Cap.10~Pace

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Spero leggiate l'angolo autrice in fondo.


Ginny era fortunata quando si parlava di Quidditch, i due ruoli che preferiva erano il cacciatore e il cercatore ed erano i due in cui era più brava, non che lei si potesse definire scarsa in qualsiasi cosa avesse a che fare con il Quidditch. I suoi fratelli quando era piccola non volevano sentire ragioni "Sei una femmina" o "Sei troppo piccola!" e non la facevano mai giocare, ma adesso che era in squadra non c'erano dubbi, in famiglia era la migliore. Il ruolo che prediligeva tra tutti però era la cacciatrice, il vento tra i capelli lunghi e rossi, la sensazione di libertà nel viaggiare ad innumerevoli metri da terra, lo sgusciare tra gli avversari con la pluffa sotto il braccio, ma soprattutto mandare la palla a segno volta dopo volta e accumulare punti, uno dopo l'altro, c'era un ché di profondamente rilassante come quando si pronuncia un mantra. Ed era meglio di fare il cercatore perché non vincevi una volta sola, ma cinque, dieci. Il cercatore finiva il gioco, il cacciatore lo costruiva. Nonostante tutto però quella sera di dicembre nel giardino innevato di casa sua, Ginny Weasley era alla ricerca della pallina dorata, aveva bisogno di una sfida e tirare verso degli anelli non protetti non era una grande impresa per una giocatrice del suo livello, certo avrebbe potuto chiamare suo fratello Ron, era un bravo portiere dopotutto, ma voleva stare sola, sola e senza pensare, concentrata sul suo obiettivo. Ormai però la frustrazione si faceva sentire perché il boccino non l'aveva ancora trovato, l'aveva visto diverse volte, ma non era riuscita a prenderlo, pensò fosse una buona metafora della sua vita. Quel boccino, quella maledettissima pallina dorata era Harry e lei non l'avrebbe mai avuto, l'aveva sempre saputo. Ogni tanto si arrabbiava quasi con suo fratello maggiore per essersi seduto nello stesso scompartimento del corvino quel primo settembre 1991. Lei lo conosceva già Harry Potter, e chi non lo conosceva? Il bambino sopravvisuto. Il problema era arrivato quando aveva iniziato a conoscere Harry, Harry e basta, il ragazzo che se ne stava sulle sue per la maggior parte del tempo, che cazzeggiava sulle comode poltrone della sala comune di Grifondoro con il suo migliore amico mentre l'altra storica componente del trio li rimproverava perché non avevano ancora fatto i compiti, conosceva l'Harry che diceva quello che pensava anche se dall'altra parte c'era un professore, conosceva l'abile capitano e poi, come se non bastasse l'Harry guerriero, quello che affrontava l'inferno ogni anno, gli era stata accanto durante la lotta e lì mentre lottavano uno affianco all'altra per la loro vita aveva capito che quella per Harry Potter non era una stupida cotta, come quella che si può avere per un cantante famoso, no, quella era una cotta vera e quella cotta se ne stava in casa sua, perché per i suoi genitori era come un figlio. Non era come Peter Barry, la cotta di Jessica precedente a Ron. Peter era Tassorosso e quando Jessica aveva capito che non c'era speranza si era imposta di dimenticarlo ed era andata bene così, non l'aveva più visto, che ci voleva in un castello grande come Hogwarts, non erano nemmeno allo stesso anno. Harry invece l'avrebbe visto anche ad ottant'anni, avrebbe conosciuto sua moglie e l'avrebbe odiata tanto che le imitazioni che faceva di Fleur in confronto sarebbero stati complimenti.

E poi c'era Dean, il suo ragazzo. Stava bene con Dean, era simpatico, aveva anche una cottarella per lui, era bello, intelligente e la venerava, ma del resto ce n'erano di ragazzi che la veneravano a scuola, che avrebbero venduto un rene per dieci minuti con Ginny Weasley e lei lo sapeva, lo sapeva e non gliene fregava niente. A volte avrebbe voluto essere come Luna che si faceva i cavolacci suoi infischiandosene di tutto e tutti, ma lei non era Luna. Si divertiva a stare con lui, con Dean, era divertente, le portava i fiori, baciava bene e quando si erano messi insieme la prima volta lo voleva veramente, poi aveva passato l'estate con quel paio di magnetici occhi verdi.

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-No ma ti dico che è insopportabile, l'hai vista la collana che mi ha regalato! E poi mi sta appiccicata tutto il tempo!

Harry e Ginny-La vera storiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora