Capitolo 9

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Quanto ho dormito? Mi sveglio tutta assonnata, allungo la mano per vedere se Louis è al mio fianco ma ovviamente deve essersi già alzato molto prima di me. Rimango un po' delusa, speravo di trovarlo vicino a me e invece niente. Non c'è. Leggo l'orologio, sono le otto e un quarto. Louis odia i ritardi, devo essere tra un quarto d'ora nel suo studio e questo implica che devo sbrigarmi visto che devo fare colazione, salutare mio figlio e...

«Emily Fray mi spieghi che cazzo stai facendo?» Samuel spalanca incazzato la porta della camera di Louis. Come fa a sapere che io sono qui? «È meglio se non dici una parola, non lo voglio neanche sapere!»

«Sam non è come sembra, e poi come fai a sapere che questa è camera sua?» I suoi occhi verdi diventano scuri come mai non li avevo mai visti. Ho letteralmente paura di lui.

«Il tuo amichetto è stato così gentile da dirmelo.» Sbuffa sconsolato. «Emily che cazzo fai? Santo cielo, non voglio fare lo stronzo però pensa alla terapia. Se sei arrivata così lontano è solo grazie a te stessa, non puoi cadere nelle grinfie di Tomlinson un'altra volta!»

«Non è come sembra.» Samuel corruga la fronte, dalla sua espressione direi che è esterrefatto.

«E come sembra? Dopo tre anni, incontri nuovamente quello che hai considerato l'amore della tua vita e come nulla fosse ci ricaschi; senza tenere presente che è il padre, cazzone, di tuo figlio.» Bene, vorrei solo scomparire in questo momento. La discussione non migliora la giornata, come al solito io odio litigare quindi solitamente lascio perdere e scrollo tutto di dosso. Ma non posso, non stavolta.

«Io non sono innamorata di Louis.» Sam scoppia a ridere. Ho detto qualcosa di sbagliato?

«Ti senti Emily? Avrei dovuto farti rifiutare questo lavoro, mettiti in testa che lui non fa per te. Signorina voglio ricordarti che quando ti ha lasciata andandosene senza dare una spiegazione plausibile, la spalla su cui hai pianto è stata la mia. Quindi taglia corto. Emilia Elizabeth Fray.» La situazione è più grave di quello che credessi, ma Sam ha ragione. Se dice quelle cose è solo per il mio bene e perché ci tiene a me moltissimo. Sono un'illusa se pensassi che Louis potrebbe essere cambiato da un momento all'altro. Non è così, purtroppo il mio modo di immaginare le cose molte volte mi porta a compiere degli errori.

«Hai ragione Sam.» Rispondo sconfitta. Mi abbraccia forte a se, e insieme usciamo dalla camera di Louis e andiamo nella mia in modo tale che possa cambiarmi per andare a lavoro.

«Devi riguardati Emily.» Annuisco, e lascio mio fratello con suo nipote che dorme ancora. Stargli lontano un giorno mi è sembrata un'infinità.

«Emily anche oggi in ritardo.» Louis è già al lavoro. Sbuffo senza dargli troppa importanza, la discussione con Sam mi ha fatto tornare con i piedi per terra. «Stamattina siamo nervose, spero non sia per il lavoro.»

Ma è così ottuso? Sta davvero facendo finta di niente? Ha già dimenticato cosa è successo ieri sera? Non dico una parola, mi siedo semplicemente nella scrivania di fronte a lui e continuo a ignorarlo. Infondo mi riesce bene. «Se non la smetti, ti licenzio.»

«Se non la smetto di fare cosa?» Domando inarcando il sopracciglio. Alza lo sguardo verso di me, e sorride sghembo.

«Di arrivare in ritardo. Non tollero una cosa di questo genere, sia chiaro.» Sbuffo indignata. Spero sia un fottuto sogno questo.

«Passi alle minacce?» Domando sconvolta e basita dal suo comportamento. Si alza e sporgendosi dalla scrivania ritrovo il suo viso a pochi centimetri dal mio, i nostri nasi quasi si sfiorano.

«Si se necessario.» Soffia troppo vicino a me. «Ad ogni modo, il fatto che in passato siamo stati... amici. Non implica nessuno ritardo. Sgarra un'altra volta e sei fuori.»

Black Panther || Louis Tomlinson||Where stories live. Discover now