Capitolo 28

2.4K 121 7
                                    

Sheyla si lancia in pista, scatenata come al solito. Tutti la fissano, io anche. E' così bella, così a suo agio tra la folla, urla a squarciagola dimenando i fianchi.
Io la osservo, dondolandomi su me stessa, imbarazzata. Evidentemente l'alcol non è bastato a farmi sentire completamente inibita. Tuttavia Sheyla mi si avvicina, e mi fa roteare su me stessa, prendendomi per mano. 
Ridiamo insieme quando un ragazzo in camicia di fianco a noi, nel tentativo di ballare con noi, per poco non si rovescia addosso il cocktail che tiene in mano.
Mi sento decisamente più a mio agio, con lei con me. In un certo senso, mi trasmette sicurezza. 
Cerchiamo di scorgere Luke e Peete al nostro tavolo: si stanno alzando dalle poltroncine comode, venendoci incontro. 
Sheyla continua a scatenarsi, e Peete le si avvicina. 
Mi aspetto che Sheyla lo scosti, o qualcosa del genere, ma invece inizia a strusciarsi con il sedere contro di lui. Oh, Dio, è ubriaca fradicia. Domani mi ammazzerà, ne sono certa. 
Peete lancia un'occhiata compiaciuta a Luke, che gli strizza l'occhio. 
Io continuo a dondolare i fianchi, incerta su cosa fare, ma nel frattempo la avvicino a me, costringendola a ballare con me, invece che vicino a lui, mentre Luke mi lancia un'occhiataccia, alla quale rispondo con una linguaccia. 

  «Antheaa, ti voglio un bene dell'anima!», urla biascicante, tutto d'un fiato. Dopodichè lancia un grido di esaltazione, incitando la folla a imitarla. Metà del locale solleva in alto i bicchieri dei cocktail e fa lo stesso.

Mi volto verso Luke, che mi fissa ridendo di gusto, e non posso fare a meno che ridere con lui. 
  «La porto un attimo in bagno, per cercare di farla riprendere», gli grido nell'orecchio, e lui mi rassicura, subito. «Va bene, noi intanto torniamo al tavolo, così non rischio di perdervi di vista».
Gli sorrido, ringraziandolo, mentre cerco di camminare dritta sui tacchi, e ignorando le provocazioni o gli sguardi languidi che un gruppo di ragazzi ci lanciano. 

Non avrei mai detto che Luke fosse un ragazzo così premuroso. Voglio dire, spesso assume atteggiamenti da sbruffone, ma è molto disponibile nei miei confronti e penso possa rivelarsi un buon amico. E io che pensavo fosse solo un idiota pompato.

Arrivate al bagno, faccio scorrere l'acqua del lavandino, cercando di tenere sollevata Sheyla, che nel frattempo mi sta sprofondando tra le braccia, ridendo come un'idiota. 
Le picchietto la fronte e le guance con acqua fresca, mentre due ragazze bionde platino ci passano di fronte con aria di disgusto. 

Quando finalmente Sheyla sembra riprendersi un po', ci decidiamo a tornare, e percorro il corridoio dal bagno al nostro tavolo litigando con un pezzetto di carta igienica che si è attaccato alla suola della mia scarpa, e non si decide a lasciarmi stare. 

Una volta superata, finalmente, questa ardua missione, alzo lo sguardo, e la mia vista leggermente offuscata riconosce una terza figura seduta al tavolo, che mi da le spalle. Spalanco gli occhi. 

Lo riconosco dalla giacca di pelle, dalla capigliatura rasata ai lati e scompigliata invece sulla parte in alto del capo. Ian Parker, senza la sua cornacchia. Però, ha fatto alla svelta. 
Sheyla si trascina sulla poltroncina, e si lascia spofondare di fianco a Peete, che la cinge con un braccio.

Io invece, rimango impalata su me stessa, la bocca semiaperta, incredula.
Lui si gira, e gli occhi più verdi che io abbia mai visto, in un attimo, incontrano i miei. Il cuore mi sembra uscire dal petto, deciso a scappare, proprio come vorrei fare io. 
Che ci fa qui? Lo stupore lascia spazio alla rabbia, e l'alcol mi da coraggio, mi sussurra di fregarmene, di fare tutto ciò che mi pare. 

