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Pensandoci bene, il funerale di Mickey fu un successo. Certo, per quanto possa essere considerato un successo il dover organizzare un funerale.
Mandy si impegnò affinché il barbone morto, che aveva soprannominato Mickey due e a cui si era anche un po' affezionata, somigliasse il più possibile al suo fratellone vivo e vegeto. Mandy riteneva che Mickey due fosse molto meglio del vero Mickey, la ascoltava, tanto per citarne una. Certo, era morto e non aveva la faccia, ma almeno non le sbraitava contro e si lasciava sistemare la cravatta senza sbuffi e lamentele varie, ormai non la schifavano più nemmeno le carni putrefatte e la puzza di morto che continuava ad emanare nonostante i litri di profumo che aveva messo. Non che il corpo fosse a casa Milkovich, ovviamente lo tenevano in una tomba di metallo all'obitorio, ma a Mandy piaceva occuparsene, iniziava addirittura a pensare che avrebbe potuto avviare un'attività di onoranze funebri tutta sua.

Comunque, una volta che Mickey due ebbe preso posto nella sua bella (e a detta di molti, troppo lunga per il piccolo Mickey) bara di legno, comprata a poco prezzo da un tale in un parcheggio e posizionata alla meglio sul tavolino di casa, il funerale ebbe inizio e gli ospiti, o meglio gli stronzi, come amava definirli Mickey, presero posto all'interno di casa Milkovich, debitamente pulita per l'occasione. Ian, impeccabile nel suo completo scuro, se ne stava seduto di fronte alla porta della stanza ad ascoltare il suo ragazzo che dall'interno della porta chiusa si lamentava di non poter uscire a controllare quali stronzi si fossero presentati. Carl fingeva di imparare l'elogio funebre che avrebbe dovuto leggere alla cerimonia e intanto se la rideva sotto i baffi per gli insulti che arrivavano dalle camera.
"Se non chiudete la bocca, vi sentiranno, coglioni." li ammonì prontamente Ian, che stava già fulminando con lo sguardo due anziani che si erano avvicinati alla bara e la carezzavano come se fosse un cane. "Voglio solo vedere chi c'è, non mi lamenterei se..." non fece in tempo a finire la frase che la borsa di Svetlana gli volò dritta sulla nuca. "Taci." Asserì la donna sistemandosi la borsa in spalla e prendendo la mano del piccolo Yevgeny, perfettamente vestito di un minuscolo completo nero munito di cravattino. La donna uscì e prese a fingere di piangere, Ian sorrise teneramente mentre Mickey continuava ad imprecare sottovoce accarezzandosi la parte colpita.

