Capitolo 13

375 77 329
                                    

-Sharon-

- Avresti dovuto tacere. - Non so dire se Lizzie sia davvero furiosa o meno. Ha uno sguardo fin troppo severo, quasi quanto quello di Ronald. Mia madre, beh, ormai lei non sa cosa fare: se urlare, piangere o rompere qualcosa. - Avevamo detto che avremmo dovuto mantenere una certa riservatezza riguardo ciò. -

- Ma perché?! Possiamo far qualcosa, ma la verità è che siete tutti assoggettati da nonna per muovere un dito! - Ribatte Jackson alle parole del padre.

- Basta! C'è differenza tra rispetto e paura nei confronti di mia madre. - Ribadisce l'altro, alzando ulteriormente il tono di voce e rendendolo più forte e profondo. Osserva il figlio mentre quest'ultimo continua a reggere il suo sguardo, quasi ci fosse un'aria di sfida tra i due. Nessuno ha intenzione di staccare gli occhi dall'altro. Guardo sia Lizzie che mia madre, anche loro impegnate a fissare i due, forse per vedere chi sarà il primo a cedere. Avery, invece, osserva la scena divertita. Credo che abbia visto più volte un evento del genere e sappia già cosa succederà, ma non io: non voglio che Jackson sia messo in punizione per causa mia o che comincino a litigare sul serio.

- Possiamo calmarci tutti? - Non sopportando più questa tensione che regna ormai in cucina, Lizzie si fa avanti, afferra il braccio di Ronald e lo stringe per cercare di trattenere il marito da qualsiasi parola o azione che potrebbe dire o fare e rimpiangere più tardi. Lui si gira finalmente verso la moglie, distogliendo lo sguardo dal figlio, mentre la Salamandra lancia un'occhiata preoccupata a me per indicarmi e cercare di evitare di farmi includere in quest'altra storia, che non mi tocca, dal marito. Ronald si passa una mano tra i capelli e sospira, annuendo. Ho già nostalgia di qualche minuto fa, quando ancora non ero scesa in cucina e loro stavano tranquillamente scherzando e chiacchierando. Forse non sarei proprio dovuta venire qua; avrei dovuto solamente chiamarlo e sentire cosa Jackson avesse da dirmi. Non so se davvero avessi voluto la verità o avessi voluto continuare a vivere nella menzogna. Da un lato avrei preferito quest'ultima perché sarei stata più libera e serena, dall'altro avrei potuto esagerare e senza rendermene conto mi sarei potuta trasformare in qualcosa di orribile e far male a degli innocenti, prima di tutto le persone che amo.

- Sharon. – Mi richiama mia madre, cogliendo questo silenzio per cercare di catturare la mia attenzione.

- Non voglio sentirti. - La interrompo prima che inizi con i suoi monotoni discorsi che non servono a nulla. - Hai già fatto abbastanza. -

- Tua zia non collaborerà mai per eliminare ciò che ha fatto! - Sbotta abbastanza irritata, noncurante per nulla di ciò che ho detto, come sempre del resto. - Dopo la mia decisione, me ne sono pentita, devi credermi. Non potevo rovinarti la vita in quel modo, so benissimo di aver sbagliato, e per questo sono andata a parlare con Sally, ma lei ha cominciato a urlarmi contro, mi ha scacciato, insultato. Non potevo rimanere qui, ho dovuto cercare un altro posto, quindi ti ho portato in America, nonostante Harvey avesse comprato una casa qui per noi. Pensavo che zia Tess avrebbe potuto aiutare, per questo ho scelto proprio di trasferirci lì, ma non è in grado di invertire questo tipo di magia. - La osservo e il suo sguardo sembra davvero sincero, e allo stesso tempo dispiaciuto e pentito. Però non importa quanti rimorsi abbia ora, non avrebbe neanche dovuto pensare a prendere in considerazione ciò che ha fatto. Come posso fidarmi nuovamente di lei? Quando stavo riacquistando man mano fiducia in lei, ecco che me la strappa via nuovamente a causa di un ennesimo segreto sulla mia vita che, ancora una volta, tutti sanno ad eccezione mia. Se crede che la perdonerò, si sbaglia di grosso. È mia madre, è vero, ma una madre non farebbe mai ciò che ha fatto lei ad una figlia. Non riesco ad ascoltare le sue parole senza domandarmi se debba crederle o meno. Non può funzionare. Ci dovrebbe essere fiducia reciproca, ma a quanto pare non c'è mai stata.

Sharon: La Pietra Di BlarneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora