Capitolo 10

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La fine del mese si avvicinò. In particolare, quella settimana, quel venerdì, sarebbe stato il mio compleanno. 20. Cifra tonda.
Non avevo ancora la minima idea di come festeggiare, o dove. Avevo velocemente pensato di organizzare una semplice uscita in discoteca con gli altri, avremmo potuto fare l'ora che preferivamo. La notte era giovane e noi con essa.
Camminai per i corridoi e diverse persone che mi ero fatte amiche nell'ultimo tempo agitarono velocemente la mano, salutandomi. Ricambiai con un sorriso. Prima delle vacanze di Natale ci sarebbero stati - finalmente - i tanto attesi esami. Quindi queste ultime settimane sarebbero state le più stressanti. Più giorni avremmo avuto le simulazioni, così non avrei avuto il tempo di vedere Harry durante i cambi dell'ora. Sospirai, mangiucchiando il tappo della mia penna nera. Ero in ansia, alla prossima ora il professore di biologia avrebbe interrogato e potevo essere una delle tante 'vittime'. Avevo studiato con Harry, okay, ma quell'agitazione non poteva aiutarmi lui a combatterla. Quando il professore fu finalmente in classe, il silenzio calò. Nessuno osava guardarlo in faccia. Ridacchiai per quanto fossimo buffi, ed il ragazzo al mio fianco mi tirò una gomitata, con l'intento di farmi girare.
«Sì?» Chiesi a bassa voce.
«Suggeriscimi se mi interroga.»
Alzai gli occhi al cielo con un sorriso. Il professore scrisse il titolo della lezione sulla lavagna, poi ci sorrise ed aprì il registro.
«Dio sia con voi.» Scherzò, facendo imprecare tutti. «Posey e... Whiteley? Sono presenti?»
Jack Posey e Rose Whiteley si alzarono silenziosamente e raggiunsero le sedie accanto alla cattedra. Il professore sorrise prima di lasciar loro la parola.
«Ci ha detto culo.» Bisbigliò il ragazzo. «Davvero tanto culo.»
Ridacchiai, cercando di non portare l'attenzione su di me.
Il resto della lezione passò tranquillamente. Il professore ci assegnò una ricerca che avrei portato a termine nel weekend. Uscii dalla stanza con diversi libri in mano, e mi sbrigai a raggiungere l'uscita per poter sedermi sull'erba e sistemare i libri nella cartella. Pochi minuti dopo mi fiancheggiò Louis, che allegro avvolse un braccio attorno alle mie spalle.
«Hey Lou.» Salutai.
Lui sorrise. «Allora, manca poco a raggiungere i 20! Come ti senti?»
«Eccitata.» Ammisi. «Insomma, sono un importante traguardo. Sono una giovane donna oramai.»
Annuì dandomi ragione. «La piccola giovane donna di Harry. Sono davvero felice per voi.»
Arrossii leggermente, poi sentii la presenza del riccio alle mie spalle, e mi voltai, trovandolo a guardarci beffardo. Si sedette al mio fianco e stampò un bacio sulla mia guancia.
«Com'è andata biologia?»
Scrollai le spalle. «Non ha interrogato me. In compenso, mi aiuterai a portare a termine una ricerca.»
Annuì serio e, stavolta, si avvicinò per baciarmi sulle labbra. Poco dopo mi alzai e pulii l'erba dai miei jeans, avvolgendo meglio la sciarpa attorno al mio collo. Sorrisi a Louis che si alzò con me ed Harry.
«Saluteresti gli altri per me?» Chiesi a Louis.
«Certamente.» Rispose.
Afferrai la mano di Harry e sollevai quella libera facendo un cenno a Louis. Camminammo verso il Pick-Up argento di Harry, poi salimmo.
«Tesoro, c'è una cosa che dovresti sapere..»
Mi allarmai. «Cosa succede?»
«Uhm, questo venerdì... È il tuo compleanno, ma avevo già promesso a mia nipote Anastasia che sarei andato a trovarla a Miami. Mi dispiace..»
Abbassai lo sguardo e giocai nervosamente con le mie mani. Vent'anni e senza la persona che amo accanto. Forte. «Oh, capisco.» Farfugliai.
«Ti porto a casa.»
«No, no.» Lo bloccai. «Portami da Alec.»

***

Venerdì mattina iniziò allegramente, finchè non mi accorsi che nessuno dei miei amici mi aveva fatto gli auguri, nè si era presentato a scuola. Perfino Tiffany aveva accennato un 'auguri' incrociandomi per i corridoi del campus. Ne rimasi sorpresa, ma non potei fare a meno di ringraziare. Amaramente uscii dall'aula dell'ultima lezione e camminai verso il parcheggio, dove mi aspettava la mia macchina. Salii sulla Charger e poco dopo mi ritrovai diretta al mio appartamento. Chiusi la macchina e, con la borsa in spalla, camminai per tutti i piani fino al mio appartamento. Bussai timidamente alla porta dell'appartamento di Louis e Niall, ma non ricevetti risposta.
"Fantastico." Borbottai a me stessa.
Infilai le chiavi nella serratura e, dopo il clic, spinsi la porta e mi ritrovai nell'appartamento. Chiusi la porta e mi ci appoggiai contro, spingendo la testa all'indietro e appoggiando anche essa. Lasciai cadere la borsa all'ingresso e, diretta nella mia stanza, lasciai le scarpe dove capitava. Entrai nella stanza e, con mia grande sorpresa, trovai un enorme mazzo di rose rosse ed un vestito accanto. Su ognuno due diversi biglietti. Presi prima il mazzo, con un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Auguri piccola mia! Mi scuso di non poter essere presente, ma ci sarò col cuore e con la mente. Ti amo da star male. Tuo Harry."
Sorrisi e portai quella lettera al cuore, poi ci lascia un bacio sopra. Passai al vestito. O almeno dedussi lo fosse, perchè era tutto incartato.
"Uh-oh, la mia migliore amica è vent'enne! Senza troppe domande, ti passerò a prendere alle sette ed usciremo a festeggiare. Serata fra donne! Ti voglio bene, a stasera!"
Sorrisi anche a quest'ultimo e passai ad aprire il vestito. Era nero, corto e con una profonda scollatura sulla schiena. Insieme ad esso c'erano un paio di scarpe argentate e un copri spalle in pizzo sempre color argento. Me lo rigirai fra le mani e me lo appoggiai sul corpo, specchiandomi. Era davvero bello.

***

«Ma insomma!» Ribattei. «Dove diamine stiamo andando?»
«È un nuovo locale. Lo ha appena aperto un mio amico.»
Scrollai le spalle ed afferrai la mano che mi offrì Kylie. Il vestito che mi aveva comprato mi stava davvero bene, dovevo ammetterlo anche a me stessa. Era scollato, okay, ma fasciava alla perfezione le mie curve. Entrammo in un piccolo corridoio, e tutto ciò che sentivo era il silenzio, accompagnato dal ticchettio dei nostri tacchi. Luci verdi soffuse ci illuminarono il passaggio.
«Siamo quasi arrivate!» Mi rassicurò.
Minuti dopo stavamo ancora camminando. Mi rassegnai fosse tutto uno scherzo quando, con una mano, aprì una tenda nera che ci stava davanti. Mi spinse dentro e mi ritrovai su un balconcino.
"AUGURI BEVERLY!" Urlarono in coro i presenti.
Mi portai le mani sulle labbra e rischiai di piangere dalla gioia. Non mi avevano mai organizzato una festa a sorpresa. Il locale si rivelò essere una discoteca inaugurata col mio compleanno. Abbracciai Kylie ringraziandola. Mi girai nuovamente verso la folla. Incontrai gli occhi verdi di Harry e le sue fossette quando mi sorrise. Alzò il suo bicchiere pieno di alcool per salutarmi.
Mi ressi alla ringhiera e scesi le scale che portavano alla pista da ballo. Mentre passavo fra gli invitati, questi ultimi mi fermarono, baciandomi e augurandomi un buon compleanno. Di tutta la gente che c'era, conoscevo si e no trenta persone. Arrivai dietro Harry, ma la sorpresa che volevo fargli fu rovinata dalle urla di Louis, Liam e Niall che mi avvolsero in un abbraccio, saltellando poi intorno a me come i bambini che giocano alla bella lavanderina. Risi per il loro comportamento, e finalmente gli occhi di Harry si posarono su di me. Mi fece fare un giro su me stessa e poi, con un abile gesto del braccio, mi avvicinò al suo bacino.
«Mi piaci da morire.» Gemette nel mio orecchio. «Auguri, piccola.»
Mi afferrò la mano e, prima che potessi mettermi a salutare altre persone, mi trascinò con sè.
«Dove stiamo andando?» Domandai sorridente.
«Ho una sorpresa per te.» Sussurrò. «Tuo padre è qui.»
Smisi di seguirlo e mi raggelai sul posto. «Mio padre è qui?»
Merda. Non poteva averlo fatto davvero.
«Sì. Non sei contenta?»
«Cazzo Harry, no!» Mi portai le mani tra i capelli. «Come lo hai contattato? E perchè ha accettato?»
«Hey, calma!» Alzò la voce.
Congedai le sue scuse e mi feci dire dove si trovava quell'uomo, intimandolo di restare dove fosse e non seguirmi.
Percorsi velocemente il piccolo corridoio, poi aprii la prima porta a destra. Entrai. Billy era seduto sul divano.
«Beverly.» Salutò.
«Billy. Perchè sei qui?»
Lui rise. «La mia bambina fa vent'anni e non dovrei essere qui?»
«No, cazzo!» Ringhiai a denti stretti. «Dimmi solo cosa vuoi. Ti darò tutto, purchè te ne torni da dove sei venuto. O giuro che vado a denunciarti.»
Si alzò dal divano e mi pressò contro il muro. «Senti, stronzetta, non osare parlarmi così. Sai che ho una pistola nei pantaloni e sai che so come usarla.»
Deglutii rumorosamente. Lo sapevo. Lo sapevo bene.
«Cosa vuoi?» Chiesi ancora.
Lui tenne fermo il mio mento. «Venticinquemila dollari. Entro la prossima settimana.»
Rabbrividii. «Come diamine li rimedio venticinquemila dollari? E a cosa ti servono?»
«Non deve interessanti. Ma so che me li porterai. Ti invierò per messaggio l'indirizzo.» Mi baciò la guancia ed uscì di scena.
Cazzo. Dovevo parlarne con Harry.

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{SPAZIO AUTRICE}
Buonasera!! Vedo che i lettori si alzano di più ogni giorno e non immaginate quanto mi faccia piacere! Pubblico oggi perchè ho il weekend super impegnato, quindi perdonatemi se non rispetterò i tre giorni!

«Venticinquemila?» I suoi occhi si sgranarono.
«Venticinquemila.»
«Cazzo.» Sospirò.
«Cazzo.» Ripetei. «Dammi una mano.»
Sospirò ancora. «Ti presterò quel che posso. Ti tirerò fuori da questo guaio. È una promessa.»

The showgirl [h.s]Where stories live. Discover now