La storia di Vincenzo

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"Vincenzo Celestri, un uomo con un passato tremendo e un futuro che lo sarà altrettanto."

Questo è quello che penso, tra me e me, prima di prendere la decisione della mia vita.

Ho voglia di pensare in questo momento, di ricordare e rendermi conto di ciò che ho veramente vissuto.

Da piccolo vivevo con i miei genitori a Mezzanino, un piccolo paese in provincia di Pavia.
Mia madre Giulia, santa donna, era dolcissima, mi amava più di qualsiasi altra cosa, un' amore che andava ben oltre me perchè solo ella, tra tutte le infermiere, era quella che metteva il cuore in tutto ciò che faceva.
La situazione con mio padre Salvatore invece era diversa, non amava nè la moglie e nè me, piuttosto ci disprezzava ogni singolo secondo.

In principio quando seppe che la sua Giulia aspettava un maschietto fu l'uomo più felice del mondo, ma il giorno della nascita, non appena notò che ero nato prematuro, gracile e piccolo, iniziò a picchiarla perchè non era stata in grado di dargli un figlio sano.
Al contrario di ciò che si aspettava però, io, Vincenzo, crescendo, divenni forte e robusto, aggiudicandomi così la sua stima.

Nonostante tutto non era stato mai in grado di amare qualcuno, perchè mi sfruttò fin da subito, prima non mandandomi a scuola e poi facendomi fare i lavori più strazianti già all'età di sei anni.
Quando iniziai a fare l'operaio in cantiere, caricavo i blocchi di cemento e pulivo tutto ciò che sporcavano, anche quello fatto apposta, a mano a mano che il lavoro proseguiva.
Ebbene si, mio padre era un muratore, aggiungerei crudele visto che ogni tanto si divertiva a costruire case in bilico per vederle crollare addosso ai proprietari.

Quegli anni, furono un terrore perchè non solo dovevo subire i rimproveri di mio padre, ma anche quelli dei suoi lavoratori che mi deridevano e picchiavano di continuo,anche di fronte a colui che mi avrebbe dovuto difendere.

Un giorno, stanco della mia vita, decisi di cambiare, di non essere più quello del passato.
Feci amicizia con i bulli del quartiere, diventando ben presto come loro.
Trascorsi così l'adolescenza: lavorando,picchiando i più deboli e derubandoli.

Forse vi immaginerete che da quel momento la mia vita fu bellissima,invece no perchè fui costretto ad iniziare riti satanici, uccidere i passanti e ad autolesionarmi, il tutto per sottostare alle regole del capo banda ed essere in tal modo apprezzato.

Passarono anni e quando divenni maggiorenne,con i soldi guadagnati dal lavoro e dallo spaccio mi comprai la patente e, insieme agli amici, sempre per gli stessi scopi, una bellissima pistola calibro 20.

Per fortuna o sfortuna,un litigio tra i miei genitori,cambiò totalmente la mia vita.

Mia madre, fin quando mi accudiva, aveva un qualcuno con cui svogarsi, piangere e proteggersi, perchè mio padre non l'aveva mai picchiata in mia presenza.
Il mio cambiamemto influì perciò anche su ella che, nelle giornate in cui stavo fuori tutto il giorno, doveva subire le violenze di quel mostro.

Una sera tornando a casa dal giro in periferia con gli amici, vidi una scena che mi colpì il cuore, sfracellandolo.

Mio padre aveva rotto una sua solita bottiglia di vino e minacciava mia mamma con il collo di essa.
Io in quel momento non capivo cosa stesse succedendo ma le uniche parole che sentii, furono quelle che fecero sfogare gli anni di silenzio dentro me.

"Cosa vuoi fare adesso con quella bottiglia? Vuoi tagliarmi come ogni sera? Basta mi sono stancata di subire le tue violenze e di vederle fatte anche su mio figlio, perchè mentre tu stai qui tranquillo, ridendo di lui se torna a casa ubriaco, io so quello che sta diventando e quello che lo stanno costringendo a diventare, per cui io non voglio essere complice un giorno, della sua morte, solo perchè sapevo e non ho agito.
Perciò mi sono stancata, nè io e nè Vincenzo meritiamo uno come te, perchè sei solo uno straccio imbevuto d'alcol con cui pulire il pavimento."

The timeWhere stories live. Discover now