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One year later.

Sono passate due settimane da quando ho scoperto di aspettare un bambino.
Sentivo, che qualcosa in me stava accadendo. Dai continui sbalzi d'umore, alle voglie più assurde fino ad arrivare alle fatidiche nausee.

Così, anche su consiglio delle mie fidate amiche, decisi di fare un test di gravidanza.
Ricordo ancora, mentre chiusa in bagno in preda all'ansia, aspettavo l'esito di quel test. Dopo un paio di minuti vidi spuntare due linee blu, segno che ero chiaramente incinta. Ancora con la bocca schiusa e incredula uscì dal bagno, dove mi stavano aspettando Gabby, Cami e Bella ansiose di sapere l'esito. 
Non dissi nulla, sorrisi solamente e scoppiai a piangere. Loro in tutta risposta, cacciarono un urlo di felicità e mi strinsero in un caloroso abbraccio.

Oggi, finalmente, dirò a Max che presto saremo genitori. Non so come potrebbe reagire e questo mi rende agitatissima... Spero vada tutto bene!

[...]

Stiamo cenando da più di dieci minuti, e io ancora non ho trovato il coraggio di dirgli che sono incinta. Continuo a mordicchiarmi il labbro e a girare e rigirare la forchetta nel piatto.

«Amore, va tutto bene? Non hai mangiato nemmeno un boccone.» dice interrompendo quel silenzio assordante che si era creato.
Lo guardo per un nano secondo e mi limito ad annuire.
«Sei sicura?» mi chiede, posando la sua mano sulla mia.
«Sì, sono sicura.» affermo sforzando un sorriso.
Mi sorride e riprende a mangiare.

«Sono incinta.» sputo tutto d'un fiato.
Al sentire quelle due parole Max per poco non si strozza e lascia cadere la forchetta nel piatto, provando un forte tonfo.
«Stai scherzando?» chiede incredulo.
«No Max, non sto scherzando.» dico con tono serio.
Mi guarda, ancora incredulo, e si alza facendo avanti e indietro per la sala.
«Mi spieghi che cazzo ti prende? Ti ho appena detto di essere incinta e tu ti comporti in questo modo!?» urlo e mi alzo anche io, infuriata, sbattendo violentemente il fazzoletto di stoffa sul tavolo.
«Harley, io non sono pronto ad essere padre.» afferma balbettando.

Queste sue parole mi trafiggono letteralmente l'anima, tanto che non riesco a reggermi in piedi e sono costretta a risedermi sulla sedia.
Non riesco a credere a ciò che mi ha appena detto, ed inevitabilmente le lacrime iniziano a scorrere sul mio volto.

Si avvicina a me, ma io lo scanso.
«Harley, mi dispiace.» sussurra.
«Ti dispiace? Sai dire solo questo? Ma vattene al diavolo Verstappen.» urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
«Harley-» sta per dire qualcosa ma lo blocco.
«Harley un cazzo! Adesso tu ti fai la valigia e te ne vai immediatamente da casa mia. Non voglio vederti mai, mai più. Mi pento di averti incontrato e di aver sprecato questi anni della mia vita con te. Per me d'ora in poi sei morto e sepolto, Max Emilian Verstappen.»

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