2. Save the day

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Chapter 2

Ontario, Tuesday

"Sono stanca" ora come ora per me è un eufemismo semplicemente perché, tornata a casa, mia madre ha voluto sapere il motivo per cui il preside ha richiesto la sua presenza a scuola per una discussione. Il punto era che non sapevo la vera motivazione, specialmente perché non sono una di quelle ragazze che non svolge i compiti o non è attenta alle lezioni, e di conseguenza mia madre ha dubitato di me trasmettendomi insicurezza e ansia. L'incontro tra lei e il preside dovrebbe avvenire domani pomeriggio e, nonostante la mia presenza non sia richiesta, mia madre vuole che anche io prenda parte alla loro discussione.

Anne Marìe Carter è la donna che mi ha messa al mondo e la sola ad avermi cresciuta senza aiuti, svolgendo diversi ruoli oltre a quello di madre, tra cui il ruolo di padre. E' una donna di media statura con capelli bruni lisci e, oggettivamente, due occhi particolari; una comune donna quarantenne dalle mille sfaccettature e potenzialità.

Nonostante sia riuscita a tranquillizzare mia madre non sono in grado di tranquillizzare me stessa e l'assenza odierna di Kyle influisce, sono sola senza di lui e senza la sua allegra compagnia.

Cammino sovrappensiero e fortunatamente senza sbattere contro nessuno; il ragazzo biondo arrogante e prepotente di ieri, mia madre e l'incontro. Questi sono i miei tormenti, ma non posso fare a meno di aggiungere una strana sensazione provata ieri nei confronti di Kyle: non ho mai provato imbarazzo nei suoi confronti, perché iniziare ora a causa di un ragazzo maleducato?

Passata una mezzora abbondante guardando la professoressa senza riuscire a trovare la concentrazione per comprendere le sue spiegazioni, alzo la mano per chiedere il permesso per andare in bagno e, una volta avuto, mi alzo camminando tra i banchi per giungere alla porta e uscire.

Le giornate senza Kyle sono sempre pesanti e difficili da superare, soprattutto se non so la motivazione della sua assenza; i bagni sono solitamente sporchi ed è per questo che ogni volta che chiedo di uscire per prendermi una pausa mi ritrovo in giardino, nascosta dietro un albero per evitare che professori o bidelli si accorgano di me, causandomi guai.

Essendo in piena lezione, nessun professore è in circolazione, ad eccezione di alcuni che hanno l'ora di ricevimento o l'ora libera. Sono sola in giardino e posso godermi la tranquillità che trasmette il silenzio in uno spazio dedicato interamente alla natura; mi siedo sull'erba appoggiando la schiena alla corteccia dell'albero che mi nasconde da tutto e tutti per poi prendere un lungo respiro. I troppi pensieri fanno sì che un peso immaginario mi impedisca una corretta respirazione, ma provo a raccogliere un fiore per spostare la mia attenzione su altro. Non so precisamente le caratteristiche e il nome di questo fiore, ma è uno di quelli che possiedono una folta corolla colorata, ma talmente folta da sembrare falsa. Il suo profumo è inebriante tanto che, quando lo avvicino, arriccio il naso.

<<Middlemist Camellia>>

Mi volto a causa di una voce, forte ma tranquilla, abbinata alla quiete e alla pace che mi circonda.

<<Cosa?>> domando alla sagoma in piedi accanto a me che copre il sole, rendendosi scura ma abbastanza chiara da capire che appartiene ad un ragazzo.

<<Il nome di questo fiore è Middlemist Camellia>> questa volta la voce mi suona familiare, profonda e sicura.

La sagoma si muove, adagiando una mano sulla corteccia dell'albero sorreggendo il corpo ora visibile grazie al suo spostamento: è il ragazzo di ieri.

Non so il suo nome, in quanto ieri, dopo essermi rifugiata nella camera che Kyle definisce mia, non sono più stata visibile nel campo visivo dei due ragazzi che, da quanto ho potuto sentire, erano alle prese con la musica e qualche gioco virtuale in soggiorno e, quando sono uscita dal mio nascondiglio, il ragazzo era andato via.

A thousand lies // Wattys2018Where stories live. Discover now