Cap. 3 ~Amortentia

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Harry era terrorizzato. Non faceva altro che andare avanti e indietro per la sua stanza fortunatamente vuota. Poi si lanciò sul letto a baldacchino e rimase a guardare in alto, forse nella speranza dell'arrivo di un miracoloso colpo di genio o di qualcosa che lo distraesse da quell'enorme problema, se c'era una parte di lui che voleva piangere terrorizzata l'altra voleva salire sulla sua Firebolt e volare a tutta velocità fuori dal castello per gridare al mondo quanto fosse felice.

Quella mattina, il suo terzo giorno ad Hogwarts aveva avuto la sua prima lezione con il professor Lumacorno che aveva portato varie pozioni in classe da mostrare agli studenti, una di quelle era l'amortentia, una pozione che ti fa sentire l'odore di ciò che ti attrae, Harry aveva sentito l'odore di manico di scopa, per il Quidditch si disse compiaciuto, della torta di melassa che associò ad Hogwarts e un odore di fiori, forse l'aveva sentito alla Tana, del resto quello era un posto felice per lui. 

Quando però quello stesso giorno si trovava nella sala grande per pranzare sentì di nuovo quell'odore di fiori, si girò di scatto, curioso di sapere da dove venisse, l'aroma proveniva da una vivace e folta chioma di lunghi capelli rossi, veniva da Ginny, dal suo viso bianco spruzzato di lentiggini e dalla sua risata contagiosa. Harry per poco non cadde dalla sedia. Quindi le tre cose a cui teneva di più erano: il Quidditch, Hogwarts e Ginny, cercò di essere sorpreso dell'ultima, ma era solo uno scarso tentativo di nascondere a sé stesso qualcosa a cui stava pensando da mesi. Il dubbio gli era iniziato a venire dopo che l'anno prima Ginny era stata l'unica a cui era riuscito a dire che aveva bisogno di parlare con Sirius e subito gli aveva offerto il suo aiuto. Gli era venuto mentre venivano cacciati dalla bibliotecaria perché si stavano gustando le uova di cioccolato della signora Weasley in un luogo dove era vietato mangiare e Ginny invece di arrabbiarsi era scoppiata a ridere e aveva proposto a Harry una partitina a Quidditch che lui aveva accettato di buon grado. Il dubbio gli era venuto quando l'aveva vista volteggiare in un'esilarante imitazione di Fleur o quando non aveva voluto sentire ragioni ed era voluta venire al ministero con lui. Harry spostò velocemente lo sguardo su Ron, il gelosissimo fratello di Ginny non ché migliore amico di Harry dal suo primo giorno ad Hogwarts, praticamente un fratello. Come avrebbe fatto ad uscire da quella situazione? Erano questi i pensieri che assillavano ancora la mente di Harry in quel dormitorio. Poi pensò che avrebbe semplicemente dovuto dimenticarsi di lei, in fondo era solo una cotta. 

Arrivò in sala comune timoroso di poter incontrare Ron o Hermione, Ron per ovvie ragioni e Hermione... Normalmente le avrebbe chiesto un consiglio, ma quel ghigno che aveva in volto sul treno gli dava i nervi. 

Non c'era nessuno, o almeno così credeva Harry, prima di accorgersi che sul divanetto difronte al fuoco c'era una ragazza maledettamente bella che stava leggendo un libro. Harry si disse che doveva andare avanti, uscire dal dormitorio, magari prendere la sua Firebolt e sorvolare i cieli di Hogwarts, ma una forza magnetica lo convinse a restare. 

<<Allora, cosa leggi? >> disse avvicinandosi, 

<<Niente.>> rispose Ginny prima di nascondere il libro dietro la schiena. <<Oh, Harry, sei tu... >>

<<Non sembri molto entusiasta... >> 

<<Sono sollevata... Stavo leggendo un libro babbano e non mi va di ricevere mille domande sul perché, il per come lo sto facendo... >>

<<Un libro babbano? >>

<<Sì, me l'ha regalato Hermione, è davvero bello, l'ho iniziato un'ora fa e sono già oltre metà... Forse tu potresti conoscerlo, "Assassinio sull'Orient Express">>

<<Stai scherzando?! Adoro quel libro! >> rispose Harry sincero, aveva un debole per la letteratura babbana, era il suo piccolo segreto per sopravvivere ai Dursley,  rifugiarsi nei libri, non l'aveva mai rivelato a nessuno prima. 

<<Sai credo che i babbani siano molto sottovalutati, fanno grandi cose senza la magia. >>

<<Be' la maggior parte è degna di stima e poi ci sono i->>

<<I Dursley. >> terminò Ginny che sembrava potesse leggere nella mente di Harry a volte. 

<<Allora vuoi che ti racconti il finale? >>

<<Non oseresti... >>

<<Scommettiamo? >> fu l'ultima parola di Harry prima di ingaggiare una lotta di solletico con la rossa, caddero ripetutamente uno addosso all'altra senza farci troppo caso, come una coppia che sta insieme da tanto di quel tempo che l'imbarazzo non esiste più. Poi forse fu un po' inevitabile e scontato, ma si addormentano stesi sul quel divanetto, una nella braccia dell'altro. Dopo un'oretta Harry si svegliò con assolutamente nessuna voglia di togliersi da quella posizione, ma il fatto che nessuno li avesse ancora scoperti era già un sufficiente miracolo, così si alzò e scoccò un furtivo bacio sulla fronte di Ginny che non sapeva fosse sveglia da almeno dieci minuti cercando di contenere la fuga di sentimenti per Harry che per anni aveva rinchiuso in un vaso di Pandora dentro il suo cuore. 

Harry e Ginny-La vera storiaWhere stories live. Discover now