"I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe"

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«Cas.» lo chiamò qualcuno di famigliare, e le tenebre del sonno lo lasciarono andare. Aprì gli occhi, e si ritrovò sdraiato su un letto, morbido, con addosso delle coperte di seta, quelle che preferiva di più. A quanto pare era un gusto comune tra gli umani. «Hey, Cas.» lo richiamò la stessa voce, profonda e calda. Veniva da sopra di lui, pochi centimetri sopra la sua testa. Solo allora si rese conto di essere tra le braccia di qualcuno. Era caldo, aveva un colorito chiaro, ma non esageratamente, e lo teneva stretto a sé come se stesse per cadere e perderlo per sempre, come se da lui ne dipendesse la sua stessa vita. Lui alzò lo sguardo, e notò che sul petto dell'uomo c'era un tatuaggio rappresentante il simbolo di anti-possessione demoniaca. «Cas, Cas, hey.» lo chiamò ancora una volta, finalmente ottenendo quello che voleva. L'angelo lo guardò in viso, e spalancò gli occhi quando lo vide. Come risposta, gli sorrise intenerito, per poi scoccargli un bacio sulla punta del naso.

Inizialmente, sentì che non era giusto; un uomo e un angelo non dovrebbero avere questo tipo di affetti tra di loro, ma nell'attimo prima che la bocca dell'uomo si staccasse da lui, si rilassò. In qualche modo, quel gesto lo faceva sentire a suo agio, lo faceva sentire bene. «Dean...» sussurrò, ancora leggermente addormentato, riconoscendo verbalmente l'uomo con lui. Lui sorrise e gli lasciò un altro bacio sulla fronte, vicino ai capelli, questa volta più lungo.

«Shh Cas, sei al sicuro.» mormorò, senza staccare la bocca dall'amico che, a quanto pare, era qualcosa di più ormai. Non sa per quale ragione, ma il più basso dei due si aggrappò al biondo, immergendo la faccia nel suo petto, che in quel momento gli sembrava la cosa più sicura in cui rifugiarsi. Non voleva cercare Dean, non voleva ucciderlo, non voleva aiutare Sam a farlo, non voleva vederlo morire in quello stato. Voleva solo il Dean che ha riportato in vita, quel testardo essere umano che non si faceva problemi a mettersi contro il mondo e le creature ovviamente più forti di lui, tutto per salvare il mondo e la sua famiglia. Voleva quello che stava vivendo lì, anche se non avrebbe mai immaginato di poterlo vivere.

Sentì la mano di Dean che giocherellava con i suoi capelli, mentre l'altro braccio lo teneva stretto, tra le sue braccia, negando di volerlo lasciare. Non voleva nemmeno alzare lo sguardo. Era tutto così silenzioso, così pacifico, così tranquillo che temette per un secondo di essere morto ed essere andato in Paradiso. Sapeva che non era reale. Alla fine, però, si decise a parlare. «Cosa succederà se mi sveglierò, Dean?» domandò con fare innocente, respirando allo stesso tempo pacificamente e affannosamente sul suo petto.

Il più alto appoggiò il viso sulla sua testa, immergendola nei suoi capelli scuri per qualche secondo. «Mi dovrai fermare, Cas.» disse, con una paura evidente nella sua voce. L'altro rimase zitto, non sapeva più cosa dire per contraddirlo questa volta. Sapeva che aveva ragione. «Ti prego.» aggiunse, con un nodo in gola. Stava per piangere. Non l'aveva visto o sentito molte volte farlo, ma abbastanza per dire che lo stava per fare. «Non posso fare del male a te, o a Sammy. Non posso, Cas.»

«Lo so, Dean.» disse soltanto lui, alzando finalmente il viso, lentamente, per vedere quello del compagno. Gli occhi color verde mela erano lucidi, aveva ragione. «Lo so.» ripeté, guardandolo con fare malinconico. Gli mancavano i giorni in cui non sapeva quasi nulla degli umani, quando ancora stava imparando quando stare troppo vicino a Dean gli dava fastidio. Adesso, evidentemente, gli faceva solo piacere. Sorrise e si allungò leggermente, abbastanza per far incontrare le sue labbra con quelle dell'altro e baciarlo. Lui ricambiò subito, dolcemente, quasi stando attento a non rovinare le sue labbra, come se fossero fatte di vetro.

Non appena si staccarono, il biondo lo ricoprì di mille baci veloci sulle guance, sul naso, sulla bocca, sulla fronte, tra i capelli. A Castiel non dispiacque, anzi, era da tempo che non si sentiva così bene. Dean si fermò con le labbra impresse sulla sua fronte, dandogli un ultimo bacio prima di guardarlo negli occhi color oceano, che lo avevano sempre intrigato sin da quando l'aveva conosciuto. Si era spesso perso negli abissi di quegli occhi. «Cas,» cominciò ancora, «promettimi che me lo dirai, che proverai a dire a quel brutto figlio di puttana, a quel contenitore senza sentimenti che assomiglia a me quello che volevi dirmi da anni.»

Black Eyes // Destiel Short Story [Completata]Where stories live. Discover now