L'albero di Morfeo, capitolo 1

15 2 0
                                    

M'infilai sotto le coperte e chiusi gli occhi. C'era però qualcosa di strano nel buio delle mie palpebre.
Non era più buio, infatti; vedevo la luce filtrare eppure ero sicuro, anzi, sicurissimo di aver spento la luce e chiuso la porta.
Riaprii gli occhi, curioso.
Foglie. Ecco la prima cosa che ho visto dopo averli spalancati. E sole, tanto sole.
Mi alzai in piedi e scoprii un tappeto verde che si srotolava sotto di me, interrotto dalle radici degli alberi.
Ero forse finito in un sogno? Forse.
No, non poteva essere.
Toccai il tronco di un albero. Troppo reale, per essere solamente un sogno.
Feci un passo verso una direzione qualsiasi, ma subito girai i tacchi.
No; non era quella la via giusta.
Seguii una specie di bussola interna, cercando di uscire dal bosco, finché non arrivai in una valle incastonata tra i monti come uno smeraldo. Il sole, splendendo, illuminava una grande quercia al centro che sembrava alta fino al cielo.
Mi avvicinai, giusto per notare una figura, seduta tra le radici, che stava leggendo.
Curioso e intimorito, cercai ad ogni passo il coraggio di chiedere al ragazzo delle informazioni sul luogo ma soprattutto una via per tornare a casa, finché non smisi di avanzare, perché avevo riconosciuto lo 'sconosciuto', che non era affatto uno sconosciuto, bensì una mia compagna di classe, conosciuta quella mattina.
Rimasi per un tempo indefinito davanti all'albero, incerto sul da farsi, finché non alzò la testa, si accorse di me e mi salutò. -Ciao,- disse. -Cosa ci fai qui?-
-Non lo so.- risposi -Non so nemmeno dove sia, qui.
Lei mi guardò pensierosa, ma sorrise.
-Non so come spiegartelo... vediamo...- Sospirò. -Hai presente quando stai per addormentarti? Il momento prima di sognare, diciamo. Be', ecco, diciamo che alla maggior parte delle persone non succede nulla, ma alcuni, che sono più... sensibili, credo sia la parola giusta... riescono ad arrivare fin qui. Viaggiando con la mente.
La fissai interrogativo.
-Quindi sto sognando?
-No!- esclamò. -È proprio qui la
differenza. Non stai sognando, ma tra poco comincerai. Arriverà un uomo molto anziano che ti condurrà ai tuoi sogni -Chiuse il libro di colpo e quello scomparve.
-C-Come hai fatto?!
Mi scoccò un occhiataccia, però rise.
-Siamo nella nostra mente... tra i nostri ricordi, un mondo fatto di immaginazione.- disse -Quel libro l'ho già letto, io lo ricordo e per questo era qui. Il cervello è una forza incredibile, non credi?
Rimasi zitto, confuso più che mai. Poi annuii. -Quindi... sono qui perché ti ho pensato?
Lei fece spallucce.
-Forse sì, forse no. Se fosse come hai detto, significherebbe che ti ho pensato anch'io,  nello stesso istante in cui tu mi stavi pensando.
Di colpo si fece triste. Pensai di chiederle cosa ci fosse che non andava, ma mi anticipò.
-Immagina qualcosa di semplice... il mio braccialetto. Quello con cui hai giocato tutta la mattina.
La osservai stupito.
-Cosa...
-Dai, immaginatelo.
Mi fissai la mano, pensando al braccialetto di filo rosso... i fiori...
Lo vidi comparire nella mia mano, reale e tangibile.
-Oddio!
-E non è finita... Apri gli occhi.
-Ma sono già aperti!
-Cosa non ti è chiaro del fatto che non siamo qui realmente? Apri gli occhi, avanti...

Racconti breviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora