capitolo quindici

71 9 0
                                    

Alla fine sono le stupide scale.

Dan cade.

Commozione cerebrale e milza scoppiata. È grave, molto grave. Phil crolla nella sala d'aspetto, con la testa fra le mani. Premendo le labbra contro il metallo del suo anello. Rimane ad aspettare, aspettare che la splenectomia finisca. Ad aspettare di riavere il suo orsetto indietro.

Finisce per piangere ancora di più quando vede Dan, così piccolo e stanco nel suo letto d'ospedale. Con tubi che gli procurano aria e fluidi e macchine rumorose che lo circondano. Deve essere scortato fuori così da poter ricomporsi.

C'è un intero gruppo di persone intorno a lui una volta mattina, affollate attorno a Dan e Adrian piange, piange, piange.

Martyn continua a lanciare delle occhiate preoccupate a Phil, ma gli assicura, "Va bene, sto bene. Non preoccuparti per me."

La mamma di Dan deve andarsene dalla stanza dopo averlo visto, e Phil la segue. La abbraccia forte, perché capisce.

"Anche io ho paura" sussurra, "Ma è forte, ce la farà". È la cosa migliore che può pensare di dire.

All'inizio Dan sembra migliorare, tiene la mano di Phil e fa girare l'anello intorno al suo dito mormorando "Ti amo, ti amo". Come se fosse una preghiera, come un mantra. Si lamenta del cibo dell'ospedale, e dice che vuole tornare a casa. Dan migliora, e poi no.

È programmato che vada a casa una settimana dopo l'intervento. Quindi quando il dottore prende Phil da parte e gli dice che dovranno mettere un tubo per alimentarlo, è come se il pavimento gli crolli sotto i piedi. Come se il suo mondo venisse interamente ridefinito e lui fosse lasciato solo a cercare di stare in equilibrio.

A volte succede con i pazienti che hanno questa malattia, gli dicono i dottori. Soffrono di una complicazione che fa passare la malattia negli ultimi stadi.

Non dimettono Dan. In qualche modo, dopo la conversazione con il dottore, sa che le cose non saranno mai più le stesse.

L'orologio ticchetta sul muro. Phil trema.

-

Phil passa un sacco di tempo a fare ricerche, e ad ognuna scopre più orrori sulle condizioni di Dan. Ci sono post su forum con persone che sperimentano cose simili sui loro cari. La SLA non si può prevedere. I pazienti passano dal lavorare al morire due mesi dopo di insufficienza respiratoria. Non riesce a credere che stia succedendo, e che stia succedendo proprio a Dan - l'amore della sua vita, il suo migliore amico, suo marito. A Danisnotonfire. Non è giusto.

Non è giusto.

Fino ad adesso, Phil ha sempre visto un piccolo spiraglio di speranza negli occhi di Dan, ma quando Dan si sporge verso di lui dal suo lettino, pregandolo di portarlo a casa, Phil può quasi vedere la luce scomparire nei suoi occhi, bruciando e tremolando come una candela, prima di spegnersi tra fumo e cenere.

-

A Dan piace che gli si legga, ma gli piace di più quando Phil parla e basta, perché la sua voce è sempre tranquilla e non parla a Dan come se non potesse capirlo. Gli piace ascoltarlo, ed è strano perché di solito è lui quello che parla, riempiendo la stanza con la sua presenza. Ma ora le cose sono diverse e Phil lo capisce, e va bene. È okay.

Devono fare tutto per lui adesso. Aggiustargli le gambe, sistemargli i capelli. Dan farfuglia le sue scuse. È tanto stanco.

Phil non può davvero crederci. Non può credere che solo alcune settimane fa Dan parlava, camminava pure, ridendo e lasciando dei baci sul naso di Phil. Ora fa perfino fatica a respirare, non riesce a deglutire. Non si può nemmeno muovere. È il peggior incubo che abbia mai fatto, e non può svegliarsi.

Louise si ferma, così fanno anche Chris e PJ. Mettono un paio di sedie vicino al letto di Dan e gli parlano. Scherzano e ridono.

Louise lo fa uscire in corridoio, prende Phil dalle spalle e lo fa giurare. "Giurami che stai mangiando, dormendo, e che ti stai prendendo cura anche di te stesso, Phil... perché devi prenderti cura di te stesso se vuoi riuscire a prenderti cura di Dan.

Glielo ripete all'infinito. Phil sta davvero bene. Vuole solo stare con Dan.

"Vuoi guardare qualcosa?" gli chiede Phil un mattino.

Il rumore che proviene dalla bocca di Dan è completamente incomprensibile. Stringe le labbra, i suoi occhi vagano in panico e la lingua spunta un pochino fuori mentre cerca di concentrarsi. Cerca di formare le parole con la bocca, ma i muscoli si rifiutano di collaborare. Finalmente, con sguardo senza speranza e sconfitto, scuote la testa e i suoi occhi diventano lucidi.

"Va bene" gli assicura Phil velocemente, anche se niente va bene, "Non importa, comunque."

Le lacrime bagnano le guance di Dan, lui non pensa che vada bene. Quindi è questa l'afasia.

Dan apre di nuovo la bocca, borbottando una singola parola quattro volte prima che Phil capisca.

È il suo nome.

"Sono qui, orsetto," passa un dito sopra la guancia di Dan, "ti amo. Ti amo tanto."

Dan non lo dice, ma Phil gli può leggere gli occhi. 'Ti amo anch'io'. Aspetta che Dan si addormenti per far sì che la sua faccia si rilassi e crolli.

Non vuole davvero che Dan lo veda piangere.

-

Phil sa che sta per succedere. Sta per succedere da molto tempo e francamente, è riuscito a fare più cose con Dan di quanto pensasse dal giorno in cui è stato diagnosticato, e dovrebbe esserne grato ma invece è arrabbiato, arrabbiato perché non vuole perdere Dan e perché Dan non può più parlare e uno di questi giorni non riuscirà neanche a respirare.

È la fine, Dan non può neanche dire addio. Non può avvolgere le braccia attorno alla vita di Phil o sussurrargli nell'orecchio. E Dan morirà senza nemmeno potergli dire addio. Anche se, nel profondo, Phil sa. Che tutto questo, tutto quello che è successo dopo che la dottoressa Valdez lo ha sentenziato, è stato il suo addio.

Fanculo. Phil non può farcela. Fanculo.

-

Phil sta leggendo. Harry Potter, è l'unica cosa che può pensare di leggere. Dan sta respirando periodicamente, le sue lunghe ciglia fluttuano sulla sua pelle. È stanchissimo. Phil finisce per guardare lui più di qualsiasi altra cosa, una delle mani ossute di Dan nelle sue più grandi. Passa il dito sull'anello di Dan all'infinito. Sentendo le tre piccole irregolarità sul metallo.

Il respiro di Dan è davvero rumoroso. È stato offerto a Phil di mettergli un ventilatore. Ma l'idea gli fa male al cuore, anche se vuole che Dan viva di più.

"Phil" mormora Dan, o almeno è quello che Phil si immagina, in realtà è più un borbottio. I suoi occhi sono spalancati e dilatati.

"Sì, orsetto?" Phil non si aspetta che Dan gli risponda. Naturalmente.

phan™ ; italian translationWhere stories live. Discover now