Arleen. Favori

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Venerdì 6 luglio

Ormai era lavoro, e grazie a Gonçalo era un lavoro ben retribuito, unire piacere e dovere non era cosa per tutti, ed io potevo ritenermi più che fortunata.


Stavo per scendere nel sotterraneo dell’hotel per la serata quando l’ascensore si aprì mostrando in compagnia del mio capo l’ultima persona che pensavo di vedere a quell’ora, e poco dopo la seconda.

Lo sguardo di Gonçalo era furioso, non solo con Jona, ma anche con Matthew che ci aveva raggiunti.

Ma più dei due uomini fortunatamente gli interessava altro visto che se ne andò di fretta.

Feci finta di non ascoltare Jona parlare di me in quel modo, in fondo era ubriaco e speravo che anche Matthew facesse lo stesso, io per il fatto che non avrei saputo come portarlo a casa senza spendere i soldi che non avevo, e lui speravo non avesse sentito la parola con la M, anche se era palese in tutto il mio vestiario cosa fossi.

Mi avvicinai a Jona e mi passai il suo braccio sulle spalle. «Allora me la dai una mano?»


«Sì, certo» rispose Matt smettendo di guardarmi e dandosi da fare.
«

Che ci fai qui?» mi chiese qualche passo dopo.


«E tu?» chiesi di rimando.

«Mi ha chiamato un'amica preoccupata, anche se non so come faccia a sapere che conosco Jona.»

«Avrà indagato su di te» dissi scherzando.

Smise di parlare, finché arrivato alla macchina si accorse che non gli avevo ancora risposto.

«Non mi hai detto che ci facevi qui.»

«Non è abbastanza chiaro? Faccio la Mistress, sono una Mistress» confessai mentre spingevo Jona oltre lo sportello.

«Fare non è essere» appuntó sorridente.

Lo fulminai con lo sguardo e salii in macchina insieme all’ubriaco.

Accompagnammo Jona a casa, fortunatamente il ragazzo non replicò la scena vista pochi giorni prima con Veronika, anzi, si addormentó con la testa sulle mie gambe.

Il viaggio si svolse in assoluto silenzio, non potevo abbandonare Jona, anche se mi sentivo strana nella macchina di Matthew, sarà stato il momento, ma sentivo vibrazioni diverse da quelle dell’ultimo viaggio insieme a Ryan e Veronika.

«Volevo solo scusarmi» sbiascicó triste Jona mentre lo accompagnavamo in casa. «Dovevo farle capire che è stato uno sbaglio, capisci?»

«Sì, sì Jona, ci penseremo domani mattina, per stasera meglio che vai a dormire» gli dissi mentre accompagnata dall’altro uomo lo misi a letto.

«Dormi con me?» chiese speranzoso.

«Tu dormi, io arrivo» dissi allontanandomi.

Chiusi la porta della stanza di Jona e mi rivolsi all’uomo che era ancora lì, intento ad ammirare le foto.

«Puoi andare, Jona non ha bisogno di tutti e due» dissi sbrigativa.

BondingsWhere stories live. Discover now