Minaccia

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Erano le dieci e mezza di sera. In casa era calato il silenzio. Da fuori si sentiva passare ogni tanto una macchina. Katsuki stava sdraiato sul letto, ancora con i vestiti per uscire, pensando a ciò che gli aveva detto Kirishima. "A me piace Ochaco" : erano queste le parole che risuonavano nella sua testa. Ma lui sapeva di non provare niente per lei, almeno così si convinceva di pensare. Nemmeno la conosceva bene: come faceva ad essere attratto da una ragazza praticamente sconosciuta. Nonostante questi penseri, continuava ad avere in mente l'immagine dei suoi occhioni scintillanti pieni di meraviglia.
Si affacciò alla finestra: il cielo era limpido, si vedevano le stelle, ma era una notte senza luna. Aguzzò lo sguardo e si accorse di un' insolita nuvola di fumo a pochi metri da lui. La nube era rosa e si illuminava a scatti, ma senza far rumore. Katsuki capì che c'era qualcosa di strano e decise di uscire nel buio della sera per andare a controllare. D'altronde lui era pur sempre un aspirante hero. I suoi genitori dormivano profondamente, così per lui fu facile sgattaiolare via. Una volta giunto all'inizio della parallela alla sua via di casa, notò una figura muoversi nell'ombra che c'era tra due lampioni. Era insolito aggirarsi a quell'ora, almeno che non fosse un delinquente o un ubriaco, così stette all'erta e continuò a camminare lentamente in silenzio. La figura si mosse adagio e apparì sotto la luce del lampione gradualmente. Da una sagoma indistinta, una volta illuminata, Katsuki si accorse che era proprio Uraraka!                                            "Bakugou, come mai sei uscito? Hai visto anche tu quella nube rosa?"
"Sì"
Improvvisamente sentirono dei passi dall'angolo a due isolati da loro. I due si guardarono negli occhi e fecero un cenno con la testa. Camminarono piano piano, furtivamente. Affacciarono lentamente la testa dal muro della casa all'angolo per scoprire chi si aggirasse oltre a loro. Ma non si accorsero che una figura nera stava crescendo alle loro spalle. Uraraka vide un artiglio comparire da sinistra sfiorandole il volto. Cercò di saltare in avanti terrorizzata  spingendo Katskuki. Nella fretta del movimento l'artiglio le tagliò superficialmente il volto. I due, finiti per terra, si girarono di scatto. Non c'era niente. Katsuki guardò il viso di Uraraka e notò la ferita da cui scendeva un po' di sangue. In quell'attimo Katsuki non vide più i suoi occhi determinati a cui era abituato, ma nel suo sguardo dominava la paura. Era congelata a guardare il buio alternato dai lampioni davanti a lei. Katsuki la aiutò ad alzarsi. Uraraka si asciugò il sangue e guardò il ragazzo. I due avevano un'espressione che lasciava intendere che avevano capito che stava succedendo qualcosa di sinistro e pericoloso. Si sentirono minacciati e osservati da tutte le parti, come se nel buio si nascondessero mille occhi che fissavano ogni loro movimento, ogni loro sensazione, ogni loro respiro. Decisero che era meglio avvisare gli altri, così Uraraka prese il cellulare e nella chat-room del gruppo classe inviò la loro posizione con scritto: "C'è un villain in giro". Non sapeva che in realtà era un'intera organizzazione quella che si muoveva di notte. Purtroppo anche se la linea prendeva, il messaggio non si inviava. Era certamente un quirk di uno dei villain. Katsuki e Uraraka erano in trappola. La tensione nell'atmosfera aumentava. Uraraka guardò Katsuki negli occhi, tremando di paura. Tutto era silenzioso e minaccioso. Katsuki stava iniziando ad infastidirsi: non sopportava di essere messo in gabbia così facilmente. Il nemico giocava sulla paura: bene! Avrebbe risposto allo stesso modo. Non appena pensò queste parole, le luci dei lampioni si fulminarono una ad una in una sequenza di botti. Uraraka era quasi nel panico più totale, quando Katsuki, vedendola agitarsi invano, le strinse il polso. Lei capì che non poteva continuare a tremare, ma doveva agire. Katsuki notò il cambiamento di Uraraka nel suo sguardo deciso. Ma all'improvviso dalla fine della strada si stava avvicinando quella nube rosa che i due avevano visto prima. Questa si illuminava a scatti con piccoli lampi. Katsuki, che ancora stringeva il polso di Uraraka, urlò :" Veloce, facci lievitare a gravità zero!". Detto fatto. In aria Katsuki prese in braccio Uraraka e con una serie di esplosioni, saltando da un tetto all'altro, si allontanò da quella strada infestata, fino ad arrivare alla fine della periferia e l'inizio della zona industriale. I due, sempre grazie alle esplosioni di Katsuki, salirono sul tetto di un alto palazzo. Da lassù potevano vedere la città silenziosa e buia, illuminata solamente da qualche lampione che insieme scrivevano le strade. Katsuki lasciò Uraraka dalle sue braccia muscolose. Lei era diventata rossa nel volto, sembrava molto imbarazzata, ma Katsuki non capiva i sentimenti delle ragazze. Pensò che fosse per il volo appena compiuto. Non dissero una parola, finché Uraraka guardò negli occhi Katsuki, gli prese le mani e sussurrò:"Grazie". Katsuki arrossì di colpo, allontanò le sue mani da quelle di Uraraka e si girò. Non sapeva come comportarsi. Uraraka disse:"È stato pericoloso, dovevamo prima avvisare un professionista". Katsuki rispose:"Non sappiamo nemmeno chi fosse o se fossero più di uno. Puoi controllare se adesso la linea del cellulare prende?". Uraraka prese il telefono e disse:"La linea prende, ma il messaggio salvato come 'da inviare' è stato eliminato". Katsuki si crucciò, allora Uraraka, per consolarlo, si gettò verso di lui in un abbraccio. Era stanca e si era spaventata molto, ritenne che anche Katsuki aveva provato la stessa paura. Katsuki si pietrificò: un abbraccio?! Uraraka era così morbida e lui si stava sciogliendo tra le sue braccia, ma non ricambiò. Così Uraraka si ricompose subito. Era un gesto che le era venuto spontaneo, non pensava a niente di amoroso o romantico. Invece nella mente di Katsuki si affollavano pensieri di tutti i tipi e di nuovo riemersero le parole della lettera: "Ti piace Ochaco?".
I due erano rimasti in silenzio, seduti sul tetto di quel palazzo, fino alle 4 del mattino. Non una parola. L'uno a guardare a destra e l'altra a guardare a sinistra, in guardia, in attesa di movimenti insoliti. Decisero poi, sicuri che la minaccia fosse svanita, di ritornare a casa allo stesso modo in cui erano venuti all'andata. Katsuki, dopo aver accompagnato Uraraka a casa, non tornò a letto, ma andò al porto a vedere le barche dei pescatori ondeggiare sul mare fino alle prime luci dell'alba. Era un modo per rilassarsi e non pensare al fatto che si stava innamorando di Uraraka. Esatto: una ragazza aveva la priorità sui villain. Fece in tempo a tornare a casa prima che i suoi si accorgessero che fosse uscito.

Compagni Di Classe // KatsukixUrarakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora