IN VINO VERITAS

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Giunsero davanti ad un condominio abbastanza distante dal centro di Verona, e Claudio comprese al volo, eccitato, che Mario aveva pensato a lungo in questi giorni, che la sua assenza era stata presenza, ed aveva forse capito che non puoi, pur volendolo, scappare da te stesso, da ciò che senti e da ciò che sei.

***

Penso che un sogno così
non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani
e la faccia di blu,
poi d'improvviso venivo
dal vento rapito,
e incominciavo a volarenel cielo infinito...

Durante il tragitto in moto Claudio vibrava di libertà e spensieratezza. Verona gli attraversava gli occhi ed era improvvisamente più bella del solito, ornata di luci, ghirlande e fiori natalizi; intrappolato felicemente in una palla di vetro in attesa della neve scendere giù impreziosire un momento tanto speciale. La fragilità di Mario si annientava con stupore, per l'atteggiamento, la postura, la sicurezza di quell'attimo. Le sue spalle parvero improvvisamente larghe e possenti, le sue braccia tese e forti in un giubbotto di pelle nero, leggermente attillato. E se in quelle rare volte insieme, avvolgerlo a se era simile ad una missione, Claudio, in quell'esatto momento, sentì il bisogno ed il desiderio di abbandonarsi a lui, di ascoltargli il cuore, di donargli i respiri. Si inarcò sulla sua schiena, attento a non appensantirlo e trattenne la voglia di circondargli i fianchi.

- Claudio? Ci sei?
- Sì sì, vai tranquillo!
- Puoi reggerti se ti va... non mordo!

Lo fece. Lo fece senza pensarci su. Lo fece senza badare alla conseguenze. Lo fece perchè non desiderava altro e non pensava ad altro. Le labbra si curvarono all'insù e raggiunsero gli occhi, coinvolgendo poi il resto del viso e del corpo. Claudio era felice, bastava guardarlo.

***

- Sei uno sportivo?
- Mmm sì... sono belli gli sport in generale.
- Calcio?
- Non sono capace...
- Daje Clà, ma davvero?
- Sei un patito te, scommetto.
- Troppo, ma a livelli colossali. Vai in palestra allora?
- Sì. Crossfit tutti i giorni.
- Eh... col fisico che te ritrovi, la domanda era superflua.
Ce stà il mio appartamento in questo condominio: sesto piano senza ascensore. Sopravviverai insomma. Sei abituato agli sforzi no?!
- Sarei salito comunque Serpa!
- Ti faccio davvero quest'effetto Sona? Addirittura saresti salito comunque... mi spiazzi con queste dichiarazioni... dammi almeno il tempo di aprire casa no?! Capisco l'entusiasmo...
- Idiota! Sarei salito comunque per buona educazione. Ad ogni modo ti ricordo che ti sei precipitato in casa mia alle 23.30 per un invito, in casa TUA! Serpa, 1-1 palla al centro.

E risero già complici, e consapevoli che fra le righe, aleggiava la verità: si amavano davvero.

Claudio restò piacevolmente stupito dalla dimora dell'artista.
Piante di ogni tipo sparse per casa, verdi e vive, accendergli lo sguardo; cornici di ogni genere appese e non, custodire ritratti e foto; pochi mobili, troppi tavoli; pochi colori, troppe matite. Ed era questo Mario: freschezza e vita, segreti, essenza e ombre. Mario lo condusse in salotto e gentile com'era si preoccupò d'accoglierlo offrendogli da bere, da mangiare e da fumare, per smorzare la tensione. E non bastò una bottiglia di vino nè uno spinello, e fu così che Mario a costo di perdersi, decise d'esagerare e di bere ancora e ancora, e di fumare ancora e ancora agli occhi di chi gli spezzava il fiato e di chi, per un bicchiere in più, liberava nuovi tratti di se, e paradossalmente stavano già imparando a conoscersi. Mario aveva compreso che Claudio è davvero buono e generoso, che ama cantare e che crede d'essere un talento (credici!), che sa ridere e sorridere, che è ottimista ed ambizioso, che ama scrutare il mondo. Aveva compreso che ama la vita ed ha rispetto per essa, che è folle, che è permaloso, che il suo cuore è nordico, che ama banane e yogurt. Claudio aveva compreso che Mario non conosce maschere, che è ingenuo, che fuma troppo, che ama la frutta, che è puntiglioso e permaloso, che è bello e non lo sa, che è goloso ma intollerante alle uova e al lattosio. Aveva compreso che non sopporta le bugie, che crede nell'amore e che soffre ancora.
E fu un attimo per Claudio, per accorgersi di alcuni fogli strappati, stropicciati, scarabocchiati. Li visionò da vicino, approfittando dell'assenza di Mario andato in cucina per recuperare altro, e non credette ai suoi occhi. Pensò d'esser troppo ubriaco e si sforzò dunque di tornare in sé, di recuperare un po' di lucidità, per quel che ne restava, ma il risultato non cambiò affatto. In quei fogli confusi rivide se stesso, il suo profilo marcato dalle labbra gonfie, il suo ciuffo impazzito, i suoi denti dritti. Ed ebbe come la sensazione d'essere un tormento, un pensiero fisso, un buco nello stomaco, un lancio nel vuoto. Quei fogli in disordine erano una conferma, e barcollante per l'alcool in circolo fermentargli nello stomaco, si diresse con le mani piene d'orgoglio e di fogli da lui.
Entrò e si poggiò alla cucina dalla parte opposta, e lo fece proprio, Mario, con lo sguardo soltanto, al punto da spezzargli la voce, da privarlo di tutto.

- Sono io Mario?
- Dove li hai presi?
- Sono io Mario? -e si staccò dalla cucina, avvicinandosi lentamente con le bozze penzolanti.
- Non sei corretto Clà, non puoi frugare fra la mia roba... non puoi... non puoi approfittarti di me... di me adesso che so sbronzo.
Ad un palmo dal suo naso, il respiro pesante e lo sguardo basso. Imbambolati entrambi nella bocca dell'altro.
- Sono io, Mario?
Rispose con un bacio. Labbra contro labbra, respiro contro respiro, cuore contro cuore. E per quanto innocente fosse, si accesero entrambi.
- A giorni sarà Natale, e come vedi non ho albero, né addobbi, né doni da spacchettare. Vorresti essere il mio regalo di Natale Claudio?
Claudio sorrise sorpreso e scattò verso la sua bocca per assaporarlo ancora, ma fu fermato da Mario, coraggioso e deciso.
- Mi piaci Claudio, e non volevo ammetterlo. Ho impedito ai miei pensieri di darti posto, ma la mia arte, le mie mani ti hanno sempre raggiunto, hanno sempre viaggiato e percorso la stessa rotta. Ti chiedo di posare per me, di lasciarti attraversare, di lasciarti esplorare tra mille contrasti di luce.
- Buon Natale Mario.
E restò nudo dinanzi un grande foglio coprire parte del volto di Mario. E quell'attimo era la vita.



BIANCO E NERODonde viven las historias. Descúbrelo ahora