In soggiorno, una Mandy addolorata ringraziava gli ospiti per la presenza e specificava che Mickey ne sarebbe stato felice. Mickey, nella stanza accanto, non era della stessa idea, ma questo non importava al momento. Persone che anche la giovane donna stentava a riconoscere, si tuffarono in racconti confusi di Mickey da piccolo, elogi al defunto, a quanto fosse un bravo ragazzo e quanto non meritasse di fare quella fine. "Probabilmente" iniziò un tipo sulla quarantina che si era presentato come Jim e che sosteneva di essere un cugino di Terry "Non sarebbe morto se non fosse stato un finocchio. Dio li punisce quelli come lui. È un peccato però, ci sapeva fare con gli affari. Terry me lo diceva continuamente che era sprecato come culattone. Ma in fondo non é stata colpa del ragazzo se era malato." Concluse assecondato da un coro che concordava alla perfezione, Ian scattò sull'attenti, si figurava già addosso al tipo quando si sentì afferrare la mano. Dovette spostarsi all'interno per non far vedere a tutti la mano tatuata che spuntava dalla porta. "Ignoralo. Jim è sempre stato un coglione" gli sussurrò all'orecchio Mickey. Il rosso prese un respiro avvicinandosi al ragazzo e lasciando andare la sua mano "Non può parlare così, Mick. Dove cazzo sta scritto che non saresti morto se fossi stato etero?" quasi urlò e Mickey dovette soffocare una risata "in caso non te ne fossi accorto, io non sono morto e sono più che sicuro di non essere etero." Gli posò una mano sulla spalla e lo spinse di nuovo fuori dalla porta, prima di riprendere "Tu ignorali e basta, fallo per onorare la mia memoria." Detto ciò si rintanò di nuovo nel suo rifugio sicuro, Ian rimase a fissare la porta, ancora troppo incazzato per poter assistere alle manfrine alle sue spalle. Dopo circa mezz'ora di chiacchiere assurde sul fallimento epico di Terry Milkovich nell'aver cresciuto un figlio del genere, Mandy decise che ne aveva abbastanza e spronò il pastore ad iniziare la cerimonia. I fratelli Gallagher, più Jimmy-Steve, si adoperarono per portare la bara nel carro che l'avrebbe portata al cimitero. Ian se ne tornò in casa ad aspettare che tutti gli ospiti fossero usciti. Mickey uscì dalla stanza e prese la giacca fermandosi a pochi passi dal tavolo che puzzava come una discarica. "Andiamo? Non voglio perdermi la scena" sorrise contento sotto lo sguardo incredulo di sua sorella e quello, decisamente poco sorpreso, di Ian "Non puoi venire anche tu." affermò a gran voce Mandy, sbattendo un tacco sul pavimento "Ti vedranno. Che cazzo di idee ti fai?" fu liquidata da un gesto della mano di Mickey che aveva già afferrato Ian e lo trascinava alla porta "Me ne starò dietro un albero o cazzo ne so. Il funerale è il mio e decido io." borbottò controllando che nessun possibile scassacazzi fosse rimasto sul vialetto. Una volta constatato che la via era libera, uscì di casa, respirò un po' d'aria fresca e si tuffò sul sedile posteriore della vecchia macchina di Terry. Ian lo raggiunse prendendo posto alla guida "Sei sicuro? Potrebbe essere pericoloso, ho visto parecchi poliziotti in casa." Mormorò guardando il moro dallo specchietto retrovisore. Mandy invece lo fulminava con la testa girata verso di lui. "Mi hanno arrestato talmente tante volte che ormai credono di essere miei amici. Hai visto che c'era anche quello sbirro gay che era troppo occupato a pensare a Carlos per arrestarmi?" chiese Mickey con un gran sorriso, ignorando completamente Mandy, Ian sorrise ricordando la sera del Coming Out di Mickey, anche se i ricordi di quel periodo risultavano sfocati nella mente di Ian che ancora faticava ad avere pensieri e ricordi coerenti, probabilmente a causa delle troppe pillole.
Senza aspettare altro, partì alla volta del piccolo cimitero del quartiere dove un altrettanto piccolo gruppo di macchine se ne stavano parcheggiate in attesa del ritorno dei loro proprietari. "Quante persone sono venute?" chiese il moro osservando la fila di auto. "Una trentina. La mia famiglia, Svetlana e Yev, Kevin e V, Jimmy-Steve che continua a piangere disperato, dovrai dirgli che non sei morto prima o poi, qualche poliziotto, qualcuno dei drogati a cui spacciavi e poi ci sono i vostri parenti, a proposito, solo quattro di loro hanno fatto le condoglianze anche a me." borbottò in risposta Ian beccandosi un bacio sulla guancia da parte di Mandy. "Andiamo, non possono iniziare se non ci siamo anche noi" saltò fuori dalla macchina e, senza aspettare, si diresse a passo spedito verso il gruppo di persone riunitesi intorno alla buca che avrebbe ospitato Mickey due. Ian rimase qualche minuto fermo a fissare Mickey, troppo intento ad ispezionare possibili nascondigli per far caso a lui.
"Frank è sbronzo, mi si è avvicinato e si è congratulato per il matrimonio." Mormorò senza spostare lo sguardo, vide Mickey aggrottate le sopracciglia e portarsi un dito sul labbro inferiore, non si perse nessun movimento, nemmeno il più piccolo e per un attimo scese il silenzio, rotto solo dai battiti dei due ragazzi. "Sei sposato?" chiese con un filo di voce Mickey, spaventato dalla possibile risposta.
Altro silenzio, altra paura.
Ora il volto di Mickey era una maschera di incertezza e Ian si accorse di essersi perso ad osservarlo, non aveva risposto. Si aprì in un sorriso e scosse la testa "Non dire stronzate. Non lo so perché me lo ha detto, probabilmente è talmente sbronzo da aver pensato che ci stavamo sposando." rise e un pugno lo colpì alla spalla. "Brutto stronzo, devi specificarle le cose." Senza aspettare altro, il moro scese dalla macchina e corse dietro un albero, cercando di non farsi vedere da nessuno. Ian rimase a fissarlo e sorrise. "Coglione" mormorò ancora in preda alle risate.

Aspetterò | GallavichWhere stories live. Discover now