Capitolo 4

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~ Giorno 41 ~

Erano trascorsi diversi giorni da quando Rix se n'era andato. Diversi giorni che non sentiva più alcun dolore. Solo un dolore dentro riusciva a percepire. Partiva dal cuore, ne era sicuro. Sentiva di provare qualcosa per Levi e non riusciva a nasconderlo.
Era ora di rientrare nelle celle dopo una bella cena con il minestrone della nonna che, ovviamente, Eren non aveva mangiato. Lo vedeva più come un intruglio mischiato a del veleno. Prima di entrare gli tolsero le manette e scappò subito a letto. <<Altri 1419 giorni e uscirò da qui...>> la sua espressione era un po' malinconica. Dopo essere uscito da questo penitenziario non avrebbe più visto Levi e, come se non bastasse, sarebbe tornato alla vita di sempre. Questi pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta. Già, le sbarre sono state rimpiazzate da una porta in metallo... o ferro... ad Eren non faceva differenza, non sapeva distinguerlo. Si aprì lentamente quando scorse una figura abbastanza bassa. La sua figura preferita.
<<Levi!>> gridò Eren vendendo velocemente dal letto a castello. <<Perché sei qui? A quest'ora... ti.. ti si è rotto il tempo?>>

<<Che cavolo vuol dire "ti si è rotto il tempo"?>> Eren rise. <<Nulla, nulla. Ma perché sei venuto qui? Te ne saresti già dovuto andare da... da qualche ora.>>

<<Una mia amica ha trovato una cosa per te. Ti aiuterà molto.>> gli occhi del castano si illuminarono vedeno lo scatolone che aveva in mano Levi. <<Che cos'è?>> chiese curioso come lo sarebbe un ragazzino. <<Ora lo vedi.>> glielo porse ed Eren incominciò subito ad aprirlo. <<Visto che abbiamo imparato l'alfabeto comprese le lettere straniere potrai esercitati con questi. Ovviamente, ti aiuterò io.>> con uno scatto fulmineo, Eren, si precipitò su di Levi, abbracciandolo. <<Grazie, grazie, grazie!>> il moro non ricambio subito, essendo sbalordito da quel gesto. Si staccò dall'abbraccio prendendo in libro in mano. <<Che ci è scritto qui?>> domandò mettendoglielo davanti agli occhi. <<E-eserciziario.>> il castano annuì. Rivistò ancora nello scatolone trovando uno strano libro. <<Questo... è un libro da leggere?>>

<<Si, anche quello sarà per esercitarti... una volta che imparerai a leggere, ovviamente.>> Levi lo prese in mano, guardandone la copertina in un viola scuro con una scritta al centro in oro. <<È uno dei miei preferiti.>> fece un sorriso guardandolo. Gli ricordava tante di quelle cose che aveva fatto ai tempi della scuola. <<Come si intitola?>> il piu grande scosse la testa <<Eh, no. Non te lo dico.>>

<<Cosa? E perché?>>

<<Lo leggerai quando imparerai a leggere.>> detto ciò lo rimise nella scatola, la chiuse e la sistemò su un tavolino là vicino al letto. <<Antipatico.>> incrociò le braccia e mise il suo solito finto broncio da moccioso che, a Levi, piaceva tanto.

<<Sei vestito... diversamente.>> disse Eren scrutandolo da capo a piedi. <<Non credevo che ti piacessero le magliette attillate e i jeans.>>

<<Diciamo che quando lavoro mi vesto in un modo e quando devo uscire per fare altre cose in un altro modo... ecco tutto.>> prese una pausa sospirando. <<E si... adoro le magliette attillate con i jeans. Ma solo perché mi stanno da dio.>> Eren mise le dita a forma di croce mentre si allontanava da Levi. <<Chi sei tu? Non sei il mio Levi, va de retro Satana!>> e risero. Eren arrossì di colpo quando si rese conto di averlo appena chiamato "il mio Levi". Ma, a quanto pare, il più grande, non se n'era neanche accorto. Si riavvicinò al moro prendendolo per il polso e trascinandosi per il polso. <<Mi devi dire che cosa ci è scritto sul libro. Voglio sapere il titolo o ti tengo incollato a questo letto.>> lo ricattò mettendosi a cavalcioni su di lui. <<Ti sembra questo il modo di ricattare la gente, Jaeger?>> lui annuì arrossendo mentre li guardava negli occhi. <<E non chiamarmi per nome... mi da fastidio.>> Levi roteò gli occhi con un lieve sorriso sulle labbra vedendo un rigonfiamento nel cavallo dei pantaloni di Eren.

Prisoners of the heartOnde histórias criam vida. Descubra agora