Capitolo 2.

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Capitolo 2.

La mattina i due ragazzi si svegliarono, ma ancora si tenevano per mano mentre osservavano il soffitto della stanza e pensavano: Per la prima volta non sono stato svegliato dagli incubi.

Quando Harry guardò Draco gli sorrise domandandogli: «Sei pronto per la nuova giornata?»

«Sì...» rispose lui, ma pensò: Se resti al mio fianco sono più tranquillo.

I due si prepararono ed andarono con gli altri ragazzi in Sala Grande.

Piton vedendo arrivare il figlioccio lo prese per il polso: «Devo parlarti un attimo in privato» il ragazzo annuì e lo avvicinò: «Cosa succede?»

Harry era andato a sedersi al tavolo per fare colazione, ma osservava Draco attentamente.

«È tutto pronto. Questa notte a mezza notte in punto potrai dare inizio alla tua avventura» disse l'uomo.

Draco annuì e poco dopo andò a fare colazione.

Harry non gli chiese di cos'avesse parlato con il padrino, se lui voleva dirglielo l'avrebbe fatto.

«Harry, se per caso dovessi sparire. Tu cosa faresti?» chiese il ragazzo biondo.

«Ti cercherei a costo di aprire le porte degli inferi» rispose lui senza pensarci troppo. Draco sorrise sollevato, adesso sapeva che Harry l'avrebbe cercato e non abbandonato.

Piton passò tra i tavoli e diede loro gli orari di lezione.

I ragazzi visto l'orario si alzarono dal tavolo e si diressero verso l'aula di pozioni per le prime ore di lezione.

Harry senza distrazioni riuscì a fare la pozione migliore di quegli anni.

Piton ne rimase sorpreso, ma era soddisfatto di quello che, il ragazzo, aveva fatto.

Il resto delle lezioni passò tranquillamente, Harry mise in mostra tutto quello che sapeva fare e aveva imparato durante la guerra, ma non era quello che gli premeva, ma semplicemente voleva far capire ai Grifoni che l'avevano sottovalutato.

Avendo lezione solo nella mattina il pomeriggio poterono dedicarsi ai compiti che gli erano stati assegnati.

Non erano complicati, erano semplicemente compiti di ripasso degli anni precedenti.

Harry, Blaise, Pansy e Draco erano in biblioteca a studiare e Salazar era con loro.

Ron e Hermione entrarono nella biblioteca, ma Harry li ignorò apertamente.

I due ci rimasero male e la cosa fece sogghignare il ragazzo dagli occhi di giada.

Il resto del pomeriggio passò svelto, Harry e Draco terminato di studiare erano andati in giardino a godersi un po' il sole che brillava ancora in cielo.

Non parlarono molto, semplicemente e rimasero lì ad osservare il cielo e le nuvole che scorrevano lente portate via dal leggero venticello che mitigava la calura di quelle ore.

I ragazzi andarono in Sala Grande per la cena, ma Draco si intrattene a lungo nella Sala Comune di Serpeverde.

A mezza notte meno dieci lasciò il dormitorio sotto gli occhi di Harry che l'aveva osservato per tutto il tempo.

Mentre si avviava al settimo piano fu preso alle spalle da un uomo incappucciato: «Seguimi e non fiatare» il ragazzo annuì e si fermarono davanti ad un corridoio in disuso.

«Donum quod peccatum meum lustrare lucis aperire januas anima pueri huius» disse l'uomo tutto d'un fiato.

Una luce dorata s'aprì nel corridoio e Draco oltrepassò quella soglia e la luce si spense del tutto.

Harry arrivato troppo tardi guardò l'uomo incappucciato senza riconoscerlo: «Dov'è andato? Dov'è Draco?»

L'uomo con la voce camuffata rispose: «Lui è andato dove la sua anima e il suo corpo verranno purificati dal male»

«Devo portarlo indietro. Lui...» s'interruppe un attimo, ma poi disse: «Lui non può lasciarmi!»

«Per raggiungerlo dovrai fare un lungo viaggio e se solo i tuoi sentimenti per lui saranno forti potrai raggiungerlo e riportarlo a casa» disse ancora una volta l'uomo senza mai scoprirsi veramente.

«Cosa devo fare?» chiese lui risoluto.

«Un sacrificio di sangue aprirà le porte, ma scegli bene le parole. Solo in quel modo potrai iniziare il tuo viaggio» rispose ancora l'uomo incappucciato.

Harry prese la bacchetta e si tagliò il palmo della mano dicendo: «Toll reddamus sanguinis pervenire per viam deducet me coram me ostendisse iter cum studio puritatis»

Una porta comparve davanti a lui, ma prima di varcarla si rivolse all'uomo: «Prendetevi cura di Salazar» subito dopo la imboccò senza aspettare altre parole da parte dell'uomo incappucciato.

Aveva capito chi era l'uomo sotto il cappuccio, lo conosceva perchè il cuore glielo suggeriva e sapeva bene che l'uomo si sarebbe preso cura del suo amico.

La porta si chiuse alle sue spalle e si ritrovò immerso nell'oscurità di un lunghissimo tunnel che percorse correndo fino a giungerne alla soglia e varcarla ritrovandosi alle porte degli inferi.

Alzando lo sguardo lesse: «Lasciate ogni speranza voi che entrate» inarcò un sopracciglio e disse: «No. Non lo farò» mosse qualche passo avanti ed oltrepasso la porta davanti a lui.

Un altro uomo incappucciato si presentò davanti a lui: «Alla fine sei arrivato. Iniziamo il nostro viaggio»

«Chi sei?» domandò lui perplesso.

L'uomo si tolse il cappuccio e Harry sgranò gli occhi sorpreso.

«Muoviti. Non abbiamo tempo da perdere» disse ancora una volta l'uomo avviandosi lungo un sentiero di pietra.

Harry lo seguì senza riuscire a dire niente. 

Inferno, Purgatorio e ParadisoWhere stories live. Discover now