Capitolo 2

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Christopher
Questa mattina non mi va di fare un cavolo di niente, sono le 12 ed io sono ritornato a casa alle 5 cacchio.

Sono Christopher Jensen è lavoro come barista in un pub/ bar vicino al tower bridge; ieri c'era più gente del solito e i miei amici mi hanno costretto a rimanere oltre il mio orario di lavoro per bere qualcosa.

Non amo fare amicizie, Stephen e Chad sono gli unici amici che ho,a loro affiderei la mia vita. Nonostante tutto, loro ci sono sempre stati, anche quando mi sono trovato in mezzo ad una strada.
Avevo una casa, ma mia madre e mio padre mi reputavano una disgrazia per la famiglia, e mi accusavano di tutto, compreso la perdita di... beh che differenza fa se lo racconto.
Ormai è andata così. Non hanno mai cambiato idea; perciò compiuti i 19 anni ho iniziato a cercare casa,ma una notte le cose sono degenerate, perciò sono scappato; non è necessario specificare da chi io sia andato.

Stephen mi ha aiutato a trovare un appartamento che , grazie a dio non è lontano dal locale in cui lavoro,grazie alle conoscenze di Chad.
Sono tre anni che lavoro al "fabric", sono tre anni che non parlo con i miei;
non mi hanno mai cercato.

Beh, sono andato avanti con le mie forze e non nego di aver fatto un pó di soldi in maniera poco lecita, i combattimenti di boxe pagano bene ed io avevo bisogno di arrotondare le entrate.
Non combatto tanto come prima, ciononostante il mio organizzatore, Stephen, spesso mi propone qualcosa.
Le ragazze non mi mancano, i miei tatuaggi e i miei occhi nero corvino sono una calamita, ma non sono un tipo da relazioni, le persone che conoscono, anzi che credono di conoscere,il mio passato, fuggono ed io la gente falsa intorno non la voglio.
Le ragazze soprattutto, se si informano su di me, sono loro a non volere una seconda uscita.

Okok sveglia del cavolo, mi sto alzando; porca miseria che mal di testa, non vorrei uscire, ma devo incontrarmi con Stephen, per organizzarmi un incontro.

Sono in ritardo con l'affitto.
In poco tempo ero vestito e stavo uscendo dal mio appartamento per andare da Stephen in un bar, il "Rules".

Entro ed ecco Stephen;
《 hai un aspetto orribile, forse non avresti dovuto bere così tanto》disse tra le risate, gli diedi uno spintone e risposi:

《 Brutto pezzo di merda, se ho questo aspetto è colpa vostra, non avevo intenzione di bere ie...》ma lui mi interruppe:
《 sisi ok, senti parliamo di cose serie, sicuro che vuoi che ti organizzi un incontro? Nell' ultimo hai vinto ma eri conciato male》

《 amico, hai ragione ok? Ma quello giocava sporco, aveva un coltellino cazzo.
Fatto sta che io mi sono allenato e ho bisogno di soldi. La domanda è puoi organizzarmi un fottuto incontro?》gli risposi con una rabbia che montava sempre più, il mio carattere era peggiorato negli anni

《 ok, sta calmo; ho sentito parlare di un incontro che si terrà sabato nel sottoscala di un locale a Camden town... per ora so poco e niente, ti farò sapere in questi giorni, è luogo di gente facoltosa quello; vuol dire solo una cosa: figli di papà con i soldi》mi rispose lui con un ghigno.

《 ok amico, ci conto》 risposi e poi ordinammo qualcosa da mangiare e parlammo del più e del meno; ad un certo punto lui mi disse che doveva andare poiché doveva tornare all'officina ed io risposi che anch'io dovevo andare poiché quel coglione del mio capo voleva vedere se ci fosse anche una buona affluenza pomeridiana ed io, da coglione in cerca di soldi, avevo accettato di fare il primo turno di prova.

Uscimmo dal bar, ci salutammo e prendemmo due strade opposte.
Dopo due sigarette e qualche chilometro arrivai al bar e mi preparai per una lunga serata.
L'idea del mio capo fu proprio un idea del cazzo, nel bar entravano due o tre persone ogni ora, però mentre ero di spalle sentì una voce leggera che mi chiedeva:

《 senti, scusa, potrei usare il bagno un secondo?》

Mi girai determinato a dire a chiunque mi avesse fatto quella domanda, che se non avesse consumato qualcosa al banco, poteva andare a pisciare nella pianta fuori al locale; ma nel momento in cui mi girai, rimasi di stucco: una cascata di ricci neri coprivano il viso di chiunque stesse parlando, sapevo che era una ragazza, ma i capelli le nascondevano il viso quasi completamente, ad un certo punto alzò lo sguardo e scorsi due occhi neri, un pó più chiari dei miei, nascosti da un paio di occhiali sempre neri e rotondi. Quegli occhi facevano paura, erano gonfi come qualcuno che aveva appena finito di piangere, erano profondi e davvero... tristi.

Mi soffermai a guardarla e aveva il labbro inferiore gonfio su cui vi era un taglio, la guancia un pó gonfia e continuava a tirarsi giù le maniche della felpa che indossava, ad occhio e croce era due taglie più grande.

《 senti, devi prendere qualcosa prima, il bagno è per i clienti》 risposi

《 ah ok, prendo un caffè allora, ma per favore posso sapere dov'è il bagno?》rispose in fretta ed ancora scossa dai singhiozzi;

《In fondo al corridoio, la prima porta sulla sinistra》 le risposi con uno sguardo che traspariva tutta la mia curiosità e stupore di fronte a quella ragazza visibilmente scossa.

La vidi correre verso il bagno, ancora rimbambito da quella scena mi girai e preparai il caffè

《Quella grassona di gasgas la deve pagare, non basta ciò che le abbiamo fatto; si è appena scavata la fossa da sola. Quella stupida. Tu sei sicura che l'hai vista correre da questa parte?》

Mi girai e vidi un gruppo di ragazzi che entrava e si sedeva ad un tavolo vicino alla porta

《 penso di sì, era conciata male e questo è l'unico bar della zona》 rispose l'unica ragazza del gruppo, bionda e con l'aria da:"sono qui, avvicinatevi plebei" al ragazzo.

In quel momento sentì una specie di brivido lungo la schiena e speravo non fosse come pensavo.
Sentì la porta del bagno chiudersi e mi girai di scatto in quella direzione, cosa che fece anche il gruppo, e vidi la ragazza riccia farsi bianca in volto.
Oh cazzo!

Dovevamo solo aprire gli occhi [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora