UNO

4K 91 0
                                    

Buonasera a tutti.
Questa è la mia prima storia.
Perdonatemi eventuali errori,..e niente, spero che il primo capitolo vi piaccia, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate.
Sono molto felice di pubblicare finalmente qualcosa ahaha.
Boh, buona lettura e buona serata.
~SARA~

Avete presente la sensazione che si prova quando si è sott'acqua per poi di mezzo minuto? Ti manca il respiro, ti si tappano le orecchie e qualcosa dentro di te ti impedisce di stare ferma, costringendoti a consumare quella poca aria che hai nei polmoni.
Ed è proprio così che mi sentii quando lo vidi per la prima volta.
Era la vigilia di Natale dell'anno scorso.
Stavo camminando per strada, stavo andando alle prove con il coro.
Erano quelle generali prima della notte di Natale.
Era tutto innevato, i marciapiedi ghiacciati.
La città era illuminata dalle luci delle insegne pubblicitarie e dalle lucette appese qua e là lungo tutta la via.
Nevicava forte, c'era anche un po' di vento ma nonostante tutto non faceva molto freddo.
Indossavo un lungo cappotto rosso.
Era piuttosto pesante.
Filippo me lo aveva regalato per il compleanno, festeggiatosi una settimana prima.
Erano le 19.45, le prove sarebbero iniziate tra pochi minuti, perciò accellerai il passo.
Entrai nella seletta ma non era ancora arrivato nessuno.
"Buonasera" disse una voce sconosciuta proveniente da dietro di me.
Cordialmente ricambiai il saluto.
Non lo avevo mai visto prima, così mi avvicinai a presentarmi.
"Piacere mio, sono Einar. Sono arrivato da poco in città, spero di trovarmi bene" disse posando un blocco di fogli su un tavolo traballante.
Lo guardai sorridendo.
Lui non smise di osservarmi.
Distolsi lo sguardo per un attimo per poi tornare riposare gli occhi su di lui.
Mi tolsi la giacca, in quel momento faceva veramente caldo.
Il ragazzo distolse lo sguardo e lo posò sugli spartiti sparsi sul tavolo.
"Tu canti?" gli domandai sbirciando tra gli affari suoi
Alzò la testa e annuí.
"Anche suono. Sono qui appunto per sostituire il vostro pianista, da quello che mi hanno detto ha trovato impegni altrove,... Finché non troverete un pianista migliore vi dovrete sorbire la mia musica" disse per poi guardarmi sorridendo
Feci lo stesso.
Gli brillavano gli occhi e non appena mi sedetti al suo fianco arrossí abbassando  gli occhi.
Era davvero carino.
Da quella sera qualcosa cambiò.
Tra noi c'era un intesa speciale, forse dopo qualche mese dal nostro incontro iniziai a provare qualcosa per lui e viceversa.
Questo mi fece perdere punti con il mio ragazzo Filippo.
Non si fidava più di me.
Da quando gli avevo detto del nuovo arrivo nel coro aveva appreso un comportamento scorretto nei miei confronti.
Era geloso ma non ne aveva affatto motivo.
Io lo amavo e lo amo tutt'ora.

