Luce

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Stiles

Stiamo camminando da circa un'ora, e ancora non capisco dove siamo diretti. Anzi, direi che stiamo scalando una montagna visto che fino ad adesso ho trovato davanti solo salite, strade brecciate e muri rocciosi.

«Ma quanto ci vuole ancora?»  domando con il fiatone.
«Ci siamo quasi. Si vede che non sei un tipo sportivo» ironizza, prendendomi in giro.
Assottiglio gli occhi, per marcare il mio disappunto.
D'accordo, lo ammetto. Non sono molto atletico, non amo lo sport in generale e sono completamente fuori forma. Ma sentirmelo dire da una ragazza non è proprio il massimo.
Torno ad incamminarmi al suo fianco, con fare spavaldo per dimostrare la mia virilità, anche se in realtà potrei svenire da un momento all'altro per la fatica.

«Eccoci, siamo arrivati!»  esclama poco dopo, per la mia immensa gioia.
Mi guardo intorno, cercando l'obiettivo di cotanta eccitazione da parte sua.
Ma quello che vedo sono solo rocce e alberi.
«Quindi cosa dovrei vedere?»
«Proprio questo»
Allarga le braccia come se abbracciasse il mondo intero, indicandomi tutto il paesaggio.

«Come fai a non sentirti fortunato per questa meraviglia e non rimanerne incantato?»

Osservo la foresta, gli alberi, il cielo terso e il sole raggiante, che mi costringe a portare una mano sugli occhi per ripararli dalla sua luce.

Luce.
Forse è questo che intendeva. Forse vuole che io ritrovi la gioia di vivere godendo di ogni piccola cosa, come la bellezza della natura o l'immensità di un panorama.
Guardando meglio riesco a cogliere particolari a cui non avevo fatto caso, come le chiome degli alberi mosse dal vento che creano un movimento simile ad onde, o il cinguettio degli uccelli che svolazzano liberi in aria, o ancora la neve sulle montagne che si scioglie pian piano sotto il calore del sole.
Penso che dopotutto è davvero qualcosa di magico.

«È...bellissimo» ammetto rimanendo assolutamente imbambolato davanti a questa sorta di paradiso per gli occhi, tanto da suscitare l'interesse di Lydia che ora mi fissa sorridendo.

«Allora? Hai trovato la tua luce?» mi domanda, e mi accorgo di quanto mi sia perso fino ad ora. Troppo impegnato con la mia vita frenetica, con il mio lavoro che a volte non mi lascia nemmeno respirare, da non accorgermi di quanto il mondo abbia da offrire, di quante cose belle vale la pena di vedere.

«Credo di sì»
«Ne sono contenta» esordisce entusiasta, respirando a pieni polmoni l'aria rarefatta della montagna.

In tutta la mia vita non ho mai conosciuto qualcuno come Lydia, che ama la vita così tanto da apprezzarne ogni aspetto ed emozionarsi con poco.

«Sei una rivelazione, lo sai?»
Mi guarda inizialmente perplessa dalla mia affermazione, ma rivolgendomi infine il suo sorriso migliore.

«Dovrei considerarlo un complimento?»
«Certo...» confermo, perché per me lei si è davvero rivelata una piacevole sorpresa, del tutto inaspettata.

Ci sediamo sull'erba, incuranti di sporcarci i vestiti di terra. In un attimo di silenzio, inspiro a pieni polmoni il vento gentile ma gelido che ci avvolge. Mi stringo nel mio giubbino a causa dei brividi, mentre noto Lydia allungarsi e puntare lo sguardo verso l'alto.
Così, non so per quale motivo, mi ritrovo a fare la stessa cosa.

«Pensi mai al futuro?» mi chiede ad un tratto.
«A volte. Più che altro mi capita di chiedermi dove sarò tra dieci anni, che cosa farò e se sarò felice»

«Capita anche a me»
«Perché? Ora non sei felice?» mi azzardo a chiedere, e lei in tutta risposta si stringe nelle spalle, smorzando il suo sorriso in un'espressione quasi frustrata.

«Diciamo che avevo altri progetti nella vita»
Decido di non insistere oltre per non risultare invadente, e dalla sua improvvisa malinconia capisco che anche lei non vuole parlarne.

«Capisco cosa intendi»
«Il tuo sogno qual'è?»
Domanda che mi coglie impreparato.

«Il mio sogno?»
«Sì, tutti ne hanno almeno uno recondito»
Sbuffo sorridendo.
«Te lo dico se prima mi dici il tuo»
Lei ricambia il sorriso e le sue gote si colorano leggermente di rosso.

«Va bene. Ma prometti di non ridere»
Dicendo questo, mi porge il mignolo invitandomi a stringerlo con il mio.
Sembra essere tornati all'asilo.
Non suggellavo una promessa così da quando avevo...sei anni forse?
Eppure decido di accettare ugualmente, il suo potere di persuasione è davvero forte.

Uniamo le dita, mentre una strana scossa ci attraversa.

«Ho sempre voluto fare la cantante»
Si copre il volto con le mani per l'imbarazzo.
Devo ammettere che non me la immagino molto come ragazza da palcoscenico, però è pur sempre un sogno nel cassetto.

«Oh beh, il mio è un po' più realistico» la stuzzico, ricevendo in cambio un pugno sulla spalla.

«Avanti, sentiamo»
«Mi sarebbe piaciuto essere un agente speciale dell'FBI»
«Davvero? E perché non ci hai provato?»

«In realtà l'ho fatto, ci ho provato. Ho cominciato a frequentare l'Accademia di polizia, ma tutti, i miei genitori e i miei amici, hanno sempre pensato che non era per me, che non avevo possibilità di superare gli esami e realizzare la mia aspirazione. Così alla fine mi sono convinto anche io che non fosse la mia strada, ed ho deciso di cambiare facoltà»

Lei mi fissa incupita e con la fronte aggrottata. E ora che le prende?

«Sei uno sciocco»
«Come?»
«Lascia perdere»  conclude infine, alzandosi da terra e scrollandosi i jeans dall'erba e dalle brecce.
Si incammina a passo svelto dandomi le spalle.
Non capisco cosa io abbia detto per farla alterare in questo modo.
Mi appresto a seguirla e le afferro delicatamente il polso per fermare il suo cammino.

«Ma che ti è preso?»
Lei sbuffa rumorosamente, socchiudendo gli occhi, come per riprendere un certo contegno.
Poi si volta verso di me.

«Avevi la possibilità di realizzare il tuo sogno e hai rinunciato solo perché le persone accanto a te dicevano che non eri tagliato per farlo! Sai quanti vorrebbero avere la tua fortuna? E tu l'hai sprecata così»

Non so perché ma ho l'impressione che questo argomento la tocchi da vicino. E sembra che stia parlando proprio di sé stessa.

Però, in fondo, ha ragione. Non ho avuto il coraggio di oppormi, di tener fede alle mie ambizioni, ai miei progetti.
Sono stato un codardo, e il mio rimpianto più grande è quello di non aver ascoltato il mio cuore.

Ovunque Tu SiaWhere stories live. Discover now