capitolo diciassette.

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Gli Avengers, ancora una volta, erano seduti attorno al grande tavolo del salotto della Stark Tower e soltanto Tony riusciva a mangiare sereno i pasti ancora caldi.

Gli sguardi dei suoi compagni vagavano un po' ovunque, ripensando a quanto avessero rischiato di non restituire i due bambini alle loro famiglie sani e salvi.

Solo gli occhi di Thor fissavano immobili un punto impreciso del suo piatto; arrabbiato e spaventato ripensava alle parole di Tony: ''chi ti ricordano questi bambini, Thor?''

Il Capitano rigirava la sua forchetta nel piatto, alzando ogni tanto lo sguardo verso Tony. Quest'ultimo, accorgendosene, curvava le labbra in un sorriso, donando imbarazzo al biondo che pregava mentalmente di non avere le guance rosse.

<<Okay, cosa facciamo?>> Fu Occhi Di Falco ad interrompere il silenzio.

Tony alzò gli occhi al cielo, irritato.

<<Cosa c'è?>>

<<Non parlo di queste cose a tavola.>> Tony si pulì la bocca con un fazzoletto, versandosi poi del vino.

<<Dobbiamo aumentare le ore di allentamento, magari introducendo alcuni momenti dedicati alla tecnologia o a qualsiasi cosa legata al fenomeno di quel muro di oggi.>> Occhi Di Falco lasciò la forchetta nel piatto.

<<Scienza. Si chiama scienza.>> Tony roteò gli occhi vedendo quelli degli altri puntati su di lui; <<Certo, useremo il mio laboratorio.>>

Natasha sospirò diverse volte, angosciata dalla situazione. Bruce, attento ad ogni movimento della rossa, le toccò la mano. Nat sorrise, ricambiando la stretta e alzando lo sguardo nel suo.

Il mattino successivo, mentre Tony scendeva le scale per fare colazione, sentì dei rumori provenire dalla cucina. Inclinò appena la testa dietro la porta e vide qualcuno frugare in una delle tante dispense in cerca della colazione.

Tony sorrise; la schiena di Steve appariva così robusta e muscolosa ed il moro, più di chiunque altro, sapeva benissimo che lo era veramente. Così come sapeva che allo stesso tempo il biondo era in grado di essere estremamente fragile e delicato.

Il letto illuminato solo dalla flebile e gialla luce dei
lampioni fuori dalla finestra

Le sue gambe intrecciate a quelle del biondo spettinato


I suoi occhi puntati sulle spalle possenti sopra di lui


Il sorriso dolce di Steve mentre sosteneva il suo peso sulle braccia

Le dita di Tony lungo la schiena sudata dell'uomo amato

I loro nasi che si sfiorano dopo ogni bacio.

La scatola dei cereali caduta a terra, risvegliò Tony da quel piccolo ed infinito flashback.

Sorrise ancora, guardando Steve assonnato ed impacciato alla ricerca di cibo.

<<I tuoi cereali preferiti non ci sono più, Steve.>>

Il biondo si girò di scatto, facendo cadere di nuovo la scatola che aveva appena raccolto.

Tony alzò le spalle; <<A me non piacciono quei cereali e se tu..>> esitò per un solo secondo; <<se tu non dormi più qui, non c'è nessuno che li mangi la mattina.>>

Steve annuì; <<mi farò bastare questi.>>

<<Come mai ti sei svegliato così presto?>>

<<Volevo uscire per correre, ma Jarvis non mi permette di aprire le porte.>> Steve fece una smorfia.

<<Oh giusto, per motivi di sicurezza ho chiesto a Jarvis di permettere entrate ed uscite solo col mio permesso.>>

Steve alzò le sopracciglia; <<Siamo prigionieri adesso?>>

<<Puoi vederla anche così, se ti piace.>>

<<In quale altro modo potrei vederla?>>

Tony si sedette sul tavolo; <<Beh, ad esempio, potrebbe essere il mio modo di proteggervi.>>

Steve rise; <<A te non interessa nulla, Tony. In casa tua c'è una delle persone che più detesti. Thor è al piano di sopra e se qualcuno entrasse lo pagheresti pur di fargli del male.>>

<<In casa mia ci sei anche tu e non posso permettere l'accesso a chiunque.>>

Steve quasi sorrise, ma Tony non se ne accorse.

<<E poi non detesto così tanto Thor, semplicemente adoro farlo irritare.>> Tony scese dal tavolo e prese la scatola di cereali dalle mani di Steve.

<<Se vuoi proprio allenarti sai bene che ho una palestra.>> Il moro versò dei cereali nel suo piatto.

<<Voglio correre all'aria aperta.>> anche Steve prese un piatto, poggiandolo vicino a quello di Tony.

Il moro fece spallucce e versò dei cereali anche nell'altro piatto; <<Era solo per ricordarti che puoi usarla quando vuoi.>>

<<Grazie.>> Steve sorrise e prese il latte dal frigo.

<<Prego.>> Tony alzò gli occhi in quelli blu di Steve.

I due si guardarono per pochi secondi, scoppiando a ridere quando si accorsero che la mano del biondo stava versando il latte sul pavimento.

<<Mi dispiace molto.>> Steve continuò a ridere, afferrando della carta per pulire.

Tony lo aiutò, bloccandosi per un attimo quando una fitta in direzione del cuore lo fece smettere di respirare.

Steve alzò la testa ancora ridendo, scattando in piedi appena si accorse del viso pallido di Tony.

<<Tony?>> Il biondo corrugò la fronte, agitandosi.

Tony chiuse gli occhi facendo una smorfia di dolore, tornando poi a respirare tranquillamente.

<<Va tutto bene.>> Sussurra appena, appoggiandosi al tavolo, barcollando.

Steve continuò a guardarlo spaventato; <<Tony..che cosa è stato?>>

Tony portò le mani al petto.

<<Non hai ancor trovato nulla per fermare quelle cose?>> a Steve tremò la voce.

<<Lo farò..>> Tony chiuse di nuovo gli occhi, sentendo poi il calore della mano di Steve sul suo petto.

Non aprì gli occhi, stette così per qualcosa che gli sembrò una bellissima eternità.

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