Un ponte, centoventi case, trecento anime e un sindaco che è anche il ricco proprietario di un hotel vicino agli impianti di risalita, nella vallata accanto. E ancora, una festa patronale, che si tiene proprio in questi giorni e che gode di una certa notorietà nella zona.
Cervitore è un gruppo di abitazioni raccolto e anonimo che non ha molto altro da offrire al visitatore occasionale. Il turista arriva a Cervitore per sbaglio, ingannato da un cartello ambiguo mal posizionato sulla rotonda che si trova otto chilometri e sei tornanti più in basso. Il viaggiatore di solito si ferma al Bar Ristorante La Vedetta della Nina a chiedere informazioni e a prendere un caffè. La Nina riesce quasi sempre a strappare una seconda visita all'occasionale visitatore, che torna a trovarla per la sua leggendaria polenta concia e spezzatino, oppure per buttare una volta ancora l'occhio sul suo seno generoso covando chissà quale speranza di conquista. Chi abita a Cervitore, ed è abituato alle pericolose scollature della Nina, vi rimane perché lavora nella città che si trova una decina di chilometri prima e non ne ama la confusione, oppure per l'aria buona, oppure ancora perché è talmente testardo da preferire i luoghi difficili e ostici al resto del mondo che è fatto anche di legittime comodità.
Ludovico è rimasto a Cervitore per tutte queste ragioni, ma soprattutto perché è l'unico ad avere il permesso di accarezzare il seno di Nina, essendo il suo compagno ed essendo stato da lei eletto al ruolo di padre del piccolo Lorenzo, l'altro amore di Nina.
La domenica mattina a Cervitore non c'è molto da fare, a meno che non si sia cristiani praticanti. In questo momento, però, se si è cristiani occorre prendere la corriera o spostarsi con l'auto verso la città per andare a messa. I preti sono pochi e temporaneamente la Curia non riesce a rimpiazzare Don Sandro, passato a miglior vita un mese prima. In via del tutto eccezionale, dato che è giorno di festa patronale, Don Carlo ha concesso, di malavoglia, di salire fino al paese verso le undici per celebrare la funzione religiosa dedicata a San Giovanni. Per cui un po' di fermento a breve attraverserà le strade del piccolo borgo: i baciapile non vogliono sfigurare e hanno tirato la chiesa a lucido per fare bella figura di fronte al prete di città. Tutto è praticamente pronto, ma gli ultimi dettagli devono essere perfetti e di buon mattino qualche buon samaritano è già all'opera sul sagrato a spazzare per terra.
Visto che Ludo non è cristiano, men che meno credente, se ne sta a letto, ignorando i piccoli affari che sono in corso qualche centinaio di metri più in basso e, per quanto possibile, ignorando anche l'insistente abbaiare di Polpetta che reclama la sua presenza per la passeggiata mattutina. Uno dei vantaggi dei congedi forzati è il non sentirsi in colpa se si decide di rimanere a letto senza fare nulla, o quasi.
E' proprio mentre Ludo sta per riaddormentarsi che un suono simile a un tuono lo smuove dal suo torpore. Si alza ancora assonnato e scosta le tende della finestra per scrutare verso il borgo. In basso, poco fuori dal paese, osserva una colonna di fumo nero alzarsi piano.
- Che è successo, papà? - Il ragazzino che entra in camera ha lo sguardo assonnato e i capelli biondi tutti arruffati. Evidentemente non ha neppure sentito Polpetta abbaiare.
- Nulla, Lorenzo. Almeno credo. Sembra che qualcuno si sia divertito ad accendere dei fuochi d'artificio di giorno. Vammi a prendere il binocolo, per favore.
Lorenzo esce dalla stanza in stato semiconfusionale. Rientra dopo qualche secondo.
- Mi hai detto di prendere...?
- Il binocolo! Giù in sala nel primo cassetto a destra insieme alla tua testa. Dai, sbrigati per cortesia.
Ludovico nel frattempo apre la finestra e lascia entrare l'aria tiepida di giugno. Il cielo è di un azzurro provocante e il suo pensiero vola verso il bar all'inizio del paese. A Nina piace svegliarsi all'alba per andare ad aprire la sua "tana", come la chiama lei. Lascia arieggiare i locali e intanto prepara tutto per i clienti del mattino, gente del paese che ama fare colazione e scambiare quattro chiacchiere, forestali che passano a salutare prima di salire verso i boschi a controllare i movimenti dei lupi, qualcuno che, ogni tanto, fugge dalla città.
- Ecco il binocolo.
- Grazie, Lore.
Ludovico scruta attraverso le lenti il punto dal quale si solleva la colonna di fumo. Poi si sposta verso il comodino e afferra il cellulare.
- Chi chiami?
- Chiamo mamma. E' una prova.
Non finisce neanche di comporre il numero. E' inutile: non c'è campo.
- E' successo qualcosa alla cosa... Al ripetitore per i cellulari. Non c'è più!
Lorenzo guarda fuori dalla finestra a sua volta.
- Oh, cazzo. É vero . -
- Già - conferma Ludovico mentre riflette - Ripeti un'altra volta "cazzo" e non esci di casa per una settimana. Vieni, andiamo fuori che c'è Gianni in giardino.
- Sai che punizione. Con tutta la vita che c'è in questo paese... - borbotta Lorenzo. Ludo non sorride. Sa che Lorenzo ha ragione, che un ragazzo ha bisogno di stimoli e che Cervitore offre troppo poco. Ma Nina proprio non vuol saperne di lasciare il paesino.
Scendono le scale di corsa ed escono di casa in pigiama. Gianni, il loro vicino, sta guardando la colonna di fumo con il proprio binocolo. Dal giardino di Ludovico si vede meglio il panorama e Gianni è persona fidata e amica.
- Han fatto saltare l'antenna, Ludovico. Sono quegli ambientalisti di merda di sicuro.
Ludovico scuote la testa mentre Lorenzo cerca di convincere Polpetta, spaventato dall'esplosione, a uscire dalla legnaia.
- Ma no! Che cosa sarebbero venuti a fare qui? Potrebbe essere stato un incidente. - esclama Ludo.
- Diamine, ma non hai sentito che botto? -
- Gianniiii...
La voce della moglie del vicino arriva dalla casa.
- Che c'è...?
- Non funziona il telefono.
- E per forza! Han fatto saltare il ripetitore.
- No! Non il cellulare! Il fisso. Il telefono fisso è muto. Non funziona!
Gianni e Ludovico si guardano sconcertati.
- Anche il telefono fisso. Ma i cavi passano per il ripetitore? - domanda Gianni.
- No. Quelli bisogna tagliarli proprio. - risponde Ludo che non crede alla casualità.
Proprio in quel momento una nuova esplosione, più forte della precedente, fa tremare l'intera montagna.
- Cristo Santo! - impreca Gianni.
Di fronte a loro, poco lontano dalla colonna di fumo, una nuvola di polvere si alza impetuosa verso il cielo. Ludovico e Gianni tornano a guardare la valle attraverso le lenti del binocolo.
- Ludo, ma la polvere mi pare arrivi dal...
- Sì, Gianni, arriva proprio da lì.
- Oh, merda!
E in quel mentre tutti e due capiscono che la festa del paese sarà del tutto diversa da come si aspettavano.
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TRE ORE di Mau Trifiba
Mystery / ThrillerTRE ORE per trovare un uomo. TRE ORE per salvare una donna. TRE ORE che sconvolgeranno la vita di centinaia di persone. Tutti i diritti riservati. Visto che c'è ultimamente il vizio di plagiare le opere di Wattpad, vi avverto da subito che il tenta...