Lettera#12

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Caro fratello Giulius,

ho scelto di scappare da ciò che mi rendeva schiava per raggiungere la libertà seguendo una rivolta guidata da Spartaco, il più forte gladiatore e portatore di ideali.

Riunì qualsiasi schiavo che fosse pronto a lottare contro la schiavitù di Roma. Abbiamo trascorso giornate intere a camminare a piedi nudi su sentieri sterrati; molti di noi persero la vita compresi neonati costretti a vivere in condizioni sgradevoli.

Eravamo sempre di più, crescevamo sempre di numero, noi schiave ci dedicavamo al cibo, mentre gli uomini si addestravano. Qualche sera ci riunivamo intorno ad un fuoco e ci raccontavamo storie e sogni, il mio era quello di rivederti e di scappare insieme da questo incubo. Ognuno di noi aveva fiducia in Spartaco e in se stesso, con la speranza che potesse ritornare dai propri familiari.

Non c'era un giorno in cui non mi mancava la tua risata e i momenti trascorsi insieme. Spartaco aveva fiducia in ognuno di noi, sperando di poter portare a termine questa rivolta e di sconfiggere Crasso. In uno di lunghi giorni conobbi una donna di nome Ferentia che m'insegnò a leggere e a scrivere, a questa donna devo molto perchè m'insegnò molto sui valori della vita, aveva sessant'anni, e grazie a lei ho capito cosa significa "vivere" con mille ostacoli. Un giorno però, pochi giorni prima della battaglia finale, ella morì, e metà di me se ne andò con lei.

Il figlio che dovette abbandonare per salvargli la vita. Mi porterò per sempre un pezzo di lei con me, mi fece da madre, da nonna e da maestra di vita, una donna forte e coraggiosa che combattè fino all'ultimo momento per i propri diritti.

Nella lotta finale, noi donne, restammo lontane dal campo di battaglia, guardammo da lontano uomini massacrarsi, corpi senza vita di uomini umili; ormai non c'era più speranza per ognuno di noi. Crasso decise di vendere ognuna di noi e crocifiggere 5.000 uomini sulla Via Appia da Capua a Roma.

Non sapevamo dove fosse finito Spartaco, ma giurammo di raccontare orgogliosamente la sua rivolta con la speranza che nel mondo ci siano altri uomini come lui pronti a rischiare la propria vita per la libertà.

Oggi ho ottant'anni, ho ricostruito la mia identità e vivo in una casa di campagna.

Ti scrivo questa lettera con la speranza che un giorno potrai leggerla e capire che non passa giorno in cui io non pensi a tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme e alla nostra infanzia.

Un caloroso abbraccio, Clarinia!

-scritta da Hersilia e Giovanni-

MAI PIÙ SCHIAVI - Gli anni della rivolta di SpartacoWhere stories live. Discover now