Divertiamoci

250 15 1
                                    

Mi inoltrai nella folla fino a quando non andai a sbattere contro qualcuno.
-Hey, sta attenta-
I miei occhi si posarono sulla sua maglietta nera e giubbotto di pelle.
-Evan, scusami-
Dissi con tono fermo. Il ragazzo alzò il capo e mi sorrise.
-Oh non scusami tu e che oggi non è serata-
-Che succede?-
-Nulla, adesso già va meglio-
Sorrideva ancora e mi propose di ballare.
Accettai e ci inoltrammo verso la folla per finire al centro ballando sulle note di Sorry di Justin Bieber.
-C'è qualcosa che non sai fare?-
-Cosa?-
Il rumore era molto alto e non riuscivo a capire quello che diceva, era molto vicino a separarci c'era un leggiero strato di ossigeno. Eliminò la distanza e si avvicinò al mio orecchio, scostò una ciocca di capelli e mi sussurrò qualcosa mentre il dj cambiava musica passando da un ritmo veloce a un semplice e delicato lento.
-Sei bellissima -
-Grazie.-
Arrossì e posai le mie braccia attorno al suo collo muovendoci lentamente seguendo il lieve e dolce suono.
La canzone era quasi a metà ed io e Evan eravamo caduti in un silenzio tombale ma piacevole, fino a quando qualcuno non sfrattò il ragazzo e mi prese dal braccio lasciando sia me e tutti i presenti, compreso Evan, sorpresi.
Mi condusse in una stanza al piano di sopra e chiuse la porta.
-Che succede, cosa diavolo hai in testa?!-
Chiesi con tono arrabbiato e seccato.
-Quell'idiota di mio fratello non ti ha detto di stare lontana da Evan.-
-Fratello?-
-Si Dylan, bhe fratellastri ma questo non importa-
Rimasi scioccata e senza parole dall'affermazione di Crystal. Come avevo fatto a non capirlo infondo Dylan non potrebbe mai avere una ragazza fissa e tanto meno presentarsi a una festa con lei. Ma perché non me l'aveva detto?
Mi soffermai sul mio ultimo pensiero ma, Crystal, mi risveglio dal mio stato sventolando la mano destra a pochi centimetri dal mio viso.
-Hey, sei ancora viva? Mi ascolti?!-
-Si scusa, comunque Dylan mi ha avvertita ma come vedi sono grande per decidere da sola okay? Non ho bisogno di un'altra coscienza mi basta la mia.-
Dissi con tono deciso e mi avvicinai alla porta per uscire andando a scontrarmi con qualcuno dall'odore di pino e erbe esotiche, conoscevo quel profumo, Dylan. Mi guardava con aria seria quasi a volermi intimidire ma si sbagliava, non mi faceva paura e tanto meno mi avrebbe fermato.
-Cosa c'è anche tu vuoi farmi la predica, mi sembra di averne già avute troppe nella vita-
Mi guardava con aria confusa e quando notò Crystal dietro di me, i suoi lineamenti perfetti sul viso si rilassarono come il resto del suo corpo.
-Non farci caso, Crystal è una guasta feste, non darle retta-
Sorrise e capì che forse non sapeva nulla di Evan.
-Certo, con piacere-
Sfuggì da sotto lo sguardo di entrambi ma la mia libertà durò pochi secondi giusto il tempo che Crystal pronunciasse il nome di Evan.
-Dove vai Holland?!-
Mi prese per il braccio e io rimasi sbalordita non per il gesto ma per come mi aveva chiamato e con il tono di chi avrebbe preso a pugni chiunque.
-Non ascolti quando parli, sei proprio testarda, smetti di fare la ribelle e comportati da adulta.-
Sentì il sangue ribollire dentro e non mi tratteni, la bomba esplose senza alcun preavviso.
-Punto 1, io non sono nessuno per te e non puoi decidere della mia vita,
punto 2, non provare a giudicarmi senza sapere nulla di me e per ultimo, cerca di tenere a bada i tuoi di ormoni che hai miei ci penso io-
Presi una grande boccata d'ossigeno dopo il mio monologo e guardai i visi dei due ragazzi sbalorditi e incapaci di credere a tali parole.
-Holland, io ti conosco , tu sei la classica figlia di papà che ama fare i dispetti alla mammina e che si diverte per il semplice gusto di farsi conoscere con il solo scopo di farsi notare-
-Dylan ora stai esagerando.-
Dopo le parole di Crystal mi voltai per andarmene ma prima guardai Dylan negli occhi e sorrisi.
-Hai ragione, anzi ti dirò di più, io so essere molto peggio, un misto tra un uragano e una tempesta-
Lasciai i ragazzi alle mia spalle e mi diressi di nuovo verso la sala da ballo con un bottiglia di vodka, presa da uno dei banconi posti lungo il tragitto, salì su uno dei tavolini e diedi inizio a uno dei miei show.
Era da tempo che non mostravo quella parte di me, ma le parole di Dylan mi avevano ferito troppo per essere ignorate, la parte peggiore aveva avuto il sopravvento e ora stava sfoggiando il meglio di se.

"You deserve to be happy"💘/StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora