Capitolo 47

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Cameron's POV

Ero sveglio, sdraiato sul letto, a osservare tanta bellezza che non mi meritavo.

Come facevo a continuare a guardarla negli occhi e non provate disprezzo per me stesso? Ero così stronzo ed egoista che stavo pensando soltanto al mio benessere e al piacere.

Vederla così indifesa mi stava fottendo il cervello.

I suoi capelli ricandevano leggeri sul cuscino bianco in contrasto con essi, le guance rosate e le carnose labbra semichiuse.

Non potevo continuare così; avevo una confusione madornale nella mia testa: la parte più egoista di me diceva che avrei dovuto tenerla con me per sempre, anche con la forza perché lei era mia, mentre la parte più razionale diceva che dovevo allontanarla da me e dal ragazzo orribile che l'avrebbe fatta soffrire ancora.

L'apertura dei suoi occhi mi distolse dai miei pensieri intricati.
Si guardò attorno come per metabolizzare dove si trovasse e cosa fosse successo, poi i suoi meravigliosi occhioni si posarono su di me e immediatamente arrosì.

Ero sicuro che stesse pensando a quando la sera prima l'avevo scopata per bene fottendole quel bel culetto.

Dio se l'amavo. Ad ogni affondo dentro di lei sentivo che sarebbe stato sempre più difficile allontanarla da me; non l'avrei fatto. Almeno non ora.

Naomi's POV

Aprii la porta della cucina mentre Cameron era affianco a me.

Non l'avessi fatto.

Una frittella mi arrivò dritta in faccia e subito dopo sentii una risata.
Mi passai, schifata, la mano sulla faccia per togliere i residui di zucchero e osservai quel disastro.
I miei cari amici avevano ben pensato di fare una lotta con il cibo.
Inutile dare dettagli su come era ridotta la cucina perché neanche io la riconoscevo più.

Sospirai e sobbalzai quando una mano si posò sul mio fianco. Mi ero quasi dimenticata di Cameron.
«Non prendere impegni, oggi ti porto in un posto.» sussurrò sulla pelle del mio collo per poi darmi un leggero morso.
«Mmh..» acconsentii.

****

«Ahh, mi stai facendo male. Ti scavo un occhio!» gridai sentendo un'intensa fitta di dolore al braccio dovuta alla presa di Cameron.

«Ma se stavi cadendo! La prossima volta ti lascerò cadere a terra.» sbuffò tirandomi su.

In poche parole era finalmente pomeriggio, dopo ore ed ore d'attesa, e Cam mi aveva portata con la sua auto in un posto misterioso che, ahimè, non mi aveva permesso di vedere.

Mi aveva bendato gli occhi e una volta scesa dalla macchina e fatto qualche passo sul terreno scricchiolante, quasi sicuramente per le pietre, ero inciampata e se Cameron non mi avesse afferrata da un braccio mi sarei rotta il setto nasale. Ma il punto è che affermandomi mi aveva fatto male e adesso mi stavo lamentando.

«Che diavolo...» borbottai sistemando i miei pantaloni su per i fianchi.
Sentii una delle sue mani posarsi una sulla mia schiena e l'altra sulla mia faccia. Gliela leccai scherzosamente e lui rise facendo un finto verso di disgusto.

«Dove siamo?» gli chiesi per l'ennesima volta.
«Shh.» mi ammonì.

Sentii qualcosa muoversi a un po' di distanza da me e sobbalzai domandando a Cam chi fosse stato, giurai di averlo sentito ridere.
Camminammo qualche altro minuto e poi mi fece finalmente fermare e, con un lento gesto, tolse la benda dai miei occhi.
Spalancai la bocca e gli occhi alla vista di un piccolo, meraviglioso, splendido e dolce cucciolo di cane.
Mi coprii la bocca con le mani inginocchiandomi a terra accanto al cagnolino.

Lo presi tra le mie braccia facendo dei versi molto strani che non mi era mai capitato di fare.

«Oddio! È mio?!» esclamai prendendolo in braccio e mi girai verso Cameron che mi guardava con un sorriso stampato sul volto.

Annuì avvicinandosi a me e gli stampai un bel bacio sulle labbra come per ringraziarlo.

Lo avrei chiamato Roy.

****

Le vacanze passarono in fretta, così come le settimane.

Roy si era ambientato e io non potevo non adorarlo. Ogni mattina non avevo nemmeno bisogno della sveglia perché c'era lui che se ne occupava leccandomi la faccia.

Mi lanciai sul letto sfinita dopo aver studiato tutto il pomeriggio quando sentii il cellulare vibrare due volte. Mi spostai goffamente per afferarlo e non appena sbloccai lo schermo trovai un messaggio sia di George che di Michelle.

Entrambi mi invitavano a prendere un caffè con loro.

Wow. A chi avrei detto di si?

Anzi avrei accettato l'invito di tutti e due, saremmo stati insieme.

Informai loro che saremmo stati insieme e così verso le quattro del pomeriggio arrivai davanti al bar dove, con mia sorpresa, George e Michelle mi aspettavano e nel frattempo stavano chiacchierando.

«Ehi!» salutai entrambi con un sorriso a trentadue denti.
Ricambiarono con un caloroso abbraccio e dopodiché entammo nel locale.
Ci sedemmo a un tavolo libero e cominciammo a parlare del più e del meno.
«Da quanto tempo non ci vediamo.» si rivolse a me George sorseggiando il suo cappuccino.
Vedevo che era un po' a disagio e ad essere onesta non ne avevo ancora capito il motivo.
«Già! Vedo che ti sei ripreso.»

«A quanto pare.» sorrise leggermente stringendo la tazzina.
«Mmh..devo ammettere che questo cornetto è davvero ottimo..» farfugliò la mia amica mordendo il suo cornetto caldo alla crema di nocciola facendo cadere un po' di essa sul piattino.
Risi sotto i baffi per quanto mi appariva buffa e lei mi osservò con i suoi occhi nocciola.

Passammo un bel po' di tempo a chiacchierare fin quando non scorsi una figura apparentemente familiare sotto i miei occhi.
Erano due ragazzi che stavano entrando dalla porta d'ingresso che all'apertura produsse il suono di un campanellino.
Ma quello più alto era...Willie?
Assottigliai gli occhi per riuscire a vedere meglio, ma il presunto ragazzo che assomigliava, almeno per i capelli e la mascella ben definita, a mio fratello Willie, almeno credo, entrò nel bagno maschile.

George interruppe la mia investigazione richiamandomi.
«Naomi, cosa stai fissando?»
Non lo guardai in faccia poiché ero occupata a squadrare il ragazzo che era rimasto ad aspettare davanti la porta del bagno.
Successivamente mi voltai verso George che aveva un espressione corrucciata.
Sobbalzai quando una suoneria risuonò nel bar: la mia.

Cameron: Tutto bene, piccola?

Naomi: Certo, amore.

Riposi il cellulare sopra il tavolino di ferro e mi alzai scusandomi con i miei amici per poi avviarmi verso i bagni.
Dato che non potevo entrare decisi di aspettare accanto a quel ragazzo che mi guardò in modo strano e mi sembrava anche ovvio.
Una ragazza che aspetta che si liberi il bagno dei ragazzi?

Quando finalmente il tanto atteso ragazzo uscì dalla porta per poco non svenni seduta stante.

«Willie!?»

😿😿😿

Volevo dunque avvisarvi che questa storia sta per concludersi, mancano si e no due o tre capitoli.
Devo ammettere che ero molto indecisa sul finale poiché non sapevo come completarla e qual'era la conclusione migliore, infatti, come avete potuto notare, non ho aggiornato per tanto tempo. Sono felicissima e fiera di tutti coloro che mi stanno seguendo fino alla fine.

Grazie❤❤❤

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