Frampt

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Qualcosa stava nascendo al di là, riusciva a sentirlo. Cercava disperatamente il modo per attraversare il ponte di pietra. Poteva provarci, ma non era sicuro avrebbe retto il suo peso per tutta la traversata.

-Ehi Frampt! -

-Ancora tu? Che vuoi? -

-Smettila di fare lo scemo. Non puoi superare quel tuo ponte del cazzo. Sta per cominciare. Muoviti! - esclamò un serpente, non lontano da Frampt.

Quattro zampe, una coda piccola e piatta, un corpo ondulato a tubo con due braccine goffe e dalle dita fine. Un lungo collo partiva dopo le braccia e finiva con un volto bizzarro, con due baffi che sembravano le orecchie di un cane. Due occhi arancioni erano la cosa che più incuteva paura dei serpenti. Spaventosi, enormi e grottescamente sporgenti dalle orbite. La loro pelle grigia si confondeva con la roccia del sottosuolo.

- Sirtush. Maledetto aiutante del Gran Maestro. Se lavorasse con la stessa energia con la quale lecca il culo al capo, sarebbe il migliore della tana. - Mormorò a bassa voce.

- Ora arrivo, non rompere! - Rispose Frampt con un seccato gesto della mano per mandarlo via.

- Quel maledetto, sembra impossibile, ma non riesce a non andare a riferire al capo frignando ogni singolo passo che faccio. Non so come faccia, ma me lo ritrovo dietro al culo ogni santa volta. Ma questa volta, mi duole dirlo, ha ragione. Sono in ritardo- Pensò allontanandosi poco dopo - e se non mi sbrigo il ciclo temporale potrebbe saltare. Dovrò posticipare ancora l'attraversamento di quel maledetto ponte di pietra. Sono sicuro che al di là di questo nulla sta per muoversi qualcosa. Anche se tutti mi prenderanno per pazzo, devo riuscire ad arrivare dove nessuno è mai arrivato prima. -

Si incamminò. Fortunatamente la cosiddetta tana non era tanto lontana, perché i suoi buffi passi non gli permettevano di procedere molto veloce. Appena girato l'angolo la vide a sinistra, mentre a destra, su di un enorme spiazzo, tutti i suoi simili lo stavano guardando.

Frampt capì che i suoi fratelli lo stavano aspettando da un pezzo. Abbassò la testa, evitando di proposito di guardare le facce arrabbiate dei suoi simili. Del resto avevano dannatamente ragione: il suo ritardo poteva comportare un grosso pericolo per la riuscita del ciclo perfetto, la grande danza dell'eternità.

Loro erano gli unici esseri che potevano creare la continuità grazie ai loro poteri oscuri. Magie tramandate fin dal primo serpente nato, magie potenti che potevano modellare spazio e tempo. Quel rito era una formula oscura necessaria a mantenere il ciclo della pace e della neutralità che in quel tempo la facevano da padrone, nel sottosuolo e non.

Quei dieci serpenti, per proteggere l'armonia, fermavano ogni volta il tempo.

- Eccomi, cominciamo. - Disse Frampt rivolto verso il Gran Maestro Kaathe, sempre con la testa abbassata.

Il gruppo dei serpenti si mise in cerchio. Uno ad uno chiusero gli occhi e cominciarono ad intonare una litania in una lingua antica e dimenticata.

Il mugolio di quel canto era cominciato già da parecchio tempo, quando poco a poco la zona attorno a loro, da grigia che era, divenne cupa e sempre più vicina al nero.

Quel poco di barlume scomparve e l'oscurità più totale piombò fra loro. L'aria cominciò a farsi densa, quasi liquida e invivibile, finché le loro sagome non si distinsero a malapena.

I cinque serpenti della metà sinistra del cerchio aumentarono drasticamente il volume della voce e pian piano cambiarono le parole.

All'improvviso un grande specchio nero si erse lentamente dal terreno. La cornice che lo conteneva sprizzava un fuoco nero che colava tutt'attorno; l'oggetto magico era enorme ed imponente quasi quanto tutta la caverna.

Dark SoulsWhere stories live. Discover now