Un compleanno da dimenticare oppure no

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«Perché sei vestito  così? Sembri già una donna!» disse ridendo divertito Milo appena vide  scendere al campo d'allenamento Mur, erano ancora bambini, eppure, il  piccolo cavaliere dell'Ariete era rimasto ferito da quelle parole dette  senza maliz...

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«Perché sei vestito così? Sembri già una donna!» disse ridendo divertito Milo appena vide scendere al campo d'allenamento Mur, erano ancora bambini, eppure, il piccolo cavaliere dell'Ariete era rimasto ferito da quelle parole dette senza malizia dal cavaliere dello Scorpione.

Era così che ogni volta si sentiva sempre peggio il povero Mur quando sentiva da Milo quelle parole.

Non credeva che i suoi vestiti o comunque il suo modo di vestire lo facessero sembrare una donna, così fin da piccolo, per non guardare più quegli occhi accusatori del ragazzo decise che non li avrebbe mai più fatti incontrare con i suoi.

Quella mattina Mur si era svegliato molto presto, il sole sarebbe sorto da lì a pochi minuti così si mise seduto tra le candide coperte e osservò il cielo.

Quando il sole fece la sua comparsa decise che era ora di prepararsi per una nuova giornata, non che ne avesse tanta voglia perciò si lasciò ricadere sul letto, i suoi lunghi capelli si sparsero sul cuscino brillando accarezzati dai raggi del sole.

Nonostante, però, il desiderio pressante di restare a letto si costrinse ad alzarsi, entrato nel bagno adiacente alla stanza si tolse i vestiti e si gettò sotto l'acqua calda.

Insaponò con cura i lunghi capelli, per poi passare al corpo e con lentezza sciolse tutti i muscoli intorpiditi dal sonno.

Conosceva solo un altra persona che impiegava tutto quel tempo per essere perfetto: Aphrodite, il cavaliere dei Pesci, custode della dodicesima strada.

Sorridendo sciacquò il suo corpo dal sapone e avvolgendosi in un morbido accappatoio uscì dalla doccia e si guardò nello specchio.

Stranamente si vedeva più pallido del solito e la cosa iniziava a preoccuparlo, così borbottando tra sé e sé iniziò ad asciugarsi i capelli. Non andò fino a fondo ad asciugarli ed evitò di pettinarli, si mise sopra quegli abiti larghi e trasandati che usava per restare nelle sue stanze e scese al campo d'allenamento.

Raggiunse i compagni poco dopo, per un attimo tutti i cavalieri lo osservarono preoccupati, ma poi Milo gli si avvicinò chiedendogli: «Cosa ti è successo? Hai avuto uno scontro ravvicinato con un autobus?»

Mur sbuffò per l'idiozia del compagno d'armi: «Non sono in vena di allenarmi o vestirmi come una donna. Non è così che mi dici sempre? Ti ho accontentato adesso sono vestito da uomo» detto questo andò nel suo angolo del campo allenamento preferito, ma sapeva già dentro di sé che quel giorno non avrebbe ottenuto niente di niente da quella sessione di allenamento.

Rimase quindi fino a ora di pranzo ad allenarsi con Aldebaran, ma non fece mai sul serio e anche il cavaliere del Toro ebbe la sensazione che qualcosa non andasse e che per di più fosse un po' troppo pallido. Solo quando il grande orologio segno mezzo giorno e così facendo l'ora di pranzo, si fermarono e si diressero verso la tredicesima casa per poter mangiare qualcosa. Mur rimase in silenzio per tutto il percorso, attirando lo sguardo di Milo che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, era preoccupato per il ragazzo.

Una volta arrivato a destinazione Mur parlò con Lady Athena e in silenzio lasciò la tredicesima casa per poter tornare alla sua, con la scusa che non si sentiva per niente bene. Naturalmente il suo pallore e il mal di testa terribile che gli era arrivato in poche ore gli avevano dato man forte nel sostenere quella tesi.

Una volta tornato, con non poco fatica dato i capogiri che ogni tanto lo coglievano alla sprovvista riuscì ad arrivare a destinazione. Una volta varcata la soglia della sua casa prese qualcosa contro il mal di testa e si mise a letto, dormire forse gli avrebbe fatto bene.

Solo alle tre del pomeriggio qualcosa di strano lo svegliò, si sentiva troppo accaldato, ma qualcosa lo stava rinfrescando e quando aprì gli occhi si specchiò in quelli di Milo che lo osservava preoccupato.

Si mise seduto di scatto e lo osservò sorpreso per poi sbottare infastidito: «Cosa ci fai qua?» si portò una mano alla testa trattenendo a stento un gemito di dolore.

Milo posandogli le mani sulle spalle lo sospinse di nuovo tra le candide coperte: «Stai a letto» aveva notato il suo strano comportamento e si era deciso, dopo una strigliata da parte di Lady Athena, di andare per una volta a vedere come veramente stava Mur, ma non aveva di certo immaginato di potersi specchiare di nuovo nei suoi occhi senza che per un motivo a lui ignoto il ragazzo girasse il volto da un altra parte.

Anche se non lo avrebbe mai ammesso il suo cuore aveva perso alcuni battiti nello stesso istante in cui i loro occhi si erano legati, ricordandosi, però, della domanda di Mur disse: «Lady Athena mi ha detto che non stavi molto bene e mio malgrado sono stato incaricato di venire a vedere come stavi» il cavaliere a quella risposta distolse lo sguardo dicendogli: «Adesso puoi anche andartene se ti da tanto fastidio quest'incarico»

Milo per un attimo solo ne rimase sorpreso, ma la cosa che lo sorprese di più fu accorgersi di quanto fosse tenero il ragazzo con i capelli arruffati e l'aria accaldata e assonnata, non resistendo bloccò i polsi del ragazzo che sorpreso non ebbe il tempo di reagire ritrovandosi così le labbra del cavaliere dello Scorpione sulle sue.

Accorgendosi subito di quello che aveva appena fatto si spostò di scatto e lasciò di corsa la stanza di Mur che ancora disteso su quelle candide coperte fissava estraniato il soffitto e mentre combatteva la voglia che al momento lo invadeva di piangere urlò con tutto il fiato che aveva in gola: «Milo, sei un coniglio!» portandosi le mani a coprire gli occhi lasciò scivolare quelle lacrime impertinenti che sapeva non lo avrebbero lasciato in pace per poi sussurrare tra un singhiozzo e l'altro: «Perché non capisci che ti amo?»

Nessuno avrebbe risposto alla sua domanda, lo sapeva bene.

Avrebbe dimenticato oppure no quel compleanno disastroso?

Forse in parte l'avrebbe dimenticato, ma mai e poi mai si sarebbe dimenticato le labbra calde del cavaliere posate sulle sue e un giorno forse finalmente gli avrebbe detto che lo amava, anche se non poteva permettersi di sperare in un sentimento ricambiato.

Raccolta storie Saint SeiyaWhere stories live. Discover now