Corpuscontroller

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No, non era arrabbiato.
No, non l'avrebbe sollevata da terra.
No, non ci poteva credere.
No: era l'unica parola a cui riuscisse a pensare.
No, semplicemente: era impossibile.
No. No. Nei suoi occhi vedeva un certo senso di leggerezza.
Ma no.
Assolutamente no. "Come?" chiese.
No. "Hai capito" rispose Lily con quella sua aria di sfida tuttavia tradita da un certo tremolio delle mani.
No. "Invece non ci capisco niente." Lily lo guardava dritto negli occhi. Aveva gli occhi nocciola. Vederlo su qualcun altro faceva paura.
No. Perché gli occhi di Lily erano diventati due buchi neri, due universi infiniti. "Non sei solo, non sei piccolo."
No. Ora capiva. Lily non lo odiava, lo invidiava.
"Perché non me l'hai mai detto?" "Perché... è pericoloso." Il parco era deserto, erano tutti a cena. Jo non sapeva da quanto fossero lì insieme, oppure da quanto stesse fissando la cugina orripilato, o quanti anni fossero passati da quando, quel venerdì a Hogwarts aveva rotto con la sua ragazza, litigato con il suo migliore amico e scoperto tutto – tutto – ciò che aveva portato Lily a odiarlo. Sembrava una realtà così lontana, impossibile da reperire. Tutto finiva lì. Nel parco.
Gli occhi neri. Lily aveva gli occhi neri. E gli parlava. Chissà da quanto tempo sapeva controllare... quella cosa. Chissà se lo considerava un dono o una maledizione.
"E tu sapevi tutto? Sapevi di me?" chiese. La cugina annuì. Aveva ancora le pupille dilatate. Un ramo bagnato si alzò da terra e vi ricadde, Lily fu scossa da un tremito. "Dobbiamo andare." lo prese per un braccio e lo trascinò via.
"Dobbiamo parlarne." Sussurrò Jo appena il portone si chiuse alle loro spalle. "Sì, ma non qui. Al settimo, a mezzanotte. Non farti beccare." E scomparve dentro la Sala Grande.
Jo tornò nella Sala Comune e si lasciò cadere in una poltrona accanto a Leòn, che non lo degnò di uno sguardo. "Che hai?" chiese Jo. "Se me lo chiedi tu allora sei messo male." Rispose l'altro in malo modo concentrandosi sul fumetto che stava leggendo. E d'improvviso a Jo tornarono in mente tutti gli avvenimenti di quel giorno infernale.
Sospirò e si diresse verso la porta del dormitorio: se doveva uscire di notte, era meglio che fosse riposato, o tutti si sarebbero chiesti come mai fosse così stanco il giorno dopo. Entrò nella stanza lasciando la porta richiudersi alle sue spalle e crollò sul letto chiudendo il baldacchino. Non ebbe il tempo di analizzare quella giornata tremenda che già era sprofondato in un sonno profondo.

Lily uscì dal dormitorio non del tutto sicura di cosa stava per fare. Aveva mantenuto quel segreto per così tanto tempo che non si ricordava più la prima volta che era successo, anche se nella sua mente si elaborò l'immagine di sua madre affacciata sulla sua culla con un'espressione sbalordita, mentre il suo orsacchiotto di peluche si aggirava penzolando per un braccio attorno al suo campo visivo. Si chiese come facesse a ricordare una cosa del genere, ma forse non era esattamente un ricordo, quello che aveva in mente.
Svoltò per salire al quinto e poi al sesto piano e ripensò a quello che era successo nel parco: un ramo si era sollevato e poi era ricaduto a terra. La sua coscienza era più debole quando succedeva, ma sapeva controllarlo abbastanza da essere sicura di non essere stata lei a sollevarlo. E nemmeno Jo: lui era normale quando era accaduto.
Arrivò alla porta del settimo piano e si sedette per riprendere fiato e scacciare i pensieri frenetici che le facevano girare la testa. Non le piaceva pensare a quello che era, perché si sentiva pericolosa, più che speciale. E forse lo era stata, ma ora era molto più brava a controllare la rabbia e le emozioni in generale.
Sentì dei passi e si voltò di scatto sperando solo che fosse Jo, e si rilassò subito vedendolo arrivare con la Mappa del Malandrino in mano. "Sei stata fortunata: Lumacorno e qualche Prefetto girano per il sesto piano e ti hanno mancato di poco." Le disse a mo' di saluto analizzando il settimo piano sulla mappa. "Lo so, scoprirai che sono brava ad avvertire la presenza di altra gente vicino a me." Jo la guardò affranto: "Non lo voglio sapere. Non voglio sapere nulla di cosa puoi o non puoi fare." Lily scrollò le spalle. "Peccato, perché mi sarebbe piaciuto insegnarti quello che so io: se te lo insegna qualcun altro e più facile che da autodidatta. E in ogni caso lo dovrai imparare per proteggere te stesso e gli altri." Nella sua voce c'era una sfumatura di dispiacere, quel tipo di dispiacere che provi quando non vorresti fare qualcosa ma sai che se non la fai ci saranno delle conseguenze che non vuoi affrontare. Jo scrutò l'intrico di scale che si spostavano sotto di loro. Sapeva che Lily aveva ragione, perché l'aveva provato sulla sua pelle. Eppure non sapeva decidersi ad accettare la realtà. Una vita con i nervi costantemente tirati era l'ultima cosa che voleva.
"Perché proprio qui? Vuoi creare l'Esercito di Silente II?" le chiese sarcastico. Sapeva che l'unico luogo dove Lily poteva insegnargli a controllare i suoi poteri era al settimo piano, dove suo zio aveva allenato i suoi compagni durante il suo quinto anno ad Hogwarts perché il Ministero aveva impedito la pratica di Difesa.
"Puoi accettare che ti aiuti oppure ignorare che un giorno o l'altro ti arrabbierai con qualcuno e lo scaglierai contro un muro a trecento chilometri orari senza che la tua coscienza te lo impedisca. A te la scelta." Jo si voltò verso di lei capendo alla perfezione che aveva ragione. "E va bene." Disse "Ma se mi annoi con stupidi discorsi teorici che aumenterebbero solo il mio carico di studio mi rimangio tutto." Lily fece un cenno di assenso con la testa. "Andiamo?" Chiese alzandosi per aprire la porta. Jo controllo meglio la mappa: solo qualche fantasma qua e là. "Si." E la seguì oltre la porta.

L'ultimo Dursley [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now