Penso che questo sia il periodo più strano della mia vita. E anche il più confuso e doloroso. Nell'arco di una settimana alterno constantemente giorni belli a giorni brutti, non riesco mai ad avere una via di mezzo. Arrivo sempre alla fine della giornata in due modi: o sono felice per la giornata passata, o sto di merda per essa. Cominciamo dalla mattina. Mi alzo sempre alle 6, e alle 6:45 prendo l'autobus. Ho smesso di prendere quello delle 7 perché c'è troppa gente su, e la mattina mi si deve lasciare in pace, sennò sclero. Arrivo a scuola, e nelle 6 ore in cui sto seduto tra i banchi si decide il corso felice/triste delle restanti 6. E la maggior parte delle volte, si finisce con me sul mio letto seduto a sconfortarmi e morire lentamente dentro.... quando non faccio altro, ma non voglio entrare nei particolari.
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La maggior parte delle volte finisce che mi chiudo in camera a piangere. Non so che cazzo mi sia successo, ma ormai sono 6 mesi che non faccio altro che questo. Prima avevo una corazza, niente mi colpiva e mi sentivo invincibile. Poi penso si sia rotto qualcosa, e che questa sia caduta al terreno. Non so di preciso cosa, o forse lo so ma voglio far finta di non saperlo, il fatto è che adesso anche la minima cazzata mi colpisce in faccia facendomi cadere al suolo. Anche una cosa innocua, come può essere una parola un po' spinta mentre si scherza, e finisco a farmi seghe mentali sul perché abbia detto proprio quella cosa e perché proprio a me. Mi succede spesso con tutti, e ogni volta reagisco male. Ma il problema è che non lo faccio vedere a nessuno, tengo dentro finché poi non esplodo per cazzi miei quando nessuno mi vede o mi sente. In realtà ci vorrebbe poco per cambiare tutto lo svolgimento della giornata, un "stai bene?", "Come stai"... un abbraccio.
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Io adoro gli abbracci, con essi si trasmettono miliardi di sentimenti senza aprire la bocca... alle volte sono meglio i gesti delle parole, come alle volte sono meglio le lacrime del farsi male. Come alle volte far sentire utile qualcuno invece del contrario.
