Anche se è tutto molto atipico, quando parliamo di Ian.

"È uno scherzo di cattivo gusto." Rifletto a voce alta, incrociando le braccia al petto. "Ora sei tu che mi stai facendo perdere tempo."
" È tutto fuorché uno scherzo, Diana. Questa è la parte peggiore di me." Ribatte, restando immobile, a qualche passo da me. "E te l'ho nascosta, pensando erroneamente che se avessi provato ad essere migliore per te, avrei potuto reprimerla."
"Io non...non ci credo." Farfuglio pateticamente, continuando a guardarlo come se gli fosse spuntata una seconda testa.
"Non ci credi? Non credi che tu abbia condiviso il letto per così tanto tempo con un assassino?"  Mi chiede retoricamente, abbozzando un sorriso che mi fa venire i brividi. "Avresti potuto passare tutta la vita accanto a me senza avere il minimo sospetto. Ma le tue aspirazioni mi hanno portato a sentire il bisogno di dirti la verità. Credimi, se tu avessi accettato di abbandonare New York, io non ne avrei fatto parola. Mi sarei costruito una vita insieme a te, e avrei fatto in modo che tu mi vedessi come quel tipo di persona che ti meriti di avere accanto. Ma qui ci sono troppe cose che mi ricordano costantemente quello che sono veramente...un assassino."

E insieme ai brividi che mi attraversano la spina dorsale, inizio a sentire anche qualcosa come una verità pungente che si intrufola nella mia mente e spazza via ogni consapevolezza acquisita con fatica fino ad adesso. La prima cosa che realizzo è che mi sto trovando davanti un uomo totalmente estraneo, e la seconda, e forse quella più dolorosa, è che ho difeso fino allo sfinimento qualcuno che credevo innocente ma che, in realtà, è tremendamente colpevole.

Come ho potuto essere così cieca?

"Quindi, recapitoliamo..." Inizio incerta, premendo il palmo sul petto, sopra il cuore, sperando che in questo modo esso smetta di battere all'impazzata. "Tu hai veramente ucciso Clara e Laura, e mi hai manipolata, Dio sa per quale ragione, a tuo piacimento. Cos'è, odi le donne?"
"Ed ecco il motivo per cui tu non sia mai riuscita a risalire alla verità per conto tuo e perché il procuratore non sia riuscito ad inchiodarmi." Replica in tono pacato, riprendendo a fare avanti e indietro. " Avete pensato che l'unico motivo per cui io possa aver commesso i crimini sia per puro misoginismo. Non vi è mai nemmeno passato per la testa che possa trattarsi di un gesto dettato dalla paura di veder crollare la mia famiglia e tutto ciò che siamo riusciti a costruire."
"Le hai uccise per salvare i tuoi maledetti soldi?" Chiedo, lasciando trapelare tutto il disgusto che sento in questo momento per lui.

Dopodiché, apro la bocca per continuare e liberare tutta la rabbia che cresce dentro di me, ma la richiudo all'istante quando la voce mi si spezza ancor prima di iniziare. Perché, è come se avesse appena ucciso anche la parte migliore di me...quella che si fida ciecamente dell'idea che in tutte le persone ci sia della bontà , quella che non accusa mai qualcuno prima di essere sicura che sia proprio ciò che si merita. Ecco, quella parte la sento scivolare via alla velocità della luce. Talmente veloce che non sono in grado di afferrarla e ricucirla su di me.

"Per i soldi?" Chiede, rilasciando una risata isterica. "Clara l'ho uccisa perché era una maledetta sanguisuga che voleva vedere mia madre morta. McGregor si sbagliava, lei non aveva la minima intenzione di estorcere solo dei soldi da mia padre, voleva diventare la signora Roberts. Tant'è che, a insaputa di mio padre, ha incontrato mia madre e le ha raccontato per filo e per segno tutto quello che è successo tra di loro, persino i dettagli sessuali.
L'ha letteralmente distrutta. Nei mesi a seguire è caduta in depressione e ha tentato il suicidio ben due volte. E mentre i giornali speculavano su una sua scappatella in una isola esotica con un uomo che ha la metà della sua età, lei era rinchiusa in una clinica e riceveva, sempre a nostra insaputa, visite da Clara che, intanto, continuava con la sua missione. Voleva destabilizzarla mentalmente."
"E cos'è quella storia secondo la quale Clara abbia provato ad entrare nelle tue grazie?" Chiedo, assimilando avidamente ogni dettaglio che egli mi racconta.
"Una volta che ha capito che per mio padre non era altro che un giocattolino e che non avrebbe mai lasciato la madre dei suoi figli, ha ben pensato di tentare la fortuna con me." Mi spiega, ridendo nuovamente. "Pessima scelta. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso."

La seguente cosa che noto è la sua completa mancanza di pentimento per le azioni commesse. Lo vedo dal modo in cui si comporta, dalle risate che rilascia e dalla facilità con cui ne parla. Ho i brividi.
Quest'uomo, che pensavo di aver ormai imparato a conoscere, è solo un bel involucro che nasconde un cuore nero. Nelle sue vene circola un sangue freddo come il ghiaccio.

Mio Dio, è per lui che ho perso la testa?

"E Laura?" Lo intimo a continuare, tirando fuori il mio lato masochista.
"Laura era completamente diversa da Clara. Era bellissima, intelligente e pronta a tutto per il suo successo personale. In un certo senso, era molto simile a te...solo che tu hai il concetto di etica morale. A Laura mancava totalmente.
Al tempo lavorava per la concorrenza ed era pronta a tutto per una promozione. Così, sbattendo le ciglia e mettendo in mostra il suo sguardo da cerbiatta, è riuscita ad infilarsi nel letto di uno dei miei soci, in modo da scoprire i punti deboli dell'azienda. In quel periodo stavamo lavorando ad un nuovo farmaco, che però, dai test fatti, sembrava alquanto dannoso.
Ma lei, una notte, mentre Nathan stava dormendo, ha utilizzato il suo computer per inviare un'email e dare il via libera alla distribuzione del farmaco."
"Oh santo cielo!" Esclamo, coprendomi la bocca con una mano.
"Sai cos'è successo? Sono morte tre persone per via degli effetti collaterali. Non se n'è mai parlato, perché Nathan ha risarcito le famiglie profumatamente ancor prima che esse facessero partire un processo." Replica a voce bassa. " Ora capisci? Ha distrutto la vita di tre persone e ha quasi rovinato tutto quello che i miei genitori hanno creato con tanta cura."

Guardandolo di sottecchi, mi domando segretamente come egli abbia potuto nascondere tutto ciò fino ad adesso. Ad ogni modo, mi convinco sempre di più di essermi fatta un'immagine di lui che non ha alcun legame con la realtà. E lui l'ha alimentata per scopi puramente egoistici, trattandomi come una marionetta nelle sue mani agili.

Ha mai pensato di uccidere anche me? Non so perché me lo sto chiedendo, ma non posso fare a meno di pensarlo.

"Non le ho uccise per il gusto di farlo, Diana. Le ho uccise perché stavano avvelenando l'anima alle persone a me care." Conclude in tono piatto.
"Hai mai pensato, non so, di uccidere anche me?" Butto fuori, nonostante la risposta mi faccia alquanto paura.
"No." Risponde senza esitazione, facendo qualche passo nella mia direzione. Ma si ferma all'istante quando nota il mio sguardo terrorizzato. "Sei l'unica ragione per cui io stia mi stia attualmente pentendo delle scelte fatte. D'altra parte, so che, dicendoti la verità, ti ho persa per sempre."
"Non ti preoccupare, troverai qualcun altro che potrai manipolare con altrettanta facilità." Replico, indietreggiando lentamente.
"Sei convinta che questo sia tutto ciò che ci ha legati? Ti sbagli." Mi smentisce, abbassando lo sguardo. "Forse inizialmente era quello il mio intento, perché ho capito sin da subito quanto il tuo aiuto fosse fondamentale. Ma da qualche parte, senza neanche rendermi conto, ho iniziato a vederti come tutto ciò che ho sempre desiderato nella vita. Improvvisamente, gli anni passati a scappare dalle relazioni serie hanno acquisito un senso."
"Lo sai che potrei andare dritta alla polizia e raccontare tutto, vero?" Gli chiedo, cercando di non lasciarmi impressionare dalle sue parole.

Come risposta, egli mi sorride mestamente, ritornando a sfidarmi con lo sguardo. Lo sa, il bastardo, che non potrei mai mettere in pratica questa minaccia. Perché, mentre io ero impegnata a crearmi un'immagine di lui pressoché inesistente, lui mi ha osservata attentamente e ha colto ogni mia debolezza.

"Non lo faresti per vari motivi."  Replica dopo un paio di secondi di silenzio. "Prima di tutto, perché mi ami. Poi, sai meglio di me che che non potrei mai essere processato nuovamente. Forse potresti evitare che qualcuno paghi al posto mio, ma certamente ti rovinersti la carriera. Chi è che si fiderebbe ancora di te come avvocato?"

Touché. Colpita e affondata.
Non c'è alcun modo in cui io possa vendicarmi per essere stata ingannata. Semplicemente devo incassare il colpo e cercare di perdonare me stessa per essere stata così cieca. 
Mi ha disarmata ancor prima che io mi rendessi conto di aver bisogno di un'arma per combatterlo. È sempre stato un passo avanti a me.

"Congratulazioni! Sei uno dei migliori manipolatori mai esistiti. " Lo derido, affrettandomi a recuperare la mia borsa.
" Se preferisci pensare che io non ti abbia mai amato, fai pure. Ma non è questa la verità." Mi risponde in tono pacato, come se stesse parlando ad una bambina.
"Se hai mai provato qualcosa per me, allora sarai d'accordo con ciò che ti sto per chiedere." Replico prontamente, mentre una lampadina si accende nella mia testa.
"Tutto quello che vuoi." Ribatte egli senza un minimo di esitazione.
"Promettimi che farai in modo che le nostre strade non si incrocino mai più." Esigo in tono fermo, ignorando il dolore che sento nel petto.

"Te lo prometto."

Baci dal sapore del sangue || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora