\5/

117 22 10
                                    

«Si è addirittura trasferito per evitarmi? Mi rifiuto di crederci..» pensò June in preda al panico.

«June!» - la richiamò Inha, due banchi avanti alla ragazza.

«Sapevi di Jungkook? Perché non ci hai detto niente?»

«Non sapevo si sarebbe trasferito... Non ne avevo idea.»

«Non vi capisco.» - rispose Inha voltandosi.

June ignorò le parole della ragazza e prese lo zaino per poi dirigersi fuori dalla classe.

«June dove vai?» - le chiese il Direttore, che si trovava ancora fuori nel corridoio, non appena la vide uscire.

«Non mi sento ben-... Lei sa perché Jungkook si è trasferito? Non mi ha detto niente.»

«Per trasferimento.»

«Non mi prenda in giro. Eravamo molto uniti, me lo avrebbe detto.»

«June. I suoi genitori andranno fuori per lavoro e lui è costretto a seguirli. Tu hai fatto la stessa cosa, perché ti è difficile capire?»

June non poté rispondere, non sapeva cosa dire perché, in fondo, il Direttore aveva ragione.
Si limitò ad abbassare lo sguardo.

«Se devi andartene, lascia l'autorizzazione firmata in ufficio.»

Fece come detto e se ne andò da scuola.
Decise di andare a casa di Jungkook, sicuramente era ancora lì.

Salì sul bus e in 20 minuti raggiunse la fermata del viale alberato che precedeva la casa del ragazzo.

In meno di pochi secondi arrivò sul ciglio della casa e suonò il campanello.
Nessuno le aprì la porta, nemmeno la madre di Jungkook.
Continuò a suonare e colpire la porta, in caso nessuno l'avesse sentita.

Erano passati 10 minuti e la porta non si decideva ad aprirsi.
Che fosse arrivata troppo tardi?

«Si sono già trasferiti? Com'è possibile?! Di solito un trasloco dura minimo una settimana!»

Colpì un'ultima volta la porta con un calcio e poi decise di sedersi sul marciapiede che sboccava sul viale.

«Cosa ti ho fatto Jungkook? Perché mi odi?»

June ripensò al momento in cui Jungkook colpì YoungMin dopo averla fatta cadere.
E a quando lo vide sedersi lontano lo stesso giorno che si dichiarò a YoungMin.
Si guardò attorno e guardando l'albero che le era accanto, le ritornò in mente la scena di Jungkook intento a tenere la presa salda su di lei.

«Odiavi YoungMin e te ne volevi liberare? Volevi liberarti di me perché mi piacev-...»

Non completò la frase non appena le venne una motivazione in mente.

«Non è possibile.»

Si voltò verso la casa, precisamente verso la finestra della camera di Jungkook.

«Tu... Come ho potuto non accorgermene...»

Si alzò, fissando ancora la finestra.
Non era molto in alto, sarebbe riuscita ad entrare in qualche modo.

«Che stupida che sei June... Sei davvero cieca...»

In men che non si dica, June si arrampicò lungo i mattoni sporgenti della casa fino a raggiungere la finestra della camera.
Cercando di aprirla quasi non perse l'equilibrio.
Tenne i piedi saldati sulla mattonella e mentre con una mano si tenne al davanzale, con l'altra alzò la finestra.

«Difettosa come sempre.»

Entrò e vide la camera abbastanza spoglia riguardo all'arredamento.
Non c'era più la libreria con sopra i fumetti e gli action figure e anche la TV appesa al muro mancava.
Il letto non era sistemato, non c'erano le coperte.
Nonostante tutto questo mancasse, nei muri erano ancora appese le foto scattate negli anni passati.
E c'era anche una polaroid che raffigurava lei in costume sulla spiaggia.

«È di due anni fa. La tieni ancora.»

Nelle foto comparivano solo lei, Jungkook e in alcune sua madre.
Si fermò a guardare una foto che ritraeva lui che le accarezzava i capelli.
Notò come la guardava all'ora nella foto.

«Sei stato così bravo a nascondere i tuoi sentimenti.»

Si accorse che mancava anche la scrivania, il computer e i libri che vi erano sopra.
Aprì l'armadio e vide che solo una felpa nera era stata lasciata.
La prese e la strinse a sè, non potendo fare a meno di sentire il buon profumo che emanava. Le era sempre piaciuto il suo profumo.

Senza accorgersene, con la schiena scivolò lungo l'anta dell'armadio e si ritrovò a terra, con la sua felpa tra le braccia pretendendo fosse lui, con le loro foto sparse ovunque per la stanza, e scoppiò in un pianto liberatorio.
Era da tanto che non piangeva, non aveva mai avuto il motivo per farlo in questi ultimi anni: grazie a lui era sempre felice e spensierata.

Gli mancava tanto. Terribilmente.

Si addormentò sul letto coprendosi con la felpa.
Non aveva nemmeno considerato il possibile ritorno di qualcuno per prendere ciò che rimaneva.
Al risveglio poteva benissimo trovarselo davanti mentre la guardava dormire.
Questo se non fosse già morto giorni prima. Lei ne era all'oscuro.

Si risvegliò ed erano già le 13:00, ma nessuno era passato di lì.

«Perché non ha portato le foto con sè? Vuole dimenticarmi?»

Si alzò e iniziò a staccarle dal muro una dopo l'altra.

«Io non voglio. Le custodirò come se fossero la cosa più cara che ho al mondo.»

Le raccolse tutte e le conservò in zaino.

«Porterò anche questa con me» - disse legando le maniche della felpa ai fianchi.

«Mi ricorderà il giorno in cui ti ho aiutato a sceglierla al negozio. Eri così indeciso.»

Sorrise al pensiero di Jungkook indeciso fra quale felpa prendere.
Nemmeno lei era così ossessionata e indecisa nello shopping, ma era sempre pronta a dargli consigli.

«In effetti non mi hai mai chiesto di come far colpo su una ragazza... Ti saresti fatto subito beccare dato che eravamo molto uniti. Eppure non l'ho mai capito...»

Si guardò attorno un'ultima volta prima di andare via.
Sapeva che non sarebbe ritornata più, era consapevole del fatto che non l'avrebbe più rivisto.
Si asciugò il viso e mise lo zaino in spalla mentre uscì dalla finestra per poi calarsi sotto.

Coming Back • 돌아오다 \\ Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora