03-il vero mostro che giace in me-

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Mi allungo più che posso per riuscire a prendere uno stupido cartone di panna fresca, ma, essendo alta poco più di un metro e sessantacinque centimetri non riesco ad afferrarlo subito.
Preso.
Stupida panna del cazzo.

Velocemente recupero il carrellino e mi avvio verso le casse. Aspetto il mio turno, pago e poi salto in sella alla mia Mv F4 CC.

Ho comprato tutto quel che serve per cucinare ben due cheesecake: una al cioccolato come piace a me, e una alle fragole che si adatta al palato fine di Susan. Io e la cameriera abbiamo deciso di preparare le due cheesecake in onore dell' arrivo dei ragazzi, che arriveranno stasera in tarda serata. Ed io non sto più nella pelle.

Quando varcheranno la soglia della porta non vedrò soltanto i miei amici, ma con loro vedrò entrare anche quella serenità che da giorni non mi ha contraddistinta. Devo ogni fottuto momento felice a loro, sono così dannatamente speciali. Voglio bene ad ognuno di loro, ma non riuscirò mai ad ammetterlo ad alta voce.

Quando arrivo a destinazione apro il cancello automatico con l'apposito telecomando e, una volta aver parcheggiato, non posso far a meno di notare le tre auto posteggiate l'una accanto all'altra.
E non ci vuole molto a fare due più due. Sbuffo innervosita e trattengo l'istinto di graffiare il paraurti di questi tre gioiellini. Non lo faccio solo perché sono consapevole che di auto così loro, con tutti i soldi che hanno, possano permettersene altre cento.

Sorpasso le auto e con le chiavi entro in casa quindi, non appena lo faccio, tutti presenti si ammutoliscono di colpo.
Mi fissano e basta, con quei loro oggi marci buoni solo a giudicare.

"Che avete da guardare?" ringhio quasi, guardandoli con disprezzo. Non rispondono, e ai miei occhi appaiono soltanto come stupidi idioti ammutoliti. Lancio un ultima occhiataccia ad ognuno di loro, tanto per sottolineare il mio odio, e li sorpasso entrando in cucina.
Sistemo la spesa al proprio posto, accorgendomi solo adesso di aver esagerato un po' con la cioccolata. Faccio il conto dei grammi e quasi scoppio a ridere quando arrivo al risultato.
Ho preso un kilo e quindici grammi di cioccolata al latte.
Un po' troppa.
Forse.

Decido di nasconderla bene cosicché Zack non ne mangi tutta, perché lui come me ne sarebbe ben capace, ma lo scaffale più alto si rivela forse un po' troppo alto per me.

"Non ci arriverai mai".

Mi volto di scatto spaventata, mettendo una mano sul cuore che sembra impazzito.
Che colpo, cazzo.
"Che cazzo... mi hai spaventata!" strillo, tirandogli addosso un panno vicino a me. Schiva il panno e ridacchia poi, proprio mentre sta per ribattere, la cameriera fa il suo ingresso in cucina. "E' tornata signorina" contasta, e io le sorrido. "Per chi è tutta questa cioccolata?" domanda poi, mentre gli altri fanno il loro ingresso in cucina.
Ugh.

"Per la torta".
"Ma è un kilo, signorina" ma lo so.
A volte vorrei farmi un tatuaggio in fronte, un tatuaggio del tipo 'raga il cibo non è mai troppo' ma parrei troppo un'idiota. Potrei farlo da qualche altra parte, però.
"Pensavo non bastasse" faccio spallucce. Bugia.

"Che devi farci con tutta questa cioccolata?" domanda Rocky, piuttosto divertito. "La mangio?".
Cos'altro potrei farci con della cioccolata? Fumarla, forse?
"Ti ricordo che è un kilo, non trenta grammi" ribatte ancora.
Lo so, diamine!
"So che è un kilo, l'ho comprata io. Se avanza stasera la offro ai ragazzi, non rompermi!" sbotto, gonfiando le guance dal nervoso.
"Se avanza?".
"Se avanza." sottolineo, duramente.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Where stories live. Discover now