La vita e l'opera

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Nato ad Atene nel 428 a.C., da una famiglia di antica nobiltà, Platone manifestò sin da giovane il desiderio di prendere parte alla vita politica. Ma la natura faziosa e violenta dei regimi succedutisi ad Atene durante la sua giovinezza lo deluse profondamente. La delusione si trasformò infine in sdegno, quando il regime democratico, nel 399, condannò a morte Socrate, di cui Platone era amico e discepolo.
La morte del maestro rappresentò per Platone la prova più evidente della drammatica crisi in cui versava il mondo greco, causata dal completo distacco tra politica, sapere e giustizia. Nacque così in lui l'idea secondo la quale soltanto un governo di filosofi avrebbe potuto realizzare uno Stato giusto.
Nel 388 Platone fece un lungo viaggio nell'Italia meridionale, che si concluse a Siracusa: qui le sue idee politiche suscitarono l'irritazione del tiranno Dionisio il Vecchio, che lo fece vendere come schiavo.
Tornato fortunosamente ad Atene da uomo libero, Platone vi fondò nel 387 l'Accademia (dal nome dell'eroe Academo, cui era dedicato il luogo), che ben presto divenne la scuola filosofica più celebre della Grecia.
Ma nel 367, dopo vent'anni dedicati allo studio e all'insegnamento, la passione per la politica attiva si ridestò nell'animo di Platone, anche perché Dionisio il Giovane, succeduto al padre, lo invitò a Siracusa, manifestando interesse per le sue idee. L'anziano filosofo fece così altri due viaggi nella città siciliana, che si conclusero con un completo fallimento e che per poco non gli costarono la vita.
Rientrato nella sua città natale nel 360, Platone rimase alla direzione dell'Accademia sino alla morte, avvenuta nel 347.
Per sapere di più sulla sua filosofia, potete consultare la biografia di Platone presente sul mio profilo.

Il Simposio (noto anche come Convito) è un dialogo di Platone, che s'immagina svolto durante un banchetto nella casa del poeta tragico Agatone, in occasione della vittoria da lui riportata in un concorso drammatico (416 a. C.). Il simposio era infatte la parte dei banchetti greci in cui gli invitati bevevano vino aromatizzato e si intrattenevano con piccoli spettacoli di musica e danza o discutevano tra loro di questioni importanti come la politica o la filosofia. Nel Simposio di Platone, i partecipanti, tra cui compare anche Aristofane, esprimono opinioni diverse intorno all'amore, che Socrate a sua volta spiega come impulso al divino, tendenza naturale alla contemplazione dell'Idea, fonte di felicità. Tra le cose più notevoli del dialogo è la raffigurazione di Socrate fatta per bocca di Alcibiade.
Enorme fu l'influenza di quest'opera nella letteratura filosofico-amorosa posteriore, che in certi periodi divenne un vero e proprio genere letterario.

Simposio di PlatoneWhere stories live. Discover now