44.

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Jungkook abbassò lo sguardo, puntandolo sulle proprie scarpe, anch'esse nere nonostante qualche graffio qua e là. Improvvisamente gli sembravano davvero interessanti: aveva indossato sempre le stesse sin da quando era diventato un agente, nonostante non gli mancassero i soldi per comprarne un paio nuovo. Diciamo che si era leggermente affezionato...

I ruoli sembravano essersi improvvisamente invertiti: tu lo osservavi, lui agiva. Tu ridevi, lui sembrava più imbarazzato che mai.

Y/N

È così che ci si sente quando si è osservati SEMPRE, Jeon Jungkook. Brutto, eh?
9:40

L'agente lesse il messaggio non appena il suono della notifica giunse al suo udito, e sghignazzò. Poi mise via il telefono, non prima di alzare nuovamente lo sguardo verso di te.

Sospirasti.

Lui smise di guardarti e allungò un passo, poi un altro, poi un altro ancora... ormai era davanti alla tua porta, e un'improvvisa voglia di aprirla si fece largo dentro di te: che fare? Andare? Restare lì? Forse quella sarebbe stata la volta buona in cui avresti potuto scambiare due chiacchiere dal vivo con il tuo tanto affezionato agente.

Constatasti che fosse meglio rimanere ferma dov'eri. Poteva avere qualche arma con sè... e quindi la colazione era solo una scusa, perché in realtà aspettava solo che tu ti affacciassi all'entrata per spararti un colpo secco in testa.

Da quando avevi "conosciuto" Jungkook e lo avevi "lasciato" entrare nella tua vita, non eri mai stata così paranoica. Ogni persona attorno a te ti pareva colpevole o minacciosa, soprattutto nei suoi confronti.

Maledetto agente, mi hai fottuto il cervello. In tutti i sensi.

FBI man watching me || Jungkook × ReaderWhere stories live. Discover now