CAPITOLO DICIOTTO

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Nel Febbraio del 1965 la Svizzera chiuse le frontiere, mandando via tutti quelli che non erano in possesso del permesso di soggiorno, così migliaia di emigranti italiani si ritrovarono per diversi giorni, senza alloggio, allo sbando, al freddo, non sapendo cosa fare, fino a quando il governo italiano intervenne aiutandoli. Arianna, la sorella di Elia con suo marito Mario, decisero di lasciare per sempre la Svizzera, dove avevano lavorato guadagnando bene, ma spesso erano umiliati, per esempio all'entrata di certi locali veniva appeso un cartello con scritto : "Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani". Oppure non venivano affittati loro gli alloggi, specie se erano persone provenienti dal meridione d'Italia. Una volta rimpatriati, Arianna volle rivedere Roma, il ghetto ed Elia.

L'incontro, dopo tanti anni, fu commovente, i due fratelli si erano tenuti in contatto epistolarmente e telefonicamente. Betti al ritorno dalla scuola, finalmente conobbe sua zia e la trovò simpaticissima,  anche perché aveva portato per lei, di nascosto da tutti, alcune stecche di sigarette in regalo.

"Adesso che scuola frequenti?" le chiese la donna con interesse.

"La prima Magistrale"rispose Betti .

"Mi raccomando studia, la conoscenza ti rende libera, non pensare mai con la testa degli altri, ma con la tua e combatti sempre per ciò in cui credi. Purtroppo esistono ancora le discriminazioni razziali  che possono sfociare anche nelle guerre. Adesso l'America la sta facendo contro il Vietnam e perché? Non si sa, ma intanto muoiono degli innocenti. Il presidente Jhonson ha deciso di finire la guerra in quaranta giorni, anche Hitler voleva concluderla in quaranta giorni, così per fare prima, manda a combattere in Vietnam gli studenti universitari che non vanno bene a scuola. Pensa Betti che orrore! " La ragazza guardava Arianna con ammirazione e andò a prendere il mangiadischi.

"Ascolta zia questa canzone, la cantano gli studenti in America, mentre manifestano contro la guerra nel Vietnam."spiegò Betti.

Nel salotto si udì la voce dl Joan Baez cantare We shall overcome.

"Bellissimo inno alla pace,-rispose Arianna-asserisce che noi trionferemo un giorno, in fondo al cuore ci credo."

"Lo sapevate che in Inghilterra le ragazze della nostra età, sono libere di uscire la sera e rincasare all'ora che vogliono?" domandò Alda, mentre sfogliava la rivista Pintus.

Vittorio, dondolandosi sull'altalena fatta con una grossa corda annodata a un ramo del fico e come sedile un cuscino, rispose:" Lo so! Quelli si che sono genitori liberali, mica come i miei matusa, che non mi permettono nemmeno di farmi crescere i capelli, perchè pensano che non sia da uomo." rispose accendendosi una sigaretta .

"Vorrei provare a fumare." annunciò Betti.

"Tieni, ma fai solo un paio di "pè", altrimenti potresti sentirti male."si raccomandò il ragazzo nel porgerle la sigaretta. La ragazza, dopo un attimo di esitazione, fece una boccata e la sensazione che provò le piacque. Sandra fumava di nascosto ai suoi genitori, comprava le Nazionali semplici: cinque corte sigarette senza filtro, chiuse in una bustina, che finiva di fumare con uno spillo.

FLASHBACK

"Abita dall'altra parte della città!" esclamò Lina.

"Allora hai cambiato idea?" le chiese Margherita.

"Non dico questo, ho deciso di vederla e ci andrò."

Lina prese l'autobus, dopo una mezzora scese vicino alla piazza dell'Isolotto e seguendo le indicazioni di Margherita, arrivò a destinazione.

Entrò nel bar di fronte alla casa di Flavia, bevve un caffè seduta a un tavolino da dove poteva vedere la strada fuori. Dopo qualche minuto si fermò l'auto Simca di suo marito. La donna ebbe un sussulto, vedendo l'uomo entrare in un portone. Dopo poco ne uscì in compagnia di una donna. "Dio com'è giovane!" pensò con amarezza Lina, osservandola camminare, tenendo sotto braccetto Elia. Ridevano tutte e due, traspariva da ogni loro gesto, sguardo la felicità di stare insieme. Camminavano come una qualsiasi coppia di innamorati.

Lina chiamò dal telefono a gettoni appeso al muro, Margherita:

"Li ho visti: lei è giovane e bellissima."Le lacrime le solcavano il viso, non riusciva a trattenerle.

"Cosa vuoi fare? Torna a casa!"

"Va bene! Adesso vado a riprendere l'autobus ."

Ma non fu così. La donna camminò per parecchie ore senza una meta precisa. Margherita aveva preparato la cena e l'ansia le faceva mancare il respiro. Sentì la chiave girare nella serratura della porta, Lina entrò in casa, aveva il viso stanco, gli occhi gonfi. Non disse una parola: soffriva troppo, se avesse aperto bocca avrebbe solo urlato come un animale ferito.

Rincasò anche Elia, aveva l'aria raggiante con uno stupido sorriso in faccia. Margherita, mentre serviva a tavola, sentì Lina dichiarare "Devo andare a farmi visitare dal dottore: ho un attacco tremendo di allergia, mi si sono gonfiati gli occhi."

I gatti di BettiWhere stories live. Discover now