Capitolo 14 ~ Davis ~ Giorno 3

2.8K 183 51
                                    

Guardo la lancetta che si avvicina sempre di più alla meta. Sessanta secondi, e quella dei minuti fa scattare le due in punto. Anche oggi ho finito. Raccolgo le mie cose e saluto i miei colleghi.

《Ciao Davis.》dice Kat sventolando la mano.

Guardo i suoi capelli neri raccolti in uno chignon disordinato. I suoi occhi diventano a mandorla quando sorride.

Le faccio un cenno di rimando e finalmente esco all'aria aperta.
Le strade sono trafficate come ogni giorno, il cielo sta iniziando ad ingrigirsi e io non ho l'ombrello.

Entro nel supermercato a pochi metri dal mio posto di lavoro e scelgo la confezione più economica di gelato. Gusto tiramisù, il più buono. Prendo la vaschetta in mano e mi blocco. Un déjà-vu attraversa la mia mente. Mi sembra di aver ripetuto questo gesto un milione di volte, eppure è la prima volta che lo compro in questo posto. Vado a pagare poi mi affretto ad arrivare a casa anche se dubito si scioglierà con questo freddo.

Stavolta cambio il giro scegliendo la strada più lunga.

Passo davanti alla San Francisco State e osservo le auto parcheggiate tutte intorno, gli studenti non sono ancora usciti. E se la aspettassi?  In questo modo penserebbe che sono un bravo ragazzo. Scuoto la testa. Sarebbe stupido farmi vedere proprio qui.

La campanella suona e il portone di vetro si spalanca. Sono ancora impalato davanti al cancello quando una folla di studenti mi travolge da destra e sinistra. Sbuffo. Infondo non mi costa nulla. Mi appoggio al muretto e cerco di cogliere il suo viso tra tutta la gente. Spero solo che non si arrabbi, tanto andiamo nella stessa direzione. Che buffo.

Centinaia di ragazze oltrepassano la soglia, si atteggiano ravvivando i loro capelli lunghi e camminano decise tutte convinte di essere guardate, e poi c'è lei: si nota a distanza con la maglia larga infilata nei Jeans, capelli corti scompigliati e passo incerto.

Non so per quale motivo ci siamo incontrati, ma ora mentre la guardo da lontano sembra ci sia una ragione. La sua naturalezza e la semplicità con la quale riesce ad essere se stessa è qualcosa di diverso da ciò che ho sempre visto. Non si sta sforzando di piacere o di essere al centro dell'attenzione. Anzi, oserei dire che cerca di nascondersi da sguardi indiscreti. Eppure lo ammetto, è bella come nessuna di quelle ragazze che la circondano.

Qualcosa la turba, si capisce da come sfrega le dita nervosa.
La folla davanti a lei inizia a disperdersi, e mi accorgo che non è sola. Sta parlando con un ragazzo biondo e si sorridono a vicenda. Dev'essere il suo fidanzato. Sospiro e decido di tornare da solo prima che mi veda. Non avevo previsto che potesse essere impegnata, ma questo non ostacolerà i miei piani. Devo restare in quella casa e trovare le risposte che cerco. Qualcosa si posa sul mio braccio facendomi girare. È una mano sottile, le unghie lunghe di un rosa chiaro.

《Ciao, come mai sei qui?》Mi chiede Nora.

Sono sorpreso che mi abbia visto e non so cosa rispondere. Non pensavo di certo che venisse a salutarmi. Mi guardo intorno ma del ragazzo di prima non c'è traccia, forse è andato via.

Ti aspettavo , dovrei dire, ma suonerebbe troppo strano per due che si conoscono da due giorni. Devo smettere di avere fretta.

《Faccio sempre questa strada.》Mento.

Lei mi scruta per qualche secondo, trattiene a stento un sorriso compiaciuto.

《Non è vero, eri qui per me.》

《Cosa? No.》Rido.《facciamo davvero la stessa strada.》

Si irrigidisce, il suo sguardo diventa serio.《Già.》

Inside our soulsWhere stories live. Discover now