Distogliendo lo sguardo da lui, e posandolo invece su Luke, mi avvicino e gli tendo la mano, sfoderando uno dei miei sorrisi migliori. 
  «Seguimi, forza!», esclamo, fingendomi divertita, e più ubriaca di quanto io sia in realtà.
Lui ricambia il sorriso, e si gira verso gli altri, mentre lo trascino in pista.  «Beh, ci si vede.», dice ridendo Luke, strizzando l'occhio all'amico. Ian mi squadra da capo a piedi, e un brivido mi percorre tutto il corpo. 

Trovo un ristretto spazio libero, il più vicino possibile al tavolo, e seguendo il ritmo della musica mi lascio andare in un ballo sfrenato, cercando di imitare alcune movenze della mia amica, poco tempo fa. 
Mentre giro su me stessa, agitando le braccia a ritmo, osservo Ian con aria di sfida... Sta fremendo, sembra arrabbiato. L'adrenalina pervade tutto il mio corpo. Beccati questo!

Qualcuno mi interrompe sul più bello, quando cerco di avvinghiarmi a Luke cingendogli il collo con le braccia; due mani mi afferrano le braccia e mi riportano sul divanetto, e mentre mi allontano noto che l'espressione di Luke è perplessa, interrogativa, non capisce il motivo di quel gesto. 

Mi dimeno cercando di liberarmi prima ancora che possa avere capito di chi si tratti. 
«E lasciami!», urlo, dimenandomi. Ian mi guarda schifato. 
  «Sei ubriaca, cazzo», Ian mi stringe forte i polsi, costringendomi a guardarlo negli occhi. 
Che problemi ha? Cosa vuole? Cosa gli frega a lui? Chiunque qui è brillo, e lui a chi deve rompere? A me! Non si è sfogato abbastanza con la sua bella stasera? 

Luke si avvicina interrompendoci.  «Ehi, bello... Forse dovresti calmarti», prova ad allontanarlo invano. 
Lui continua a guardarmi, rispondendo all'amico. «Noi ce ne andiamo».

Scusa? E quando gli avrei detto di volermene andare? Io voglio restare, voglio ballare fino a tarda notte e non pensare a nulla. Come osa prendere impegni per me? 

E poi sono venuta con Sheyla, che è in quello stato. E' praticamente collassata sulla poltroncina, mentre Peete le scosta i capelli dal viso, accarezzandole le guance. 

  «No, no!», grido ancora più forte, sopra il boato della folla, che urla sotto l'incitamento del dj.
  «Non fare troppe storie, su.», poi torna a rivolgersi a Luke. «Riesci a portarla tu a casa?», domanda, con un cenno del capo verso Sheyla. 

Che? Per chi mi ha preso? Secondo lui lascerei la mia migliore amica nelle grinfie di due ragazzi appena conosciuti? Voglio dire, sembrano gentili e tutto, ma nessuno mi garantisce nulla!
  «Sfioratela con un dito, e domattina vi trovate il naso a pezzi», minaccia, e ancora una volta mi stupisco del fatto che sembra leggermi nel pensiero. 

Luke alza le mani, mentre Ian preleva la mia giacca dalla poltroncina, tentando poi di trascinarmi via. 
  «Io non me ne vado di qui!», urlo, puntando i piedi e cercando di resistere alla sua stretta. 
  «Non costringermi a sollevarti di peso», mi minaccia. 

Io sbuffo in una risata... Pensa che stia ai suoi giochetti? 
«Non lo farai.»
Mi guarda con aria di sfida per un istante, poi mi solleva e mi poggia su una delle sue spalle. 
Dimeno le gambe e lo obbligo di mettermi giù, scalciando e tirandogli pugni inutili sulla schiena. 

  «Quante scenate...», sbuffa uscendo dal locale. Gli occhi di tutti puntati su di noi.  


BREATHLESSWhere stories live. Discover now