È la vigilia di Natale.
Fuori nevica.
Afferro la piastra bollente e la passo più volte tra i capelli.
Mi lavo le mani e indossando l'anello che mi ha regalato Filippo per il mio compleanno, spengo la piastra ed esco dal bagno.
Lui è seduto al tavolo in cucina.
Sta scrivendo qualcosa di di incomprensibile su un pezzo di carta quadrettato.
'Questo ragazzo è un vero mistero' pensai ricordandomi della sera di due anni fa, quando fuori dal negozio di vestiti da sposa mi bacio per poi consegnarmi un biglietto con su scritto qualcosa di davvero incomprensibile.
Provate a pensare cosa ci fosse scritto.
La mia risposta fu si.
Mi avvicinai a lui posandogli le mani sulle spalle.
Lui sorrise.
Non lo vidi farlo, ma sapevo che stava sorridendo.
Stava tremando.
Lo faceva sempre quando sorrideva.
Gli passai le mani lungo le braccia tatuate per poi dargli un bacio sulla guancia.
"Che scrivi?" gli domandai sussurrandogli all'orecchio
Sorrise di nuovo.
"Niente di che" disse girandosi continuando a sorridere
Le luci colorate che decoravano la casa gli facevano brillare gli occhi.
Gli presi il viso tra le mani e lui mi baciò improvvisamente.
Si alzò dalla sedia e prendendomi tra le possenti braccia mi baciò di nuovo.
"Che freddo fa quando non sei qui,...okay, okay,..sento i brividi, mi restano sulla pelle come lividi, pa, pa, pa, lo so, lo so, tanto non smetterò no,...è il tuo odore che mi fa stare sveglio ma..."
"Ma?" domandai guardandolo negli occhi
Sorridendo e sedendosi sul divano bianco mi strinse a se.
"Mi drogherò" disse mordendomi il lobo dell'orecchio
Presa di sorpresa sobbalzai.
"Tu sei pazzo" dissi scuotendo la testa ridendo
"Si,..di te!" continuó canzonando
"È questo che stavo scrivendo,...sempre che ti interessi ancora" disse portandosi le braccia dietro alla testa.
Non resistetti.
Lo baciai.
I suoi occhi continuavano a brillare.
"Sei così elegante... Dove vai senza di me?" domandò facendo un broncio
"È la vigilia di Natale, c'è la Messa, vieni?" gli domandai nonostante sapessi già la risposta
Mi guardò e gli occhi verdi si ingrigirono di colpo.
Di peso mi spostò facendomi sedere sul divano.
Si alzò e sfilando una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca dei jeans l'accese.
"A fare cosa?" domandò sbuffando una nuvola di fumo
"A guardarti mentre ci provi spudoratamente con il pianista?" disse sedendosi sullo sgabello difronte a me.
Piegò le gambe e dallo strappo dei pantaloni si intravide la testa di un faraone tatuata sul ginocchio destro.
Lo guardai per poi abbassare lo sguardo.
"Ancora con questa storia?"
Lui rise.
"Certo. Non mollo, mi dispiace" disse lui continuando a fumare
Lui aveva solamente un difetto.
Era diffidente.
Lo era diventato da quando avevo conosciuto Einar.
All'inizio non lo era.
"Fil,..sai che siamo solo amici" dissi alzandomi e andando da lui
"No, non lo so"
Spense la sigaretta e la mise nel posacenere.
Si alzò e torno in cucina, prese il foglietto e lo guardò per qualche istante.
"Non preoccuparti, non succederà niente, fidati, io amo te. Solo te"
Non rispose.
Continuó a fissare il foglio per poi alzare la testa.
Annuí, subito dopo lo accartocciò e lo gettò nel caminetto poco distante da lui.
Scioccata dal suo atteggiamento guardai il fuoco avvampare tutto d'un colpo.
Il cuore prese a battermi più forte.
Spensi la luce è uscii dalla stanza.
Era appoggiato alla colonna e guardava fuori dalla finestra.
Presi il cappotto rosso e mettendo il cellulare nella tasca aprii la porta.
"Se chiede di andare fuori a cena..."
Rientrai.
Ascoltando quella mezza frase potei intuire che stava piangendo, o che era sul punto di farlo.
"...vai anche a casa sua, mi raccomando, fartelo per bene" disse per poi avviarsivalla verso il corridoio e scomparire nel buio
Con me lacrime agli occhi mi rigirai e uscii dalla porta, chiudendola lentamente.
La strada era libera.
Erano le 23.45, la Messa sarebbe iniziata poco prima di mezzanotte.
La neve continuava a cadere, inumidendomi il viso poco truccato.
"Buonasera" dissi appena varcai la soglia della porta principale della chiesa nel bel mezzo della città.
La scalinata che portava al piano di sopra era decorata con delle ghirlande dorate.
Posso la mano sul corrimano e salendo le scale guardai i banconi disposti in ordine.
23.57
Salutando gli altri componenti del coro mi sporsi a guardare giù.
I banconi si stavano occupando tutti.
Con la coda dell'occhio intravidi Einar salire le scale.
Accarezzandomi il braccio mi fece girare verso di se.
Mi sorrise facendomi l'occhiolino.
Ricambiai il sorriso ma niente di più.
Andò a sedersi all'organo poco distante da me e sistemò gli spartiti sul leggio.
La guardai per un attimo per poi tornare a guardare giù.
Mancava pochissimo e la chiesa era quasi al completo.
Con sorpresa vidi entrare Filippo.
Guardò verso l'alto e con un sorriso sforzato mi fece un cenno con la testa.
Guardai Einar impegnato con l'organo e scesi la gradinata.
"Ciao" mi disse appena ci trovammo faccia a faccia
"Non pensavo saresti venuto, sinceramente" gli dissi guardandolo con gli occhi probabilmente lucidi.
Anche i suoi lo erano.
Sospirò e prendendomi la mano destra sussurrò un 'scusa'.
Improvvisamente accennai un sorriso.
Lui facendo fuoriuscire la lingua dalle labbra fece il mio stesso gesto.
Posandogli le labbra sulle sue gli dissi 'a dopo' e sorridendo mi girai.
Lui continuava a tenete la mia mano ma la lasciò subito dopo.
24 in punto.
Tutti i presenti si alzarono in piedi.
Era iniziata la Messa.

Non vedi che va meglio qui con me? •Irama Plume•Onde histórias criam vida. Descubra agora