Capitolo 6

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Il giorno dopo non avrei voluto tornare in quell'ufficio, ma lo feci e ora mi ritrovo in un mare di guai.
Ma partiamo da quando sono entrato nell'ufficio. Già qualcosa non andava bene.
Tutti gli occhi dei miei colleghi, compresi quelli dei miei amici, mi fissavano, con quasi disprezzo. Ovviamente cercai di evitare gli occhi dei colleghi che non mi davano a genio, mentre mi dirigevo verso la mia scrivania. Mi siedo e sistemo gli occhiali. Tutto d'un tratto i miei amici girano lo sguardo altrove.
«Oh andiamo ragazzi» sospiro mentre cerco di attirare la loro attenzione «Ve l'avrei detto, non so quando, ma di sicuro sareste stati i primi!»
Dall'ultima frase che ho detto, solo uno, è riuscito a girare la testa per guardarmi. Ivan, mi guardava, come se avesse paura di perdermi (come con le sue sorelle) ma quasi felice che me andassi.
«Arthur, non è colpa tua... insomma... ci siamo solo rimasti male ecco tutto» Sospira, mentre con lo sguardo guarda altrove.
Vorrei davvero spiegargli il vero motivo, vorrei spiegargli cosa è successo la scorsa sera, solo così avrebbero appoggiato la mia decisione. Ma non lo feci. Mi limitai a osservare lo schermo, spento, davanti a me.
Guardai il mio riflesso. Come potevo essere così dopo una relazione durata neanche un mese.
Sono davvero innamorato di lui, nonostante tutto?
Queste erano le domande che mi ponevo qualche minuto fa, ma non sono tanto cambiate.
Mi ritrovo appoggiato alla porta, chiusa, dell'ufficio di Alfred. Lui mi blocca il passaggio con un braccio vicino alla mia testa, i suoi occhi mi fissano, le sue mani lasciano un tocco caldo sulla mia pelle.
«Perché te ne vuoi andare da qua?»
Il suo respiro regolare vicino al mio collo, mi fa quasi sussultare. Cerco di contenermi, per non fargli vedere che effetto mi fa ancora questa sua presenza. Appoggio una mano sul suo fianco destro e tiro la sua camicia, sperando che si fermi. Continua, nonostante tutto, continua a farmi sentire "eccitato"
«N-Non riesco più a lavorare seriamente...» Cerco di non balbettare, ma è più forte di me.
«Colpa mia?»
Le mie labbra si aprono, ma dalla mia bocca non esce nulla. Prima ancora che potessi parlare, più picchiettii si sentivano contro la porta. Qualcuno voleva entrare nell'ufficio per parlare con Alfred.
Si allontana piano piano da me e si sistema la cravatta, mentre con un gesto rapido di mani si sistema il ciuffo.
«Avanti»
Sposto il mio peso da contro la porta, così la persona che voleva vedere Alfred, poteva entrare.
La porta si apre e da dietro di essa, esce una figura femminile. È la stessa di ieri.
«Chiedo scusa per il disturbo, ma vorrei parlarvi, in privato» all'ultima frase mi tira un'occhiataccia. Non mi sta molto a genio, devo ammetterlo.
Alfred non muove dito e mi lascia andare via all'ufficio, come se nulla fosse successo.
Esco dall'ufficio di Alfred e chiudo la porta.
Una sensazione di tristezza e rassegnazione si fa spazio dento di me. Davvero dovrò rimanere qua ancora per molto? Ancora dovrò sopportare le ragazze che girano attorno a Alfred? Per quanto dovrò andare avanti?
Sposto il mio sguardo in giro per la stanza, costatando che i miei colleghi sono alla pausa pranzo. Oltre che cieco sto diventando anche sordo. Passo una mano dietro la nuca, facendo piccoli massaggi su essa.
Mi siedo alla mia scrivania, mentre mi lascio a peso morto sulla sedia. È davvero stressante tutto questo...

Alfred pov's
«Spero che sia qualcosa di importante per avermi interrotto con un mio dipendente.» Appoggio i miei gomiti sulla scrivania, per poi intrecciare le dita della mano destra, con quelle della mano sinistra. «Posso essere sincero? Non mi sta molto a genio, signorina Alice.»
La ragazza davanti a me mi guarda con quel fare da persona che detesto. Si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre con lo sguardo si guarda attorno. Odio questo comportamento.
«Lo so, mi dispiace davvero di non essere il vostro tipo, avremo fatto molte cose insieme.» Sospira rassegnata lei, mentre con i suoi occhi verdi smeraldo torna a guardare la persona che ha davanti a sé, ovvero io.
«Ottimo, almeno non vi illudo.» Controbatto io, con tono secco.
«State tranquillo, non voglio venire a letto con voi...»
Tra le dita tiene una busta gialla. MI concentro su essa, notando che sopra c'è un indirizzo, probabilmente il suo di casa.
Subito dopo, Alice, nota che sto guardando la busta. Con un sorriso malizioso riprende il nostro discorso...
«Avete visto la busta? Ottimo, non ve la devo neanche presentare allora.» Si siede davanti a me, tenendo la busta sulle gambe «Questa busta può salvarvi o portarvi all'inferno, in un batter d'occhio.»
È una minaccia? Non accetto le minacce da persone di più gradi inferiori ai miei. La osservo, per vedere fin dove riesce ad andare avanti. Intimorita, riprende a parlare.
«In questa busta ci sono i fogli che vi permettono di vincere contro Kirkland.» estrae dei fogli dalla busta gialla e li appoggia davanti a me, sulla scrivania. «Con queste spiegazioni, Kirkland, non potrò andarsene da qua.»
Stringo i pugni e osservo i fogli davanti a me. Sono delle spiegazioni valide per il caso di Arthur, ma non posso obbligarlo a rimanere qua...
«Se invece, non accettate...» prende piano piano i fogli, pronta a ritirarli «Lo perderete per sempre, lasciandolo in balia di altri uomini, molto più belli di voi.» con un altro sorriso malizioso finisce il discorso... «Kirkland è solo vostro no?»
«Cosa volete in cambio? Nessuno fa qualcosa per niente.»
«Oh nulla di che.» sorride lei «Che vi rimettiate insieme alla mia amica, Amelia.»
Sapevo che c'era ancora lei sotto questa faccenda. Faccio una smorfia e allento la presa della mia cravatta, tutto d'un tratto l'aria si è fatta pesante. Odio ammetterlo, ma ha colpito sul mio punto debole.
«Allora? Cosa volete fare?»
Esito nel risponderle, ma alla fine rispondo secco, per non fargli vedere la mia paura...

















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Ma tipo muoio subito dopo questo capitolo?
PREMETTO UNA COSHINA. Queste due settimane (credo anche tre) della mia assenza, sono dovute dal fatto che non ero proprio dell'umore di scrivere. Era una depressa vivente ecco. Dopo, appunto, queste settimane, mi sento molto meglio e posso rimettermi a scrivere con tutta la calma di questo mond- *gli arriva addosso la scuola* ehm...
MA TRANQUILLI! Nemmeno la scuola mi fermerà! SONO TORNATA PIU' CARICA CHE MAI!
E ora vi lascio con un dubbio esistenziale... Alfred cosa deciderà? Di tenere nell'azienda Arthur, ma fidanzarsi di nuovo con Amelia, oppure lo lascerà andare peggio di if you love me let me go di This is Gospel? VOI! Cosa fareste nei panni di Alfred? (Mi piace fare questi sondaggi, vedo che siete molto attivi eue)
ADIOS KOALI MIEI!

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