Parte 2

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Odio fare le valigie, sono disordinata. Dopo aver buttato in maniera casuale le robe che più usavo in quel periodo sul letto, essermi assicurata di aver preso tutto ciò che mi poteva servire per stare fuori e essermi caricata di caffè per rimanere sveglia, ho messo tutto insieme nella valigia e l'ho chiusa sperando di non doverla più riaprire fino all'arrivo. Era già l'una di notte ed il mio pullman partiva alle cinque e mezza del mattino, mi mancava solo da fare la doccia e preparare la borsa. Ho pensato, mi riposo solo pochi minuti e vado in bagno a lavarmi. Cado nel sonno. Fortunatamente avevo messo la sveglia. Alla fine mi conosco, so di essere sbadata, quindi nel dubbio l'avevo messa. Finisco di asciugare i capelli e fortunatamente mi piacevano come erano usciti. Strano. Inizio a prendere chiavi, sigarette, caricatore del cellulare, qualcosa da mangiare durante il viaggio e un libro che avevo comprato il giorno prima dalla Feltrinelli della mia città e butto tutto in borsa.

Non sono una tipa che legge, non ho molto tempo libero. Ero però consapevole del fatto che avrei dovuto perdere tempo in quel pullman e non avevo molta scelta.

Ricordo che quel giorno stranamente non ero in ritardo, di solito me la prendo con calma. Ma avevo voglia di partire. Non era un bel periodo nella mia città, era un periodo strano, ecco. Mi ero allontanata da molte delle persone con cui solitamente uscivo. Mi ero scocciata, scocciata di atteggiamenti scomodi che mi facevano innervosire. Credo che un rapporto, di amicizia, amore o quant'altro ti debba fare stare bene ed io non ci stavo più bene con loro. Sono quelle classiche persone che quando si esce passano il tempo a parlare degli altri, e non bene ovviamente. Ed io mi annoiavo, io non ero così e non volevo esserlo. Forse devo dire grazie a questo allontanamento provvisorio, perché forse, se fossi rimasta legata a loro non avrei avuto voglia di allontanarmi e partire. Non avrei spezzato quella routine opprimente e non mi sarei messa in gioco. Quindi grazie, 'amici'.

Quando sono arrivata alle spalle della stazione dove sarebbe dovuto partire il pullman, non c'era ancora. Per un attimo ho pensato di aver sbagliato posto, mi agitai. Mancavano dieci minuti circa alla partenza e non lo vedevo ancora. Decido di andare a prendere un caffè al volo al bar che stava lì vicino, proprio accanto alla stazione. Ricordo che lo feci cadere, perché mi scivolò la borsa dalla spalla e per riprenderla feci un movimento strano con il braccio e me ne versai un po' sulla mano. Pensai per un attimo che quel viaggio stesse iniziando male. Quando sono uscita dal bar sperai di vedere il pullman, che fosse arrivato ed infatti era lì difronte, c'erano pochissime persone. C'erano i due autisti che stavano aiutando le persone che avrebbero dovuto prendere il pullman a mettere le valigie nella parte sottostante del pullman. Mancavano pochissimi minuti, chiesi se avevo il tempo di fumare una sigaretta mi dissero di sì. Salii.

Per un attimo non ci stavo credendo. Sì, ho sempre fatto viaggi da sola ma questo era diverso dal solito, andavo lontano per il mio standard e un po' mi faceva paura. Ma la voglia di crescere era tanta e pensavo che con questa esperienza avrei affermato la mia indipendenza, non nei confronti di qualcuno, ma con me stessa. Insomma ho pensato che se questo viaggio fosse andato bene sarei tornata più matura e più forte di prima. Non è una cosa che tutti farebbero. Quando dissi ai miei amici che avrei fatto questa cosa alcuni mi dissero "tu sei pazza", che per me rimane sempre un complimento, ma per loro non lo era. Ci vuole coraggio a partire, lo sapevi? Crescere è anche prendere i bagagli, avere nuove prospettive.

Non mi accorsi neanche che il pullman partì per i tanti pensieri che avevo in testa. Ero seduta vicino al finestrino, non avevo nessuno accanto. Il pullman era quasi vuoto.


avvertimi se soffri di vertiginiWhere stories live. Discover now